Mafia che si veste di antimafia. Opus Dei gracchiante. Appartamenti cardinalizi restaurati con l’obolo dei poveri, militarizzazione della capitale e defenestrazione della sovranità popolare. Ora si che Roma è pronta per il Giubileo della Misericordia. Intanto mentre fontana di Trevi zampilla Fendi, Messina muore di sete e ora pure un altro pezzo di Sicilia, quella che non è ancora franata e meno male che alla capitale ci stanno tutti siciliani: il presidente della Repubblica, il presidente del Senato, il ministro degli Interni (un tale in fissa coi ponti) e pure il commissario giubilare, quello che ha moltiplicato le entrate di EXPO.
Aggiustata Roma potrebbe scendere pure da noi? Date le sue riverenze! Renzi ha garantito il successo del Giubileo: troncando Marino con ventisei pugnalatori. Modello Cesare lo chiamano, quindi Milano/Roma: fatto… e la Sicilia quando? La Sicilia No! La Sicilia non è ancora cosa mia, avrebbe detto il Premier, prima metteteci Faraone e poi vedremo!
Caro Francesco la Porta Santa invece che in Africa vieni ad aprirla da noi che abbiamo tanto di bisogno portandoti, se vuoi, appresso a Salvini che ci teneva a vedere un terra assetata e immiserita. E stai pur sereno che a noi di Pell, Bertone e Viganò non ci importa proprio niente, immagina poi cosa ci può interessare dell’Exxon e della Dow Chemical, a noi piace solo il tuo “Laudato si”.
Da noi si dice che chi ha un figlio “parrino” ha un giardino perciò la corruzione pietrina non ci scandalizza affatto, certo un poco pena ci fa quel Cristo convinto di essere morto per Giustizia e Verità, ma pazienza nelle aule dei tribunali è in buona compagnia: sta in mezzo a altri due fessi, morti per lo Stato e la Legalità.
Gabriella Grasso
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