Una cittadina, che deve fare i conti, ma questo è comune alla situazione complessiva siciliana,con una disoccupazione sempre crescente che penalizza le famiglie, costrette a vedere i propri figli a cercare lavoro al settentrione, oppure in Germania. Nel mese di febbraio 2016, la popolazione maschile si è attestata su 2369 unità, mentre le donne sono 2490. Complessivamente gli abitanti sono 4859. Le famiglie sono in tutto 1912, quindi con una flessione rispetto a qualche anno fa, che registrava oltre 5 mila abitanti. Non ha una storia antica Catenanuova e la costruzione, nel feudo Meliventri, risale al 1733, come è riportato in due libri realizzati dal prof. Filippo Virzi e di recente dal prof. Mariano Saccullo, per volontà della principessa Anna Maria Statella e del figlio Andrea Riggio della Catena, che fu anche fondatore di Acicatena e Campofiorito. Una delle prime costruzioni fu la Casa dei principi, attuale Palazzo di Città definita “la casa degli specchi” che “purtroppo” ha preso il posto di quella costruzione antica. Si disse allora “non c’è la cultura dell’antico”, distruggendo un pò della storia di Catenanuova. Continua a vivere, invece la chiesa madre di San Giuseppe, proprio davanti alla casa dei Principi, da dove assistevano alla Messa domenicale. Altro sito antico, sono le “Vasche” di Piazza Marconi, una realizzazione arabo-bizantina di rilevanza storica, con una superfice di 155 mq, la costruzione risale al 1899, su tre volumi, per la distribuzione di acqua al centro abitato. Attorno, nel tempo, pernottavano i mietitori per tagliare il frumento già maturo, mentre a settembre si realizzava la fiera del bestiame. Poche le attrattive, ma quello che privilegia Catenanuova è il proprio territorio pianeggiante, servito dalla ferrovia, in atto, in attesa di rimodulazione moderna. Una posizione baricentrica, fra le province di Enna e Catania ed attraversata dall’asse autostradale A19 CT-PA. Altro sito poco distante, ma già territorio di Centuripe “Il fondaco di Cuba” una stazione di posta che ha registrato anche la presenza di Wolfgang Ghoete lo scrittore tedesco che narrò nel libro “Viaggio In Italia” questa esperienza. Una cittadina, Catenanuova, molto ricettiva e che vanta un primato, quella di essere la località più calda d’Europa con una temperatura di ben 48 gradi.
Quel Bar-Ristorante è stato sempre li, nella via più importante di Catenanuova, al n° 51 di via Vittorio Emanuele, a memoria delle nuove generazioni, per testimoniare il tempo che passa e poter parlare di una storia ricca di lavoro, sacrifici, ma anche di grandi successi professionali che fanno della famiglia Daidone un esempio di produttività a misura regionale e nazionale. Tutto comincia da Salvatore Daidone, anno di nascita 1915, detto “don Turiddu u gazzusaru”, un giovane fabbricante di gassose, ma dai mille mestieri, che ha attraversato tanti anni della propria vita a Catenanuova, ampliando la propria attività, diventando esempio per i 5 figli, 11 nipoti ed una miriade di pronipoti. Scompare nel febbraio del 2008 all’età di 93 anni, ma la famiglia prosegue nell’attività, trovando, Nuccio e Salvatore, figlio e nipote, interpreti di quella maestria nell’arte di produrre dolci, tanto da raggiungere in questi anni, riconoscimenti nazionali. Del presente ne parla con gioia il giovane nipote Salvatore: “La mia è la 3^ generazione, adesso dopo tanti sacrifici familiari cominciamo a raccogliere i frutti del lavoro grazie all’evolversi dell’attività. Sono anche arrivati i riconoscimenti dalla clientela e dalle associazioni di categoria, per la nostra presenza attiva nel panorama della pasticceria siciliana, in Sicilia, ma anche nel resto d’Italia. Voglio seguire le orme del nonno e di mio padre- afferma Salvatore – e l’ultima gioia per me e la famiglia è giunta dall’aver superato la selezione, in un concorso regionale, per l’accesso alla fase nazionale che si terrà a Bologna, nel marzo 2017. Il superamento di questa fase significherà anche l’accesso ai mondiali di gelateria ed io ci proverò. In quanto a ricettività della nostra struttura abbiamo un parco ricevimenti, in adiacenza all’autostrada CT-PA A19, con banchettistica, capienza di 450 ospiti, in mezzo al verde, fontane e giochi di luce capace di grandi eventi. Nel locale storico invece la possibilità di soggiorno con pranzo e cena e pizzeria. Nel bar, annessa una saletta da te oppure per un pasto veloce, in estate, prezioso il consumo della briosche con granita di vario gusto. In questo momento pasquale, incentivata la produzione di colombe al pistacchio e uova in cioccolato o di soggetti in cioccolato che rappresentano la nostra particolarità. A Natale anche la produzione di nostri panettoni al pistacchio o di cioccolato, in tema natalizio. Presenti anche gli eventi per San Valentino e per la festa delle donne”. Meno loquace Nuccio Daidone, maestro indiscusso nella pasticceria: “Parlare di mio padre Salvatore, mi fa emozionare perchè lui era l’uomo della gavetta, ed io lo aiutavo da piccolo andando a scuola e lavorando, iniziando allora anche a fare il pasticciere. Una sorta di stabilità dunque anche per mio padre che negli anni precedenti avevo definito uno zingaro-girovago poichè amava l’avventura spostandosi ogni anno attraverso l’Europa come uno spirito libero. Anche per me è stata grande la voglia di migliorarmi nella vita per raggiungere traguardi di prestigio nell’arte della pasticceria ed i riscontri ci sono stati, devo dire che io ho avuto la fortuna, perchè di fortuna si tratta, la bravura ci vuole, ma la fortuna è determinante e questo mi ha portato anche a Roma dal Santo Padre con una speciale torta, mentre sei mesi dopo, sono stato ricevuto al Quirinale dall’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, con un’altra bella manifestazione. Una cassata di appena 200 kg per mille ospiti, nel matrimonio del secolo fra Pippo Baudo e Katia Ricciarelli. Queste e tante altre soddisfazioni, sono le cose belle della mia vita, ma questo è il mio passato e per il futuro, rimane il desiderio di continuare”.