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Acqua pubblica. Banco di prova per il Sindaco di Enna

Acqua pubblica. Banco di prova per il Sindaco di Enna
di Massimo Greco

Acqua pubblicaIl Sindaco del Comune di Enna Di Pietro, che con l’acqua pubblica ha fatto buona parte della sua campagna elettorale, è stato eletto Presidente dell’Assemblea Territoriale Idrica (ATI), cioè del nuovo organo assembleare a cui il legislatore regionale ha affidato la funzione di regolazione e controllo del servizio idrico integrato per l’ambito territoriale ottimale. Bene, ne prendiamo atto con moderato ottimismo visto che le questioni da affrontare sono tanto delicate quanto scottanti. Un cosa è certa, che l’alibi che lo stesso (e non solo lui ovviamente) aveva rimanendo trincerato dietro i limiti del l’ordinamento comunale è venuto meno, atteso che i poteri di controllo e regolazione del servizio idrico sono in capo alla nuova autorità d’ambito che agisce nella logica integrata e sovra comunale. A questo punto il “conto elettorale” che era stato presentato al Sindaco di Enna all’indomani del suo insediamento e che ad oggi non risulta dallo stesso pagato, potrà essere riproposto al Presidente dell’ATI.

Non chiederemo al neo Presidente, che peraltro di professione fa l’avvocato amministrativista, di avventurarsi in azioni temerarie come quella di uscire dall’ambito territoriale ottimale o di rescindere sic et simpliciter il contratto di concessione col privato gestore AcquaEnna, ma ci limiteremo solo a chiedere ciò che sappiamo possa essere ragionevolmente fatto già nei prossimi giorni.
1) Annullamento in autotutela dell’accordo bonario sottoscritto dal Commissario straordinario della liquidanda Autorità d’ambito con l’ente gestore AcquaEnna per “sanare” la violazione della clausola risolutiva espressa contenuta nella convenzione per il mancato versamento dei canoni annuali di concessione.
2) Annullamento in autotutela della delibera della liquidanda Autorità d’ambito con la quale si è autorizzato l’ente gestore del servizio “AcquaEnna” a richiedere agli utenti i due balzelli già sanzionati unanimamente dai Giudici di Pace: deposito cauzionale e partite pregresse.
3) Studio sulla congruità della tariffa fin qui applicata agli utenti.

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