Cadere. Di voli pindarici o volate impervie come il buon Icaro, ne facciamo ogni momento. Ne sentiamo la necessità dal tempo dei tempi di volare, anche col rischio, poi confermato, di schiantarci al suolo come uccelli la prima volta dal nido.
Cadere ha a che fare con la volontà di provare, di metterci di suo, di sentire la vita addosso come scossone di energia. Cadi e ti fai male, ti rialzi e ricadi ancora, e ancora ti rialzi. Come un bimbo che prova la sua bici per la prima volta senza rotelle, con la paura e la voglia della libertà che ci contraddistingue dal puro istinto animale; la forza e la spinta delle nostre azioni sono il risultato della combinazione tra paura e iniziativa. Due forze opposte che ci trascinano dentro gli eventi e ce ne danno il senso autentico, attivamente, col gusto pungente di una sfida che sta per iniziare, quella con noi stessi.
E poi si cade, come fù per Icaro che si avvicinò troppo al sole con le sue splendide ali attaccate al corpo solo con della cera… ma ci provò, ci riuscì, cadde, ma realizzò il suo sogno: volare.
Dina La Greca
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