“Space Time Helix”. Anna Guillot: una dimensione corale tra contemporaneo e antico per Enna
Conversazione tra Dina La Greca della Redazione di ViviEnna ed il Direttore artistico e socio onorario dell’associazione ViviSicilia-ViviEnna prof.ssa Anna Guillot (hanno collaborato all’intervista la giornalista Livia D’Alotto – corrispondente di giornali e riviste per spettacoli dal vivo ed eventi culturali – e le responsabili PR dell’Associazione Gabriella Grasso e Pierelisa Rizzo)
Dina La Greca: È inconsueto che un artista visivo si occupi metodologicamente di stabilire ponti con i propri colleghi e con essi riesca a pianificare e porre in opera un succedersi di “strategie estetiche” che si traducono in veri ‘eventi contemporanei’. Tanto più inconsueto nel campo delle arti visive poiché sodalizi di sorta per così dire, se ne sono visti, in genere, soltanto in campo musicale, poetico e attoriale. Tale è il modus operandi di Anna Guillot, artista che destina la propria inventiva e incentra parte della propria operatività nell’ideazione e regia di dense ‘azioni’ contemporanee. Cosa l’ha spinta a percorrere questa dimensione artistica?
Anna Guillot: Questo particolare tipo di connessione con i propri ‘compagni d’avventura’, nel mio caso, pone al primo posto l’urgenza di una ricerca di tipo etico intorno al senso dell’arte – avvalorata dalla responsabilità dell’esercizio del ruolo accademico, considerando anche la didattica una forma basica ma alta di investigazione sul senso, probabilmente traendone ulteriore possibilità di speculazione intellettuale. Di fatto una simile operatività riflette e agisce principalmente sui collegamenti: tra arti, artisti, luoghi, strutture ed epoche.
DLG: Qualche anno fa siamo rimasti letteralmente impressionati dall’impresa “Domus aurea” congegnata con Alfredo Sciuto all’interno della Torre di Federico II, a Enna. Ripercorriamo insieme in breve i punti cardine delle installazioni che hanno visto la luce nella torre…
AG: Prima impresa a tornare in mente è proprio l’immensa ‘foderatura’ del vano terra della struttura medievale, tenuta ferma alle pareti dal getto d’aria di un ventilatore e dalle onde sonore; l’intervento è da catalogare tra quanto in gergo artistico è definito “inflatable environment”, ovvero come “opera da fruire percorrendo una struttura gonfiabile”. Ma qui nel cuore della Sicilia, “Domus aurea” ha fatto seguito al primo, in assoluto, evento contemporaneo di rilievo internazionale nel contesto di un’architettura antica: la performance “Serein, sento dunque sono” di Giovanni Fontana, uno dei maggiori “poeti sonori” viventi, che ha fatto della voce e del gesto la sua materia prima.
Quasi certamente però, quanto ci attende tra l’8 e il 9 luglio nella medesima location, riuscirà a rinnovare quella full immersion nella percezione già vissuta, forse addirittura a potenziarla poiché “Space Time Helix”, l’attesa performance visiva e sonora di Michela Pelusio e Glenn Vervliet, sarà un evento dichiaratamente sinestetico. Pelusio e Vervliet – un eccellente duo di artisti operanti tra Bruxelles e Anversa – in un recente sopralluogo del monumento hanno registrato nell’arco di 24 ore ciò che è da loro indicato come il ‘suono della torre’, sonorità tuttora in fase di rielaborazione digitale da parte di Vervliet, che è sound artist e psicologo ad Anversa ed anche specialista nell’indagine sulle sfere ‘altre e alte’ della percezione. Ma la Helix, messa a punto in prima istanza soltanto da Michela Pelusio, oltre che sonora sarà al contempo opera visivo-performativa, installazione luminosa interattiva con la quale l’autrice interagirà in un vero corpo a corpo. Si annuncia dunque un momento raro, estremamente pregno e sensorialmente unico.
DLG: …e ancora – sempre rintracciando quella dimensione collettiva che collega antico e contemporaneo, che lei, Anna, estende ad altri centri dell’isola – la capacità di osare connessioni inedite e difficili, ce ne parli
AG: A Palermo, in sodalizio con gli Amici dei Musei siciliani, due volte consecutive negli Oratori seicenteschi di S. Lorenzo e S. Mercurio, i luoghi dove Giacomo Serpotta ha realizzato i maggiori interventi del barocco siciliano. Lì si è attuata l’intesa dialettica tra passato e presente, insieme ad alcuni dei maggiori artisti internazionali, ponendomi come artista/curatore e sul piano della scrittura critica.
DLG: Altro momento di rilievo per il territorio ennese è stato l’avventura “Nui simu” di Marinella Senatore, in cosa si è caratterizzata?
AG: L’opera video incentrata sulla cultura mineraria, è il risultato di un progetto partecipativo che ha reso protagonisti 300 cittadini ennesi impegnandoli in tutte le fasi di realizzazione, dal casting alla produzione. Mi sono occupata di individuare l’area del centro Sicilia come zona di riferimento per la sua realizzazione. L’opera commissionata dal museo palermitano di Palazzo Riso su definizione di Daniela Bigi nel 2010, ha reso per dieci giorni l’intera città e il Parco minerario Floristella dei veri set cinematografici. Con il video “Nui simu” interamente realizzato coinvolgendo la gente e i luoghi di Enna e gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania, in collaborazione con il Comune di Enna e la Regione Sicilia, nel 2010 Marinella Senatore ha rappresentato l’Italia alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
DLG: E sempre nel 2010 “Modi del libro”, la rassegna internazionale del libro d’artista…
AG: Sì, in quel caso la rassegna è stata ideata e resa possibile dal KoobookArchive – l’archivio-laboratorio di sperimentazione sul libro da me fondato nel 2007–, negli spazi delle nostre galleria e biblioteca comunale, in occasione della 6° Giornata del contemporaneo AMACI.
DLG: Ultimo, solo in ordine di tempo, sempre nell’intento di ‘porre in relazione’ artisti, gente e luoghi, “IN SERIES_ artist’s multiples for a multiple show”
AG: Il progetto di una mostra di multipli d’artista ubiquitaria svoltasi simultaneamente a Spoleto, Berlino e a Catania negli spazi dell’ex Convento S. Placido, oggi Palazzo della Cultura, ha aggiunto all’attivo della mia inventiva una ulteriore occasione per collegare in modo intrinseco l’arte contemporanea con il territorio. In una seconda fase del progetto, a breve in atto, saranno connesse due aziende leader nella produzione di multipli d’artista, una nazionale, prestigiosa, e una in forte crescita, proprio della provincia ennese.
Potevamo scandagliare l’intensa attività di Anna Guillot diversamente, ma abbiamo preferito realizzare un breve focus, seppure incompleto, dove la città di Enna è stata resa più volte protagonista privilegiata. Il che sarà certamente confermato dall’imminente “Space Time Helix”, grazie alla sinergia tra i tre straordinari artisti Guillot-Pelusio-Vervliet e ad alcuni supporters d’eccezione.
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