Ali. Per spiccare voli pindarici o sorvolare fantasie inedite e inconfessabili. Per raggiungere obiettivi e sogni di crescita. Ne abbiamo tutti, di ali, dovremmo semplicemente riconoscerne la presenza e usarle, avere il coraggio di usarle soprattutto.
Dio cacciò dal paradiso celeste il suo più bell’angelo il ‘portatore di luce’, Lucifero il disubbidiente, il ribelle, relegandolo negli inferi ma non privandolo delle ali, forse per non privarlo totalmente del suo grande potere.
Negli inferi è precipitato il tuo fasto,
la musica delle tue arpe;
sotto di te c’è uno strato di marciume,
tua coltre sono i vermi.
Come mai sei caduto dal cielo,
Lucifero, figlio dell’aurora?
Come mai sei stato messo a terra,
signore di popoli?
Eppure tu pensavi:
Salirò in cielo,
sulle stelle di Dio
innalzerò il trono,
dimorerò sul monte dell’assemblea,
nelle parti più remote del settentrione.
Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all’Altissimo.
E invece sei stato precipitato negli inferi,
nelle profondità dell’abisso! (Isaia 14,11-15)
Si suole dire che ‘la mente vola’, forse perchè è il solo modo che essa ha per non perire sotto il grande peso della realtà, scavalca confini e barriere rifugiandosi in stanze che solo attraverso ali immaginarie è possibile raggiungere.
Ma quando riusciamo davvero a spiegare le nostre ali, per librare al di là?
Col rischio anche di precipitare?
Dina La Greca
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