Al leone gli artigli smussa, avido
tempo, e la terra inghiotta i cari figli,
sconficca alla tigre i denti dalle fauci,
ardi nel sangue suo l’alta fenice:
liete le stagioni e tristi alza al suo volo
e fa pure quel che vuoi, rapido tempo,
del mondo vasto e di sue vane gioie
ma un atto più sacrilego ti vieto:
non solcare la fronte del mio amore,
con la tua penna antica non rigarla,
lascialo intatto lungo la sua corsa,
forma ideale a quelli che verranno.
O infuria, vecchio tempo: nei miei versi
vivrà il mio amore giovane per sempre.
William Shakespeare
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