Incompetenza, tagli, carenza di strutture e personale. Insufficiente attenzione al dolore e alla comunicazione con i pazienti e i loro parenti.
Un popolo che si cura col bicarbonato e il limone perchè lo dice Facebook ed è eterogestito, adirandosi a comando, questo merita di avere.
In 5 anni oltre 24mila posti letto sono stati tagliati. Nessuna regione si è salvata dalla sforbiciata e allarmanti sono i tempi di attesa al pronto soccorso. Possono passare ore o anche giorni per una visita o un ricovero.
Patrizio Cairoli ha scritto alla Lorenzin una lettera per raccontarle la morte del padre:”accanto ad anziani abbandonati, persone con problemi irrilevanti che parlavano e ridevano, vagabondi e tossicodipendenti”. Così moriva un malato di cancro. A tutelare gli ultimi istanti della sua vita “un maglioncino con lo scotch tenuto sospeso tra il muro e il paravento” e i corpi dei familiari a formare una barriera. Questo al San Camillo di Roma qualche giorno fa.
La Lorenzin si è detta molto colpita.
Cara ministra Lorenzin si faccia un giro da noi, in Sicilia e in modo particolare nell’ennese. Più che colpita resterebbe affondata. La prevenzione da noi è l’unica arma per non rischiare la vita in nosocomi che mancano anche del filo di sutura. L’elisoccorso del Ferro/Branciforti/Capra a esempio, che accoglie un bacino d’utenza capiente, ultimato dopo anni di promesse, in campagna elettorale, a oggi funziona solo di giorno e in compenso le ambulanze medicalizzate sono insufficienti; le strade poi fra la periferia e i centri ospedalizzati sembrano mulattiere e il clientelismo e la raccomandazione sono all’ordine del giorno, in reparto come altrove.
In Sicilia ancora oggi si muore di parto e un’emergenza può diventare cronica se il paziente è un malato di Alzheimer che non si ha dove collocare, ma la colpa è del malato o dei familiari che hanno tenuto una condotta sbagliata o nel migliore dei casi hanno scelto il peggio per i loro cari o non si sono saputi accattivare la benevolenza del dott. di turno.
Cara Italia (si legge nei manifesti per il referendum di ottobre che si terrà il 4 dicembre), vuoi una sanità funzionante? Vai all’estero!
Gabriella Grasso
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