Le maestre avevano spiegato ai bambini che «La vita è bella» era stato fatto vedere in tutto il mondo, che il suo regista aveva commosso migliaia di persone e aveva ricevuto anche un premio, che parlava di una cosa brutta successa tanti anni fa, che era però importante vederlo per «non dimenticare». E ieri mattina i ragazzini delle quattro quinte elementari dell’Istituto Fratelli Bandiera di Roma sapevano che la loro scuola avrebbe proiettato il film premio Oscar di Roberto Benigni. Poco prima di cominciare però la maestra di «Alternativa» chiede ai bambini che non fanno religione di uscire «perché quella è l’ora di religione» e «loro non possono restare con gli altri». Scoppia il caso. «Cosa c’entra La vita è bella con l’ora di religione?». «Non si possono escludere dei bambini». «La Giornata della Memoria è di tutti». Viene interpellato il preside Valter Farris e alla fine la soluzione è: chi non fa religione non può neanche vedere il film scelto per celebrare la Giornata della Memoria. Pianti dei piccoli, una ventina, portati in un’altra aula a fare l’ora «alternativa», cioè leggere, colorare, portarsi avanti con i compiti. Con buona pace del 27 Gennaio.
E pensare che la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli proprio pochi giorni fa durante il Viaggio della Memoria ad Auschwitz con un gruppo di studenti romani diceva: «Se voi oggi siete qui è perché l’Olocausto ha fatto in modo che noi attivassimo la memoria, la scuola ha un ruolo fondamentale in questo».
Però, certo, dice una mamma, «mio figlio quando è tornato a casa piangeva e mi ha detto: così non dimenticherò più la Giornata della Memoria».
Gabriella Grasso
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