Nel corso degli anni ho osservato un notevole incremento di un gran numero di farmaci, in modo particolare degli IPP, inibitori di pompa protonica, meglio conosciuti come protettori gastrici. Si tratta dei famosi prazoli (omeprazolo, pantoprazolo, lansoprazolo, ecc…) un gruppo di farmaci tra i più prescritti (ed autoprescritti) al mondo.
Generalmente la loro prescrizione è temporanea ma molto spesso il loro uso (o abuso) viene prolungato in modo inutile e addirittura controproducente.
A farne le spese maggiori è la vitamina B 12, una molecola assimilabile solo attraverso l’acidità gastrica, acidità annullata proprio da questo tipo di farmaci.
Senza l’ambiente acido gli enzimi non possono agire e le molecole arrivate allo stomaco attraverso gli alimenti non possono essere correttamente digerite e assorbite. Quella che si crea e dunque una forte carenza di nutrienti che può provocare danni irreparabili all’intero organismo (l’osteoporosi per esempio, causata da una carenza di vitamina D e calcio).
Inoltre, uno studio pubblicato su Jama Neurology nell’aprile 2016, effettuato dai ricercatori dell’Università di Bonn e Rostock, correla l’uso di questi medicinali alla demenza. Nello specifico, l’uso prolungato di IPP aumenta la percentuale di rischio del 30%. Non è chiara la correlazione ma la patologia potrebbe dipendere dal cattivo assorbimento di vitamina B 12 e Magnesio.
Un abuso è inoltre correlabile ad allergie alimentari, artrite e aumentato rischio di infarto (dati di peer reviewed journals).
Secondo Doctor33, nota rivista online per medici, l’AIGO (Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri), afferma che un paziente su due assume IPP senza averne realmente la necessità.
In Italia oltre 1.289.000 di persone utilizzano questi farmaci in modo inappropriato.
E dire che basterebbe mangiare in modo corretto per prevenire il problema o addirittura, in molti casi, per risolverlo!
Sandra Greco,
esperta in alimentazione.
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