domenica , Settembre 8 2024

ViviEnna presente alla visita del Dalai Lama a Palermo, lezione di pace ed inno alla gioia

A fare da splendida cornice alla conferenza dal titolo “Educazione alla Gioia”, con la presenza di Tenzin Gyatzo, il quattordicesimo Dalai Lama, è stato il Teatro Massimo di Palermo. A distanza di ventuno anni dalla prima visita, il leader spirituale del Tibet, nonché Premo Nobel per la Pece, è ritornato in Sicilia. Nel capoluogo isolano, oggi, l’ultima tappa di una visita durata tre giorni, iniziata sabato scorso con l’incontro tenutosi al Teatro antico di Taormina dove migliaia di persone hanno seguito le due lezioni sulla pace e sulla meditazione. Sempre dalla capitale siciliana del turismo, il Dalai Lama si è rivolto ai grandi della terra dicendo: “E’ grave che alcuni leader non si preoccupano delle conseguenze del surriscaldamento. Anche la Sicilia è bellissima ma a rischio e potrebbe essere inghiottita dalle acque”. Poi l’incontro con il sindaco della città metropolitana di Messina, Accorinti, e l’abbraccio dei cittadini dello Stretto. Infine a Palermo, quest’oggi, la tanto attesa conferenza “Educazione alla Gioia”, in un Teatro Massimo che ha fatto registrare il tutto esaurito. Una conferenza che ha preso spunto da “Il libro della Gioia. Dialogo tra due Nobel per la Pace. Un libro incentrato sul dialogo tra il Dalai lama e l’arcivescovo africano Desmond Tutu. Quando Sua Santità fa il suo ingresso in teatro i presenti si alzano attribuendogli un lungo applauso. Per molti l’emozione è palpabile. In prima fila anche il sindaco di Messina, Renato Accorinti mentre il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, è seduto accanto al Dalai Lama. In un mondo dilaniato dalla guerre, dove ogni etica sembra svanita per dare posto solamente al dio denaro, il leader tibetano parla di una società occidentale troppo materialista. “La pace-dice- ha a che fare con il mondo interiore, con la gioia e i pensieri. Non possiamo trovare la felicità negli oggetti esterni. Serve un nuovo sistema educativo in questo secolo”. Ma le prime significative parole sono riservate al tema che riguarda l’accoglienza. “In Sicilia si sta già praticando la compassione per gli altri -ha detto il Dalai Lama- Lo si vede quando accogliete e curate i migranti, uomini e donne che hanno passato momenti terribili”. Aggiungendo: “Nel mondo ci sono persone che praticano altruismo e dalla Sicilia dovrebbe partire un coordinamento mirato a ricostruire le distruzione nei Paesi da cui arrivano i migranti”. Poi, il Premio Nobel per la Pace, si rivolge in qualche modo a tutti i potenti della terra. “Sbaglia-dice- chi ignora il passato, la storia e continua a praticare la guerra. Siamo tutti una comunità. Reagire con la violenza, con la guerra, appartiene al passato. Dovremmo imparare dalla prima e dalla seconda guerra mondiale. Il nostro bene -ha aggiunto- dipende dal bene dei nostri vicini. Il ventunesimo secolo dovrebbe essere improntato sul dialogo, sulla non violenza e l’Unione Europea dovrebbe includere anche la Russia. Il leader buddista ha anche spiegato che per arrivare alla pace nel mondo occorre unire la compassione con l’azione. E parlando di terrorismo ha spiegato che occorre chiedersi perché la comunità musulmana è così arrabbiata. “Dopo l’11 settembre scrissi a Bush, che rispetto, dicendogli che una reazione violenta avrebbe moltiplicato la violenza. Se adesso hai un Bin Laden, reagendo con la guerra ne avrai dieci, cento. Capisco perché ha voluto intervenire in Iraq, ma ha certamente sbagliato. La violenza è un combustibile che non porta mai alla pace”. “Promuovo inoltre la convivenza interreligiosa- ha detto Tenzin Gyatso- E’ indispensabile che ci siano diverse filosofie. Il cuore del pensiero è, però, sempre lo stesso. Se sei musulmano non sei violento, quando uccidi sei terrorista e non musulmano o buddista”. E in chiusura ha anche spiegato che la pace non si ottiene dalle preghiere ma dall’azione. “Se venissero Gesù Cristo, Maumetto o Budda ci direbbero che i problemi li abbiamo creato noi con le nostre azioni, quindi dobbiamo assumerci la responsabilità”. La conferenza si è conclusa allo stesso modo come era iniziata: con i presenti in piedi ad applaudire Tenzin Gyatso, il leader spirituale tibetano instancabile nel diffondere la cultura della pace.

Francesco Librizzi

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