L’episodio del Vangelo (Giovanni 2,13-25) è di quelli che concorrono a delineare di Gesù un ritratto “scomodo”.
Gesù compie un’azione, un segno, dice una parola!
Un gesto infiammato, carico di profezia: “Non fate della casa del Padre mio una casa di mercato!” “Non fare del mercato la tua religione, non fare mercato della fede”.
Non adottare con Dio la legge della compravendita, la logica del baratto.
Con Dio non si mercanteggia!
Dio non si compra e non si vende! Lui è di tutti!
La casa del Padre, che Gesù difende con forza, non è solo l’edificio del tempio, ma ancor più è Lui stesso.
In Lui Parola incarnata ci siamo noi uomini, c’è il creato.
Uomo, mondo, “vita,” non devono e non possono essere sottomessi alle regole del mercato.
Non umiliarli sotto le leggi dell’economia. Non fare mercato del cuore! Sacrificando i tuoi affetti sull’altare del denaro.
Non fare mercato di te stesso, vendendo la tua dignità e la tua onestà per briciole di potere, per un po’ di profitto o di carriera.
Don Giuseppe Rugolo
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