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Cavallo di Troia al Consiglio comunale su facoltà Kore ad Enna alta. Conclusione: “c’ià putimu fa!” (ma quante le cose che non vanno!)

Enna. Consiglio Comunale, in seduta ordinaria nella giornata di ieri 10.07.2019 alle ore 18 presso la Sala Consiliare del Palazzo Municipale, per trattare con un unico punto all’o.d.g.: “Dibattito su eventuale trasferimento di una o più facoltà dell’Università “KORE” ad Enna Alta”.
Seduta con diversi colpi di scena, tra il pubblico solo una rappresentante di una organizzazione categoriale di commercianti, rappresentante del neo Comitato ‘Enna alzati e cammina’ e del quartiere San Tommaso, assenti i vari club service, comitati di quartiere (che tanto rumore – o forse per farsi la solita gratuita pubblicità – hanno fatto attraverso la locale stampa sull’argomento).
Dopo l’intervento del Presidente della Kore Salerno (alla fine applaudito dai cittadini -abbastanza pochi- presenti ai lavori) diversi gli interventi dei Consiglieri, ma la conclusione non può che essere quella dettata dal primo cittadino Maurizio Dipietro, tramite il suo Assessore Vasco: “c’ià putimu fa!”.


Nel suo intervento conclusivo il Sindaco Maurizio Dipietro, in premessa dichiara che oggi come non mai il Comune e l’Università debbano assolutamente collaborare e che la Kore è senz’altro patrimonio della città di Enna. Aggiunge i ringraziamenti, oltre ai politici citati da Salerno, al Ministro dell’istruzione dell’epoca e a Ugo Grimaldi. Quindi passa a fare alcune precisazioni al discorso del Presidente Salerno. Rimarca le scelte sbagliate delle amministrazioni precedenti, che vent’anni fa hanno chiuso le porte di Enna Alta alla Kore.
Manifesta il suo fastidio nel vedere sindacare dal Presidente della Kore le scelte dell’amministrazione comunale. Lui non si è mai permesso di sindacare le scelte della governance dell’università, alcune delle quali non condivide, e non lo farà. Reputa sia da considerare un bene il fatto che ci sia stato un momento di scontro, che è giusto essere schietti e che siano state sollevate delle critiche. Ma a sua volta vuole sollevare un’unica critica e cioè che il Comune pro quota collaborò nella governance della Kore e il presidente gli propose un ruolo nel consiglio dei garanti che poi è stato riconosciuto all’Anci. Auspica, quindi, che anche questo dialogo si possa riaprire in un ragionamento complessivo.
Precisa che non c’è stata alcuna violazione del Piano Regolatore sul progetto della casa dello studente. Ribadisce la completa disponibilità dell’amministrazione nel trovare soluzioni condivise per la ricerca immobili nei quali trasferire le facoltà universitarie, confermando l’incarico dell’assessore Vasco di tenere le relazioni con l’Università per continuare a lavorare insieme.
Pensa che il Consiglio comunale non avrebbe niente fa ridire nel caso la Kore voglia considerare il Monastero delle Benedettine.
Infine, conclude asserendo che questo Consiglio comunale si è concluso certamente con buoni auspici.

Questo il “succo delle dichiarazioni del Sindaco, ora si propone per intero la relazione del Presidente della Kore, prof.Cataldo Salerno (che ribadiamo ha ottenuto gli applausi del poco pubblico presente, subito stoppati dal Presidente del Consiglio):

Innanzitutto un saluto, e soprattutto il ringraziamento a tutti consiglieri comunali ed al Presidente De Rose per avermi invitato qui oggi a parlare dell’Università che dirigo e per la quale lavoro da quando, nel 2005, l’abbiamo fondata a dispetto di ogni probabilità anche solo statistica.
Ho aderito immediatamente all’invito perche il Consiglio comunale è l’organo che rappresenta tutti gli ennesi, non soltanto quelli che assistono tra il pubblico, che ringrazio per la loro presenza, ma anche tutti i 28mila residenti e le tante migliaia che stanno in Italia e all’estero. Attraverso il consiglio comunale diedero ringraziare i club service, la confcommercio, il comitato di quartiere di San Tommaso e quanti hanno inviato petizioni e proposte all’Università, apprezzandone il ruolo e le funzioni.
Un saluto anche all’amministrazione comunale, al sindaco Dipietro e agli assessori che prendono parte a questa seduta che, per me, ha anche un tratto emozionale forte: quando ho lasciato questa aula avevo esattamente la metà degli anni che ho oggi ed anche allora, con un politico fine come Michele Lauria, avevamo immaginato che Enna potesse diventare sede di una università.
Ci sono riuscito vent’anni dopo, grazie alla legge Basaglia e all’apporto determinante di altri due grandi politici di questo territorio: Elio Galvagno e Mirello Crisafulli.
(La legge Basaglia è quella che abolì i manicomi).
È dal 1985 che non mettevo piede in questa sala, che non stavo tra questi scranni. Grazie per avermelo consentito ancora una volta, questa sera.
Penso, con il permesso del presidente De Rose, di potere dividere questa mia partecipazione in due momenti:
a) una introduzione sul tema più generale dell’Università nella città di Enna con riguardo anche alle problematiche del Centro storico
b) una seconda parte dedicata alle questioni che verranno poste nel corso degli interventi dei presenti.
Dico in anticipo che intendo essere molto chiaro e quindi molto franco con voi.
Se volete subito una risposta su quale corso e su quali corsi la Kore può spostare ad Enna alta, debbo declinare l’invito e andarmi a sedere dalla parte del pubblico per non mancare di rispetto al Consiglio. Le questioni infatti non si possono risolvere come in un questionario con un SI o con un NO.

Articolerei la prima parte in 7 punti:
Un Preambolo
Una Premessa con alcuni dati
Quattro Considerazioni
Considerazioni finali, che non chiamo conclusive perché vanno lasciate aperte.

UN PREAMBOLO
L’Università Kore non può sostituirsi all’Amministrazione ed al Consiglio comunale in quanto a linee strategiche di sviluppo della città di Enna. Non è l’Università che può dettare strategie e indirizzi. Può, se chiamata, fornire pareri e supporti scientifici, fare insomma il proprio mestiere.
È con questo spirito che partecipo ad una seduta che ha per oggetto una specificità molto particolare della città di Enna, quale è quella della desertificazione del Centro storico che si è voluto porre in relazione all’assenza di strutture universitarie.
Allo stesso modo, il Consiglio comunale e l’Amministrazione non possono indicare all’Università cosa debba fare. Ricordo a me stesso ed a tutti che l’Università ha una dimensione territoriale sovra-comunale.
Anzi, quando ormai alcuni decenni fa la immaginammo, fu proprio per sostituire e rimpiazzare le strutture periferiche dello Stato e delle grandi aziende che avevano cominciato ad abbandonare Enna a causa del lento declino dell’articolazione della pubblica amministrazione su base provinciale e in genere del progressivo venir meno della rappresentazione dello Stato nei singoli territori.
Allora immaginammo per Enna una nuova forma di leadership territoriale sovra-comunale, basata non più sull’essere capoluogo di provincia circoscritta all’interno della Sicilia, ma sul divenire capoluogo di un’università diffusa, attraverso gli iscritti, su tutta la Sicilia.
Ci siamo riusciti. Oggi Enna è conosciuta in tutta Italia e in gran parte del mondo grazie all’Università Kore, perché è transitata da un club di 107 province ad uno di 53 città universitarie.
Detto questo, alla Kore, nonostante l’Università abbia sempre aiutato il Comune ogni volta che le è stato richiesto – e sempre peraltro in forma gratuita – stiamo coltivando l’impressione che l’Amministrazione comunale abbia deciso di combattere la presenza dell’Ateneo nella città di Enna. Qualche esempio?:
– ha denunciato l’Università per la realizzazione delle baracche di S.Anna, realizzate invece dallo stesso Comune,
– ha modificato il Piano Regolatore per impedire i programmi di sviluppo della Kore,
– ha istituito assurdi parcheggi a pagamento davanti alle sedi didattiche,
– non ha previsto alcuna misura di aiuto per gli studenti universitari, ed altro ancora.
Questo atteggiamento rischia di arrecare danni irreversibili alla presenza della Kore ad Enna, rischia di infondere negli studenti la sensazione di non essere accolti, e sicuramente non giova neppure alla città. Vedremo se verrà o meno superato.

PREMESSA CON ALCUNI DATI
L’Università Kore di Enna è una università libera, una delle 18 università private in Italia. Si trovano 7 a Roma, 6 in Lombardia e 1 ciascuna in Piemonte, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia.
La Kore è la quarta università privata italiana – dopo le tre milanesi Cattolica, Bocconi e San Raffaele – per dotazione di professori e ricercatori. Dunque è la più grande a sud di Milano.
L’Università Kore di Enna
• movimenta ogni anno oltre 9.000 studenti, tra studenti regolari, studenti dei corsi post laurea, studenti adulti che acquisiscono specializzazioni e abilitazioni alle professioni, studenti stranieri.
• movimenta oltre 500 addetti, tra professori, ricercatori, dipendenti, consulenti e contrattisti.
• è l’unica università non statale in Italia ad avere una Facoltà di Ingegneria e Architettura.
• gli studenti iscritti provengono:
• per il 5% dalla città di Enna
• per il 15% dagli altri comuni della provincia di Enna
• per il 24% dalle aree metropolitane della Sicilia
• per il 55% da altre province della Sicilia
• per l’ 1% da fuori Sicilia
• insiste su 9 edifici + 1 programmato, dei quali:
• 3 in comodato dal Consorzio Ennese Universitario,
• 1 acquistato
• 5 realizzati durante i suoi primi 14 anni (la Biblioteca centrale, 3 centri di ricerca, 1 edifico didattico)
• 1 per il quale è stato ottenuto dal MIUR un cofinanziamento di oltre 8 milioni di euro: si tratta di una nuova residenza per studenti di circa 230 posti letto, 50 dei quali gratuiti per bisognosi e meritevoli, provvista di tutte le autorizzazioni e di tutte le valutazioni, la cui realizzazione è tuttavia bloccata dal Comune di Enna.
• la Kore è l’unica università siciliana a non avere ancora sedi decentrate, anche se svolge regolarmente attività didattiche e scientifiche in tutta la Sicilia ed anche oltre: master, convegni, ricerche, rilievi archeologici e iniziative con l’Istituto Confucio, della quale è unica sede da Napoli in giù.
• l’Università Kore di Enna è infine particolarmente orgogliosa per il fatto di registrare da anni la migliore performance qualitativa in Italia fra le 75 università statali e non statali che sono monitorate da AlmaLaurea di Bologna: infatti, secondo AlmaLaurea, che acquisisce le opinioni degli studenti in forma anonima, la Kore di Enna registra il più alto indice di soddisfazione in Italia per qualità complessiva (97,3%), per qualità dei docenti (95,9%), delle strutture e dei servizi (96,5%), dell’organizzazione (94,3%). È un dato che non viene pubblicizzato molto dai grandi quotidiani nazionali, forse o sicuramente perché è in controtendenza rispetto alle solite aspettative ed ai soliti pregiudizi.

1ª CONSIDERAZIONE
In chi governa Enna – e non mi riferisco soltanto a questa amministrazione – prevale in genere l’idea non tanto che la città sia divisa in due, che sarebbe un dato oggettivo (è persino divisa in tre) ma che la città sia soltanto Enna alta. E che Enna bassa sia una sorta di grande area di servizio attorno a due strade statali, una specie di Enna bassa come grande autogrill.
Per esempio,
– raramente vedrete un vigile urbano a piedi sulle strade di Enna bassa,
– le strade interne di Enna bassa sono piene di erbacce come le strade extraurbane,
– ci sono alcuni marciapiedi ma quasi tutti impraticabili per scarsa o nulla manutenzione,
– spesso non funziona in ampie aree l’illuminazione pubblica,
– il fenomeno del randagismo ha superato i livelli di guardia.
La strada che collega le due aree urbane maggiori non è neanche del comune di Enna: è la strada provinciale n. 1, con all’inizio e alla fine rispettivamente il cartello di fine Enna e di inizio Enna bassa. La maggior parte dei cartelli stradali a Enna bassa non indica “Enna Centro” ma semplicemente “Enna” dando al visitatore l’idea di trovarsi in un’altra località.
Ancora oggi, nei navigatori digitali, Enna bassa si chiama S.Anna, in provincia di Enna. Se cercate Enna Bassa non trovate direttamente una località sui navigatori, ma indirettamente molti esercizi e uffici che dichiarano di stare a Enna bassa.

2ª CONSIDERAZIONE
La desertificazione del centro storico, che ovviamente si trova a Enna alta, non dipende soltanto dalla divisione geografica tra Enna alta e Enna bassa.
Esistono significative differenze anche nell’ambito della parte alta della città. Per esempio, l’area dei due viali di Enna alta non si può dire che soffra degli stessi fenomeni del centro storico in quanto almeno ad attività commerciali.
La desertificazione dipende
– da processi demografici comuni a tutto il Sud Italia e
– dall’assenza di politiche pubbliche per il centro storico.
Il centro storico di Enna vive in aggiunta problemi viari dovuti all’annosa assenza della panoramica ed è in più letteralmente violentato, a mio avviso, da iniziative ed eventi che lo stanno rendendo inaccessibile e inappetibile sia a chi viene da altri quartieri, ma soprattutto a chi dovrebbe arrivare da altri centri:
– la chiusura del traffico senza alcuna programmazione e informazione, spesso improvvisata con transenne prive dell’indicazione dell’ordinanza sindacale
– l’eccessiva proliferazione di processioni di quartiere spostate tutte in centro
– l’adozione di parcheggi regolamentati con l’orario più esteso della Sicilia: ben 11 ore e per sei giorni alla settimana
– l’eccessiva leggerezza con cui le due piazze centrali vengono concesse a qualsiasi tipo di manifestazione, anche di nessuna attinenza con lo sviluppo dell’area e spesso anche con la dignità dei luoghi
– la mancanza di collegamenti stabili e rapidi con Enna bassa
– l’assenza per quasi l’intero sviluppo della via Roma del servizio pubblico di trasporto
Insomma, non appare conveniente vivere e lavorare nel centro storico, ma non appare facile neppure raggiungerlo.
Troppo spesso ci si dimentica che:
• la città è distribuita su due livelli e che questi due livelli devono potere dialogare reciprocamente e paritariamente. in questo momento la popolazione di Enna bassa non si sposta verso Enna alta nella stessa misura in cui la popolazione di Enna alta si sposta verso Enna bassa.
• il Centro storico sta soltanto a Enna alta.
• Un piano trasporti e parcheggi si fa studiando i flussi e i servizi presenti, non colorando a caso le strade. Per esempio, c he senso ha avere limitato la sosta nel tratto da San Tommaso al quadrivio del Monte?

3ª CONSIDERAZIONE
Il fenomeno della desertificazione del centro storico non riguarda soltanto i negozi ma anche gli uffici e in parte anche le abitazioni. Sempre più servizi, uffici e negozi si spostano verso Enna bassa, non solo perché c’è l’università, ma perché c’è più facilità di accesso e fermata nelle aree di Enna bassa che in quelle di Enna alta, peggio ancora nel centro storico.

Tutti i centri storici hanno problemi. Le nuove sensibilità ambientali, da noi spesso interpretate come freni e impedimenti, rendono più difficile vivere nei centri storici, specialmente quando mancano servizi e supporti, quando non ci sono parcheggi sotterranei, quando le difficoltà non sono ripagate da politiche di compensazione tariffaria e fiscale.

Nelle città di medie dimensione dell’Italia centro-settentrionale queste politiche di compensazione sono diffusissime, basta andare su internet per trovarne di ogni tipo:
– tasse comunali ridotte o azzerate per chi ha attività lavorative nei centri storici (qui invece forse si fa pagare addirittura di più)
– dehors gratuiti o a costo simbolico (qui invece si fanno pagare di più)
– agevolazioni o cofinanziamenti nelle ristrutturazioni edilizie (qui si creano più problemi)
– pass gratuiti o a prezzo simbolico per i parcheggi dei residenti e dei lavoratori (qui invece neanche l’ombra)
– adeguata informazione ai cittadini ed ai turisti mediante sistemi elettronici collocati all’ingresso delle città (qui abbiamo transenne più o meno approssimative ed un pannello inaffidabile posto all’inizio della città alta, quindi inutile)
– agevolazioni per i pullman turistici (qui si impedisce loro di arrivare)
Sarebbe indispensabile una navetta che faccia continuamente la spola tra il centro di Enna Bassa e la piazza Vittorio Emanuele.
Chi arriva in centro storico per comprare o semplicemente per ritirare un prodotto o una pratica dai pochi uffici rimasti ha la netta sensazione di essere immediatamente individuato dai vigili urbani come destinatario di una multa, anche quando non risulta d’ostacolo alla circolazione. La gente in questi casi se la prende direttamente con i vigili urbani senza considerare che i vigili urbani non c’entrano nulla, ricevono direttive dai loro superiori. Bisogna cambiare queste direttive, bisogna introdurre il criterio del buon senso e della flessibilità, bisogna evitare che i vigili urbani si trovino invischiati ingiustamente in conflitti con gli automobilisti.
Per non parlare dell’Ufficio Anagrafe centrale situato in una sede fuori norma.
I parcheggi dovrebbero essere privi di ticket per tutta la giornata di sabato (quando le scuole e gli uffici sono chiusi) e tutti i pomeriggi.
Enna è una città di impiegati (oltre il 55% opera nelle amministrazioni pubbliche) che fruiscono a turno di pomeriggi liberi che potrebbero essere impiegati per gli acquisti.

4ª CONSIDERAZIONE
Da quello che ho letto sui giornali, nelle diverse petizioni e sui social, sembra che il centro storico sia nelle condizioni in cui si trova a causa dell’assenza di una facoltà dell’Università Kore, l’unica istituzione che invece ci voleva stare sin dall’inizio della sua esistenza e alla quale non è stato consentito di farlo per ragioni di visuale corta.
Attribuire le cause della desertificazione del centro storico all’Università è tecnicamente una mistificazione: tanti centri di servizio sono stati trasferiti da Enna Alta a Enna Bassa, senza che nessuno vi ponesse alcun rimedio.
Facciamone un elenco:
1. l’Ospedale
2. i Vigili del Fuoco
3. quasi tutti gli uffici della Questura
4. gli Uffici Finanziari
5. l’Archivio di Stato
6. l’Ufficio collocamento
7. la Siciliana Gas ora Italgas
8. buona parte delle scuole superiori: Commerciale, Geometri, Linguistico, Musicale
9. persino il Comando dei Vigili Urbani
10. persino la Farmacia più grande.
Escludendo l’Ospedale e i Vigli del Fuoco, che per le loro specificità infrastrutturali devono essere ubicati necessariamente dove stanno,
perché gli altri uffici se ne sono andati?
– perché i Vigili Urbani hanno la sede centrale a Enna bassa?
– perché alla Questura non sono stati ceduti locali liberi a Enna alta?
– perché non è stata fatta la stessa cosa con l’Archivio di Stato?
– perché gli Uffici Finanziari, pur avendo una sede di proprietà a Enna alta, stanno a Enna bassa in locazione?
– perché il Liceo Musicale è stato spostato a Enna bassa?
– perché anche una Farmacia è andata via dopo che le è diventato impossibile servire un cliente alla volta, come unico è stato il parcheggio riservato assegnatole?
E ancora:
– perché si continuano a rilasciare licenze di costruzione a Enna bassa invece che privilegiare le ristrutturazioni a Enna alta?
– perché sono stati autorizzati così tanti chioschi, e tutti a Enna bassa?
– perche nessuna linea urbana passa da via Roma?

CONSIDERAZIONI FINALI
Alla luce della situazione che è venuta creandosi nella città tutta, non appaiono giustificate le ipotesi di salvezza del centro storico affidate all’Università. Anzi, ritenere che tutto possa dipendere dall’Università può distrarre dai reali problemi che affliggono il centro storico di Enna.
Come l’Ospedale, l’Università – dopo 25 anni di esilio forzato, durante i quali è stata realizzata e sviluppata una infrastrutturazione complessa ad Enna bassa – non può spostarsi ad Enna alta come fosse un piccolo ufficio.
Ve li immaginate alcuni reparti dell’Ospedale trasferiti ad Enna alta e separati dalle altre strutture tra di loro interconnesse?
L’Università è una struttura articolata costituita da diverse componenti tra loro interconnesse: per esempio,
– non si possono separare i corsi di Ingegneria dai centri di ricerca che li affiancano
– non si possono separare i corsi di Scienze Motorie dalla Palestra attrezzata che è stata appena inaugurata
– non si possono separare i corsi di Lingue dal Centro Linguistico
– non si possono separare i corsi di laurea che dipendono fortemente dalla Biblioteca
Sono le stesse ragioni per le quali abbiamo finora rifiutato il decentramento in altre città della Sicilia dove ci vengono gratuitamente offerti prestigiosi edifici. L’Università è un tutt’uno inseparabile, se non per pochissime eccezioni.
Non va dimenticato che la Kore ha investito a Enna bassa oltre 50 milioni di euro di infrastrutture e attrezzature fisse.
Già noi avevamo pensato a collocare Architettura nella nuova residenza – da noi stessi realizzata con fondi della Regione – a Mulino a Vento, ma prima che noi potessimo completare i lavori quella struttura ci è stata richiesta indietro dalla Provincia, che pure si era impegnata a lasciarcela per alcuni decenni.
Avevano anche pensato al vecchio Ospedale quando avviammo una esperienza di corsi sanitari con Messina, ma anche quella struttura ci è stata richiesta indietro dopo che l’Università vi aveva speso parecchie centinaia di migliaia di euro.
Altre soluzioni ad Enna alta al momento non ne vedo. Certo, si possono programmare, ma devono avere non dico la testa, ma almeno i piedi per camminare. Sento in giro di proposte di Valverde o di Sant’Onofrio: non mi sembra che l’Università possa dare visibilità alla città stando nascosta.
L’Università, in ogni caso, non può rischiare di marginalizzarsi perché non è una struttura cittadina e neppure provinciale: è una struttura con un bacino di utenza regionale e deve essere facilmente raggiungibile da tutta la Sicilia. Al momento non sembrano esserci le condizioni per un accesso agevole ad Enna alta, ed in particolare al centro storico.
Mancano, per collocare una struttura universitaria in centro storico:
– vie di penetrazione adeguate e affidabili in termini di tempi di percorribilità
– parcheggi in grado di assorbire un’utenza che deve potersi muovere più volte al giorno
– collegamenti affidabili con i servizi pubblici regionali e inter-regionali
– edifici idonei ed agibili per ospitare degnamente e secondo le norme vigenti sulla sicurezza e l’accessibilità una struttura universitaria, sia essa il Rettorato, un Corso di laurea, un Centro di ricerca o una Facoltà
– sicuramente l’Università non potrebbe farsi carico di investire altro denaro a Enna alta prima di verificare gli effetti a medio termine, oltre che ristrutturare edifici in aggiunta a quelli realizzati ad Enna bassa.

Questa è, a parere mio e del Consiglio di amministrazione e del Consiglio dei Garanti dell’Università, la situazione attuale.
Ci sono prospettive diverse? Ci sono sempre, ma occorre che chi ne ha i mezzi e i poteri faccia proposte concrete che il governo dell’Ateneo possa valutare nel dettaglio.
Comprenderete benissimo tutti che dopo che due edifici a Enna alta che ci sono stati richiesti indietro a lavori parzialmente eseguiti, gli organi di governo dell’Ateneo pretendono dati certi.

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