La perdita della capacità di comporre o comprendere il linguaggio per una lesione di una specifica area del cervello (area di Broca e di Wernicke) è chiamata Afasia. Non rientrano pertanto nelle afasie i disturbi del linguaggio causati da problemi sensoriali o deficit intellettivi o da disturbi psichiatrici. Il disturbo afasico comprende vari aspetti del linguaggio: comprensione, produzione, ripetizione e strutturazione di un discorso di senso compiuto. Ad esempio una parola viene sostituita da un’altra di significato diverso ma quasi simile nella fonetica (es. Torino con Tonino) o con una parola di significato diverso e senza legame fonetico. Spesso questo disordine del linguaggio si accompagna ad altri disturbi come la disartria ( difficoltà di produrre il linguaggio per problemi alla muscolatura deputata alla fonesi) e l’aprassia (incapacità di compiere gesti coordinati).
Tra le cause dell’Afasia si annotano: l’ infarto cerebrale, l’attacco ischemico transitorio (nel quale l’Afasia dura pochissimo tempo), l’ emorragie cerebrali in alcune aree del cervello, i tumori cerebrali, le atrofie cerebrali (progressivo deterioramento delle cellule cerebrali), i traumi responsabili di ematomi intracranici, le encefaliti, l’epilessia (che dà afasia di qualche minuto) ed emicrania (che dà anch’essa afasia temporanea). Grandi passi ha fatto la psicolinguistica nella classificazione delle varie Afasie e nell’approccio del soggetto afasico ottenendo grandi successi. E’ possibile un recupero del linguaggio particolarmente se i soggetti sono bambini o giovani perché, in quest’età, è notevole la capacità neuroplastica del sistema nervoso centrale.
Dott. Rosario Colianni
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