Assistiamo sgomenti in queste ore dinnanzi ai vili attacchi che sta subendo l’Assessore di Cerami Schillaci in merito alla Sua scelta di aderire al partito della Lega. Attacchi che, allontanandosi profondamente dalla sfera politica, sfociano nel più misero attacco personale (condito con tanti luoghi comuni che ormai non fanno ridere più neanche i polli). Innanzitutto all’Assessore Schillaci va la solidarietà dinnanzi a questi obbrobri che non si possono spiegare se non come la frustrazione di certuni di vedere persone libere e che ragionano con la propria testa. Una libertà che porta anche a cambiare (o modificare) idea perché, ben sappiamo, che solo gli sciocchi restano arroccati nelle proprie posizioni. Ma è un qualcosa che abbiamo davanti agli occhi e che sperimentiamo giornalmente ogni volta che sentiamo parlare di vincolo di mandato e di doversi dimettere quando si cambia partito (argomento tornato in auge con la recente presa di posizione dell’on. Pagana), spogliando letteralmente la dignità del rappresentante in quanto essere umano e rendendolo un numero e nulla più. È questa la politica che immaginavano i Nostri Padri Costituenti? E allora perché tanta pena ad eliminare il Fascismo e il Nazismo (e ogni altro regime totalitario) la cui prima colpa imputata a questi è la soppressione della libertà sin dal Parlamento? La verità, ci stiamo sempre più convincendo, è sempre una: ci riempiamo la bocca della parola “libertà” ma abbiamo paura di essere liberi! E appena vediamo una persona che esercita la propria libertà, come quella volpe che disse dell’uva che non riusciva a raggiungere che fosse acerba, invidiosi o intimoriti dinnanzi ad un tale atto, che è il più nobile atto che potremmo esprimere come esseri umani (ovvero l’esercizio della libertà), siam pronti ad attaccare anche pesantemente. Memori che la migliore difesa è l’attacco o, più terra terra, prima che lo dicano a me devo essere io a dirlo, nascondiamo la nostra frustrazione nel non essere liberi (non osando pensare che certuni forse si credono liberi nella loro schiavitù) attaccando chi realmente è libero additandolo, paradossalmente, come un non-libero, accecato da chissà quale mero fine economico o altro (che poi, chi fa questa illazione, forse, sotto sotto, desidera personalmente quel chimerico fine economico o altro). Abbiamo sovente satireggiato sulla Lega (ma come un po’ su tutto perché, sempre nell’ottica della libertà, non sentendoci legati a nessuno approviamo ciò che riteniamo giusto e dissacriamo ciò che riteniamo sbagliato) ma additare alla nuova classe dirigente, anche composta da giovani valorosi e che indubbiamente potranno fare qualcosa per questa nostra terra, colpe antiche di una classe dirigente mandata in soffitta è una stupidaggine incredibile (perché, altrimenti, dovremmo abolire tutto in quanto nessuno di noi, essendo esseri umani, può vantare una vita senza errori/orrori). Michele Schillaci ha liberamente ponderato e deciso di aderire alla Lega. Perché se essere una persona libera è da leghisti. Se spendersi per il proprio territorio e continuare a farlo è da leghisti. Se pensare con la propria testa è da leghisti, allora ci vantiamo di essere tutti leghisti. Innanzi ad un’elezione, non il partito, ma in primis la persona, quando si ha l’onore di conoscerla, va valutata per ciò che ha fatto e per ciò che potrà fare. Perché non le sigle, ma le persone devono governare questo nostro territorio. E se non capiamo questo, bè, forse questi insulti sono indicativi del fatto che siamo noi a non meritare valide persone che si sono spese e che si spenderanno sempre come l’Assessore Schillaci.
Alain Calò
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