giovedì , Ottobre 24 2024

Turbamenti e umana pietà di Troina per il caso della giovane disabile dell’Oasi Maria vittima di violenza sessuale

Troina. In un piccolo paese di poco meno di 9 mila abitanti, dove tutti si conoscono, ha un forte impatto una triste vicenda come quella della giovane disabile vittima di violenza sessuale perpetrata da chi avrebbe dovuto prendersene cura.

Ora questa giovane disabile è al sesto mese di gravidanza. Se una vicenda simile accade in una grande città, l’impatto non è lo stesso. Suscita certamente raccapriccio negli abitanti della grande città, dove non è molto ampia la cerchia di persone con le quali si hanno relazioni più o meno intense di vicinato, di lavoro e di amicizia, ma non c’è lo stesso coinvolgimento emotivo degli abitanti di un piccolo centro dove ognuno conosce tutto degli altri. Aver appreso quello che è accaduto alla giovane disabile ricoverata all’Oasi Maria SS, per i troinesi è stata un’esperienza di cui avrebbero fatto a meno. Ne sono rimasti turbati. Non ne parlano volentieri, e quando lo fanno usano toni sommessi e parole civili e rispettose. Toni e parole che addicono la caso. Provano un sentimento di umana pietà per la vittima e di sincero dispiacere per quello che stanno provando le persone più vicine all’autore del reato. Anche per queste persone è una tragedia quello che è accaduto. A soffrirne molto, e di più, sono i 700 dipendenti dell’Oasi Maria SS, che quotidianamente sono impegnati nelle attività di cura di alcune centinaia di disabili. Medici, infermieri e operatori socio-sanitari fanno un lavoro che richiede, oltre alla competenza professionale, un impegno etico ed emotivo simile a quello richiesto per le missioni. Qualità, queste, riscontrabili tra i dipendenti dell’Oasi Maria SS. Prova ne è il fatto che tra di loro ce ne sono che, dopo una giornata di lavoro, dedicano parte del loro tempo libero al volontariato. Per tutte le componenti dell’Oasi Maria SS, dai dipendenti ai dirigenti e alle volontarie, questo 2020 è un anno orribile, che sperano finisca presto. Dopo essere stata investita dalla pandemia da coronavirus, che ha comportato la sospensione delle attività, la messa in cassa integrazione di centinaia di dipendenti e una complessa riorganizzazione, l’Oasi Maria SS s’imbatte in una triste e brutta vicenda che è una conseguenza non prevista della pandemia. Una vicenda che può avere seri riflessi sul piano dell’immagine dell’istituto e del paese. E tutto questo non è giusto, perché i primi a soffrire per questa triste vicenda sono la città di Troina e l’Oasi Maria SS, che di Troina è una parte, anche se grande, ma sempre una parte.

Silvano Privitera

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