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High Score: la docuserie che ci racconta la storia dei videogames

Il 2020 si sta rivelando un anno molto ricco, in termini di nuove uscite per le serie tv. Basta dare uno sguardo a quelli che sono stati salutati dalla critica in quanto veri e propri best seller come Better Call Saul o The Boys, ma anche per restare in ambito di spin off di saghe cult, The Mandalorian. Vi sono stati poi dei casi di successo non programmato come Cobra Kai, prodotta nel 2018 ma rilanciata grazie all’acquisizione da parte di Netflix, così come Dark, altra serie cult sempre brandizzata dalla società di Los Gatos. Tuttavia il 2020 è un anno proficuo anche per il settore delle docuserie, dove spicca per qualità e per tematica una serie come High Score. Si tratta di un prodotto di alto livello per tutti gli amanti di gaming, visto che narra la nascita e l’epopea del videogioco. Un tema attualissimo e ultimamente alimentato da un successo libraio e cinematografico come quello di Ready Player One di Ernest Cline. Il romanzo, che poi è diventato anche un fortunato film diretto dal Re Mida di Hollywood, Steven Spielberg, attinge allo stesso immaginario video-ludico su cui si basano le sei puntate di High Score.

Vedere una serie come High Score è quindi lo spunto utile, per tutti quegli appassionati geek di qualsiasi età che resistono alle mode e al tempo, ma che amano profondamente il settore del gioco e della videoludica odierna. Un settore che nel corso degli ultimi anni è cresciuto e si è sviluppato in modo esponenziale e orizzontale, sfruttando anche la possibilità di giocare in modalità online, con funzioni di multiplayer e simili. Non è un caso se oggi ci troviamo a dover recensire prodotti ibridi come la Nintendo Switch, console che può essere giocata comodamente da casa o in giro, avendo sviluppato la tecnologia dei dispositivi mobili. Del resto il successo del gioco online è palese e visibile agli occhi di tutti. Si pensi ad esempio ai giochi slot a Leovegas.it dove è possibile accedere facilmente dal proprio smartphone, tablet o laptop, che stanno ottenendo buoni riscontri in termini di pubblico e di utenti attivi.

Una cavalcata che comincia proprio in quegli anni settanta mitici della Silicon Valley, zona che diede i suoi natali a talenti come Steve Jobs e Stephen Wozniak. In pratica alcuni dei protagonisti di quella che venne poi definita la rivoluzione digitale che ancora oggi stiamo vivendo e attraversando. Si parla di must assoluti come la Atari, ma anche di prodotti come Commodore o Nintendo, che ancora oggi potete trovare nel reparto console, dove rivaleggia con colossi quali Sony e Microsoft. Pensare che i primi simulatori di gioco era tutt’altro che appetibili per il grande pubblico.

Eppure il cammino da DooM fino ad Adventure, passando per Arkanoid e Super Mario Bros, ha consentito ai giochi di categoria arcade di creare un filone redditizio e capace di resistere allo scorrere del tempo. Il valore di High Score non è però legato esclusivamente all’aspetto nostalgico e a quella che Simon Reynolds definisce Retromania, bensì getta le basi per un dialogo tra diverse generazioni di amanti e di estimatori di videogames. I videogames classici del decennio d’oro anni ottanta, sfociato infine nel perfezionamento degli anni novanta e nel manierismo degli anni zero, è solo la punta dell’iceberg per un settore che di anno in anno è cresciuto e si è perfezionato fino ad arrivare all’era delle app di gioco per smartphone e tablet.

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