“All’alto senso artistico di Ernesto Basile… non potrà sfuggire che la bellezza di questa antica cittadina consiste principalmente in una delicata armonia tra le case e la natura, tra le pietre e il paesaggio che l’avvolge tutt’intorno. Una bellezza che facilmente può scomparire se si altera fuori del conveniente questo rapporto armonico; se si turba l’ambientazione di certe piazze, l’inquadramento di certi vecchi edifici, lo sfondo pittoresco di certe strade.”
Così scriveva il nostro Nino Savarese sul numero di febbraio 1928 de “Il Lunario Siciliano”, rivolgendosi al famoso architetto autore del Monumento ai Caduti ed incaricato della redazione del Piano Regolatore di Enna.
In seguito all’elevazione di Castrogiovanni a capoluogo di Provincia il 6 dicembre 1926 ed alla sua ridenominazione con l’antico nome di Enna, la città fu sottoposta a massicci lavori che nei successivi quindici anni ne cambiarono profondamente l’aspetto urbanistico.
Dapprima fu cambiata la pavimentazione della via Roma sostituendo il caratteristico acciottolato misto a basole di pietra lavica con un basolato uniforme.
Agli inizi degli anni trenta nella Piazza Vittorio Emanuele fu edificato il sontuoso Palazzo Militello mentre nell’attigua Piazza San Marco fu sopraelevato di un piano il Palazzo delle Poste.
Nella seconda metà degli anni trenta, nonostante fosse stato dichiarato monumento nazionale, fu abbattuto il grande palazzo quattrocentesco dei baroni Varisano di Pasquasia che si trovava nell’area oggi occupata dal Banco di Sicilia.
Nella zona corrispondente all’attuale Piazza Garibaldi, nello stesso periodo, furono costruiti il palazzo degli impiegati, il palazzo della Prefettura, il palazzo delle Corporazioni e la Banca d’Italia. Profonde opere di ristrutturazione subì anche il palazzo dei baroni Grimaldi di Geracello prospiciente nella stessa piazza.
Il Palazzo di Giustizia, di nuova istituzione, trovò sede all’interno del palazzo Chiaramonte.