Il lunedì successivo alla prima domenica di settembre, alle quattro del pomeriggio, a Calascibetta rivive la corsa dei berberi, rigorosamente a pelo. Si ripete ogni anno, dall’ottocento, quando i coloni arabi si stabilirono nella fortezza di Kalath-Shibet, costruita per espugnare la vicina città di Enna. Dapprima una festa pagana, alla fine del secolo scorso cominciò a combinarsi con la sacralità dei riti religiosi, festeggiando la festa della Madonna di Buonriposo. Quest’ultima risale alla fine del secolo scorso, quando venne ritrovata, nelle miniere sotto il pianoro, una roccia con le sembianze della Madonna. Subito iniziò una ‘guerra’ tra il clero, che volevano quanto ritrovato in paese, e i minatori che non intendevano assolutamente concedere alle richieste dei rappresentanti della chiesa. A questo punto, si ricorda che è intervenuto il ‘miracolo’: la Madonna diventò, durante il tragitto, talmente pesante che non potè più essere trasportata in paese. In quel posto venne costruito l’odierno santuario. Alla rottura delle pignatte, al palo de “l’antinna”, all’odore della salsiccia, che da oltre dieci giorni è il boccone d’obbligo, si aggiungono questi cavalieri che a pelo montano robusti cavalli. Diversi i giovani, con il frustino che fa bella mostra di se, che partecipano al palio. Un pianoro di qualche centinaio di metri, percorso prima della gara per abituare i cavalli al breve percorso, mentre gli organizzatori preparano le distribuzione delle varie batterie. Il pubblico distribuito ai lati della pista, come una cornice, incita i cavalieri fino alla fine, quando solo due cavalli restano in gara il tifo è alle stelle. Il premio è il palio della Madonna. La kermesse principale è alla fine della gara con la corsa degli asini, anche essi montati pelo. A quel punto non esiste più la pista è tutta invasa dagli spettatori, i ragazzi, con bastoni, cercano di far prendere la ‘dritta’ via ai simpatici e testardi asinelli, che immancabilmente prima si rifiutano ad allinearsi poi di percorrere. E’ una ‘corsa’ senza limiti di tempo. Intanto, il pubblico al ritorno nel pianoro di Buonriposo, è già pronto ad accendere i primi fuochi, serviranno per arrostire le succulenti carni del pregiato maiale xibetano.
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