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Addio 2020

Il 2020 ormai ci lascia. Un anno che sicuramente passerà alla storia come “annus horribilis”. Non sarebbe, comunque, né il primo né l’ultimo (non toccate ferro perché la verità è questa). Eppure, per certi versi, il 2020 è stato un anno bellissimo. Ovviamente quei “certi versi” devono saper essere letti bene. Tutti sappiamo che è stato l’anno del Covid. Della pandemia e degli innumerevoli morti. Un anno di lacrime, di crisi. Un anno che di certo ha segnato tutte le nostre vite e che i rimbombi si avranno anche nei prossimi decenni. Eppure è anche un anno che dobbiamo saper sfruttare. Il 2020 è forse l’anno che ci ha fatto scoprire esseri umani. Ha fatto scoprire i nostri limiti. E che cosa ci fa più paura se non scoprire i nostri limiti? Ma i limiti possono diventare ricchezza. Senza la pandemia avremmo sempre più tralasciato e raffreddato i valori fondati dell’essere umano. Perché i rapporti con i nostri simili, ormai quasi sempre demandati al social, abbiamo scoperto che sono qualcosa di importante e che dobbiamo vivere fisicamente. Abbiamo scoperto che non siamo fatti come le macchine per vivere sol per il lavoro, ma abbiamo una sfera, quella privata e quella del tempo libero, che ha bisogno di vasti orizzonti e di compagnia. Abbiamo scoperto che l’egoismo, il chiudersi in se stesso fa male. E che la cura a tutto ciò è instaurare e rafforzare i rapporti con le persone. Abbiamo scoperto che la prima missione della scuola non è un qualcosa di nozionistico, ma è un incontro sociale e che i nostri figli, sotto quest’ottica, bramano di andare a scuola. Abbiamo scoperto che nessuno si salva da solo, che tutti siamo importanti ma nessuno necessario. Che per fare qualcosa di grande abbiamo bisogno della cooperazione di tutti. Che per vivere abbiamo bisogno di tutti. Abbiamo scoperto che non è vero il detto “la mia libertà finisce quando inizia quella dell’altro” vedendo nell’ “altro” un ostacolo da abbattere, ma che “condizione affinché io sia libero è che l’altro accanto a me sia libero”. Abbiamo scoperto che questa vita va vissuta attimo per attimo, che basta un nulla per perderla. Abbiamo scoperto che “carpe diem” non è un motto da tatuarsi, ma uno stile di vita. Abbiamo scoperto l’importanza del vivere il presente e non rimandare mai nulla a domani. Abbiamo scoperto, per certi versi, anche la morte che è nostra compagna di viaggio, e che ci sono tanti modi per essere morti senza esserlo realmente. Abbiamo scoperto le nostre fragilità, che la nostra società si basa su un ordine che è sottile quanto un filo di capello. Abbiamo scoperto che basta un soffio per mandare all’aria anche il più robusto castello. Abbiamo scoperto che non siamo Dio e che, fortunatamente, non lo diverremo mai. Abbiamo scoperto che dobbiamo vivere e non sopravvivere con il compitino datoci dalla società. Abbiamo scoperto che il lavoro è importante ma la vita è altro. Che lo studio è importante ma la vita è altro. Abbiamo scoperto che la vita è veramente degna di essere vissuta se in questa vita riusciamo a ritagliarci un angolo di libertà. Altrimenti non abbiamo vissuto niente. Abbiamo vissuto una vita di altri, impostaci dagli altri, stereotipataci dagli altri.
Questo è il 2020. Non annus horribilis ma anno delle scoperte. L’augurio per il 2021 è di avere la forza e il coraggio di mettere in pratica i risultati derivanti da queste scoperte.

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