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Caro acqua. Riduzione o “coupe de theatre”?

Caro acqua. Riduzione o “coupe de theatre”?

di Massimo Greco

La riduzione delle tariffe idriche è un impegno assunto anche dal Sindaco di Piazza Armerina  Cammarata nella qualità di Presidente dell’Assemblea territoriale dei Sindaci che ha preso il posto del Sindaco di Enna Di Pietro. Il neo Presidente ha assicurato che la riduzione potrà farsi senza intaccare il cronoprogramma degli investimenti. Bene, ammesso che questa riduzione possa farsi (una sorta di “coupe de theatre”), e lo verificheremo nei prossimi giorni, ci chiediamo come e perché non sia stata fatta prima, e soprattutto perché gli utenti sono stati costretti a pagare importi così esosi per avere somministrato un bene così prezioso e vitale come l’acqua. Se così sarà, infatti, qualcuno dovrà cominciare a puntare i riflettori sulla gestione dell’autorità d’ambito (ATO Idrico) e sulle modalità di esercizio delle rispettive funzioni. Delle due l’una, o la riduzione delle tariffe non è tecnicamente possibile anche oggi , ovvero se ciò è possibile senza limitare gli investimenti in tutti questi anni qualcosa all’ATO Idrico non ha funzionato. Ma dal neo Presidente dell’Autorità d’ambito (oggi ATI) ci aspettiamo anche qualche buona notizia sul fronte delle annose e vessate “partite pregresse” autonomamente inserite in tariffa dal gestore AcquaEnna per riequilibrare il piano economico e finanziario e assicurare la copertura integrale del servizio idrico. Com’è noto la geniale idea di “spalmare” dette “partite pregresse” sugli utenti per dieci anni è stata decisa durante il commissariamento dell’ATO Idrico con il silenzio dei Sindaci del tempo. Oggi, in attesa che la questione possa arrivare sul tavolo della Corte Costituzionale come già avvenuto per i depuratori, l’unica strada che si può percorrere è quella di una finanziamento regionale veicolato attraverso una norma regionale ad hoc votata dall’Assemblea Regionale Siciliana, al pari di quanto già fatto per le consorelle province di Caltanissetta e Agrigento. In dette province, le “partite pregresse” non sono state “caricate” agli utenti uti singulu ma più opportunamente, e più sensatamente, agli utenti uti cives. E’ certamente vero che a pagare il costo di qualsiasi servizio collettivo è sempre il cittadino, ma  la differenza tra l’utente che paga il servizio in base al contratto d’utenza sottoscritto e il contribuente che paga il servizio sulla base di un rapporto di fiscalità con lo Stato, è sostanziale.
Ci aspettiamo che i tradizionali “buoni rapporti” del Sindaco di Piazza Armerina con il Presidente della Regione Musumeci siano capitalizzati per correggere questa “stortura” tutta ennese.

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