sabato , Luglio 27 2024

Il prezzo della corruzione

La corruzione in Italia c’è ma non si vede semplicemente si manifesta, nelle opere e nell’immobilismo retorico, che dà l’illusione di cambiare le cose senza farlo mai veramente. La corruzione si annida nella zona grigia di un sistema che impiglia e innesca la possibilità di agire con rapidità e trasparenza. Il nostro sistema politico e amministrativo è un groviglio di sfumature e per un disgraziato che volesse lavorare cercare la via più breve, la più immediata diventerebbe necessario se poi ci fosse un prezziario già stilato tutto si semplificherebbe e così mentre sulla scena figure approssimative prenderebbero forma, le parole perderebbero di significato o banalmente passerebbero dalla maiuscola alla minuscola: Giustizia, Verità, Legalità e Onestà diventerebbero giustizia, verità, legalità e onestà senza tema di ledere l’immagine di questo o quello. Chi non ha fatto ricorso ad una raccomandazione per ottenere un’autorizzazione o accelerare una pratica? Chi? Non è congenita disonestà del popolo italico e piuttosto disaffezione nello Stato che fattosi stato ha indotto alla riduzione del danno, est modus in rebus. E allora perchè non legalizzare la corruzione? Bisognerebbe naturalmente cambiarle il nome, ma così facendo potrebbe entrare nei bilanci di previsione del cittadino medio. Lo stato dovrebbe prendere atto della propria inadeguatezza e riconoscere che la lealtà è un impiccio e senza ipocrisia verso se stesso e i propri amministrati, stabilire che siano i pubblici funzionari a condurre la contrattazione con l’utente ricavandone un utile per sé e per il contraente, con la legalizzazione della regalia questi importi sarebbero appannaggio dei singoli e della loro capacità di contrattazione, certo bisognerebbe sostituire il diritto col privilegio, ammettendo che il diritto è stato reso inerme da una legislazione ingarbugliata e scritta in malafede per favorire gli interessi del più forte, sostituire lo stato di natura con quello di diritto, accogliere la prevaricazione e l’ingiustizia e rinunciare come scrisse Friedrich Dürrenmatt.

“a scandagliare scrupolosamente le possibilità che forse ancora restano alla Giustizia”


Gabriella Grasso

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