sabato , Luglio 27 2024

Si preparino i comuni per affrontare insieme, no in ordine sparso, le sfide del Recovery Fund

Se un deputato della Lega come Alessandro Pagana si dichiara “perplesso che si possano riuscire a spendere al Sud le ingenti somme” e auspica che venga accolta dal governo Draghi la richiesta della Lega di “concepire in tempi rapidi la nascita di un’Agenzia per la programmazione, la progettazione e la realizzazione di progetti strategici per il Sud”, cosa ci vorrebbe per i comuni delle aree interne, che sono piccoli comuni con poche risorse umane disponibili e senza le necessarie competenze? Questo Pagano non lo dice, e molto probabilmente neppure ci pensa. Nel dibattito che si è sviluppato su questi temi, molti pensano che per i comuni delle aree interne ci vorrebbe un’agenzia di sviluppo locale con figure professionali di animazione territoriale, di creazione di lavoro, di creazione d’impresa, di progettazione urbanistica e territoriale. Ma, questa, che sarebbe l’ideale, non si realizza in poco tempo. Quello che i comuni possano fare subito, per attrezzarsi ad affrontare le sfide del Pnrr, comunemente inteso “Recovery Fund”, e degli altri strumenti disponibili per lo sviluppo delle aree interne, è la costituzione di uffici ai quali affidare le funzioni che sono proprie di un’agenzia di sviluppo per mettere i sindaci e le giunte municipali di conoscerli e utilizzarli al meglio. Nella selezione delle unità di personale da destinare a questi uffici, che potremmo chiamare “Ufficio programmazione e sviluppo locale”, si dovrà tenere conto di alcune caratteristiche. Le unità di personale devono essere giovani, motivati, possibilmente laureati in materie tecniche (ingegneria edile, architettura, ingegneria gestionale, economia, sociologia, scienze politiche). Se non ci sono tutte queste figure, si scelgono quelle che ci sono o figure che vogliono convertirsi in queste nuove funzioni. Naturalmente per tutti devono essere previsti dei corsi di alta formazione sui diversi aspetti e problemi dello sviluppo locale (ricerca socio-economica, programmazione, progettazione, partecipazione ai bandi europei e rendicontazione fondi europei etc). Spesso si usa la metafora del treno che passa e sul qual salire per intercettare questi strumenti per lo sviluppo locale. Ma non basta aspettare che il treno passi per poterci salire. Nell’attesa bisogna prepararsi per potersi agganciare a questi treni che passano. E se non si è preparato, il treno non si riesce a prenderlo e si resta a terra. Tutto questo richiede ai comuni di mettere mano ad una riforma organizzativa in una logica associativa. Quest’esigenza è maggiormente avvertita in un contesto territoriale, come quello che una volta amministrativamente era definito “provincia di Enna”, in deficit di sviluppo economico, desertificato socialmente e demograficamente. In un contesto territoriale dove le uniche istituzioni pubbliche esistenti sono i comuni e dove non c’è un centro urbano egemone che con le sue istituzioni, tra le quali l’Università e gli istituti di istruzione superiore, sia in grado di aggregare e coordinare gli altri centri urbani per affrontare le sfide del PNRR. Ma non solo queste le sfide, perché ci sono anche quella della SNAI e del nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei 2021-2027. Queste sfide non possono essere affrontate dai comuni da soli in ordine sparso, in particolare dai piccoli comuni. I comuni devono trovare forme di collaborazione amministrativa che li mettano nelle condizioni di poter affrontare queste sfide per poterle vincere. Un piccolo comune non può affrontare da solo, ad esempio, la sfida di quelle linee d’intervento delle due componenti della Missione 6 – Salute del PNRR che prevedono la realizzazione di 1288 Case della Comunità e di 381 Ospedali di comunità, che sono due strutture fondamentali della medicina del territorio di cui hanno estremo bisogno gli abitanti dei comuni delle aree interne distanti dai centri urbani – poli di servizi. Per l’implementazione di queste strutture della medicina del territorio, si prevede la definizione di uno strumento di programmazione negoziata e il coinvolgimento degli enti interessati. E alla negoziazione è meglio andarci insieme con idee chiare e condivise su quello che si vuole ottenere.

Silvano Privitera

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