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Eruzione a Stromboli, gas e «zona rossa» a Vulcano: cosa sta succedendo alle isole Eolie

Eruzione a Stromboli, gas e «zona rossa» a Vulcano: cosa sta succedendo alle isole Eolie
di Salvo Fallica

La situazione dei vulcani dell’arcipelago siciliano è in continua evoluzione: mentre a Stromboli l’eruzione continua, Vulcano è alle prese con una fuoriuscita di gas «fuori norma»

Nel cuore dell’arcipelago delle Eolie i sistemi vulcanici sono in continuo divenire: in questo scenario oltre alla nuova eruzione spettacolare di Stromboli c’è anche, al centro dell’attenzione, la situazione di Vulcano.

I fumi che fuoriescono dal cratere centrale e le continue esalazioni di gas in diversi luoghi di Vulcano creano molta preoccupazione. Il livello di allerta è ormai alto, come dimostra l’estensione della «zona rossa» a un’area di circa 6 chilometri.

Come è noto già in precedenza il sindaco di Lipari (comune di cui amministrativamente Vulcano e Stromboli fanno parte), Marco Giorgianni, aveva attuato misure rigorose quale il divieto di scalata a cui è seguita la decisione che ha previsto per 300 residenti della zona del Porto (ed area limitrofa) il divieto di presenza nelle loro case dalle ore 23 alle 6 di mattina, a causa degli alti livelli di gas (in particolar modo preoccupa la presenza di anidride carbonica).

Il divieto di accesso è stato ampliato anche a luoghi simbolici quali il laghetto termale e la spiaggia di Levante, che attirano turisti a livello internazionale. E per i turisti è stato varato il divieto di approdo per 30 giorni.

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che a Stromboli continua ad essere attivo il trabocco lavico alimentato dall’area craterica Nord, il cui fronte rimane confinato nella parte intermedia della Sciara del Fuoco. Persiste l’ordinaria attività stromboliana da entrambe le aree crateriche Nord e Centro-Sud, spesso con esplosioni simultanee a più bocche. Il tremore vulcanico si è mantenuto su livelli medi. Occasionalmente, in concomitanza di esplosioni lievemente più energetiche, si è portato su valori medio-alti. I fenomeni vulcanici a Stromboli sono continuamente monitorati e rientrano nel dinamismo fisiologico stromboliano.

La situazione di Vulcano è molto più complessa, perché l’ultima eruzione risale ad oltre 131 anni fa, ed i meccanismi sono diversi rispetto a quelli di Stromboli. Il sindaco Giorgianni afferma che «il monitoraggio sull’isola di Vulcano è continuo da parte dell’Ingv e sarà ulteriormente potenziato con l’arrivo dell’Arpa con attrezzature sofisticate per verificare a che punto è l’emissione di gas nella zona rossa. Ci sarà un monitoraggio ‘no stop’ anche casa per casa».

Il punto cruciale è l’imprevedibilità di Vulcano. Cosa sta davvero accadendo nel sottosuolo della piccola isola? Quali meccanismi vulcanici sono in fieri? Lo scienziato Marco Viccaro, docente dell’università di Catania e presidente dell’associazione italiana dei vulcanologi, parte da una premessa generale per analizzare quel che sta avvenendo nei sistemi vulcanici dell’arcipelago delle Eolie: «Lo Stromboli alterna cicli caratterizzati esclusivamente da attività esplosiva più o meno energetica ad altri in cui genera anche trabocchi e colate laviche che possono arrivare fino al mare. Esempi recenti sono l’attività effusiva dell’estate 2014, quella successiva agli episodi parossistici dell’estate 2019 e quella che si è conclusa circa 6 mesi fa, a maggio 2021, quando Stromboli produsse anche un’esplosione ben oltre il livello energetico caratteristico dell’attività ordinaria. Queste fasi di attività denotano una buona disponibilità di magma nel sistema di alimentazione, il quale riesce a riempire i condotti fino in superficie. Se da un lato dell’arcipelago eoliano lo Stromboli sta dando spettacolo, dall’altro c’è Vulcano che crea una certa apprensione».

Qual è il livello di «crisi» di Vulcano? «La “crisi” iniziata verso metà luglio 2021 e intensificatasi all’inizio di settembre mostra un trend in progressiva evoluzione. Nel corso di quest’ultima settimana si sta registrando un ulteriore incremento del flusso di CO2 -già peraltro parecchio elevato rispetto ai valori normali- sia nella zona del Cono di La Fossa sia nell’area del porto».

«Oltre a questo anche le deformazioni, che dalla metà di ottobre non avevano mostrato variazioni significative, hanno ripreso nel corso dell’ultima settimana il trend inflattivo, ovvero che comporta un rigonfiamento. Occorre ribadire che Vulcano è un sistema attivo e pertanto il quadro attuale può evolvere verso scenari ancor più complessi».

Vi è come scenario quello di una possibile eruzione? «Non è uno scenario da escludere. Al momento non ci sono segnali che lascino presagire un’eruzione, ma altrettanto vero che lo scenario può evolvere rapidamente. I vulcani sono dimensioni in continuo divenire. Nel caso specifico, Vulcano è molto particolare. Credo che ancora molto si debba scoprire di questo sistema. La scarsa frequenza dell’attività eruttiva nell’era moderna in cui la ‘vulcanologia’ si è sviluppata molto non ha consentito di avere una conoscenza ultra-approfondita come per altri vulcani, ad esempio l’Etna, il vulcano più studiato del mondo».

Vulcano potrebbe eruttare senza la famosa «reazione a catena» che prevede dei tempi lenti (anche di un lustro)? Viccaro risponde: «Potrebbe accadere ma per ora ancora non si è innescato l’effetto domino. E speriamo non avvenga».

by corriere.it

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