La Triplice Alleanza tra Gangi, Nicosia e Sperlinga ha partorito un obbrobrio con un hub logistico-addestrativo militare nel cuore dei nostri territori nell’ottica di un rilancio economico (possiamo dire che l’economia “esploderà”?).
Tutto, secondo quanto dichiarano alcuni componenti della Triplice, nel nome degli interessi dei cittadini. Mai come ora si sta mostrando il totale scollamento tra rappresentanti e rappresentati perché i cittadini in diversi modi e maniere si stanno esprimendo a grandissima maggioranza per la non militarizzazione del territorio. E se fino a ieri vi notiziavamo di una raccolta di firme contro quest’hub che aveva praticamente doppiato il numero degli abitanti del comune dove si è celebrata la nascita della Triplice Alleanza, basta vedere i dati di oggi e quel numero ha quasi quadruplicato quel numero di abitanti! È un chiaro segnale che da ogni parte, da ogni luogo, da ogni vicolo di questo territorio suona vibrante e fiero il NO a questo obbrobrio trentennale. Ma oltre alle proteste di popolo, il fronte si allarga formandosi un vero e proprio “cordone sanitario” contro la nefasta scelta che ora più che mai deve essere ritirata!
Riceviamo, infatti, un’accorata nota dal “Movimento No Muos” che mostra in maniera inequivocabile come non c’è alcuna ricchezza basata sui poligoni di tiro, su come a Punta Bianca (Agrigento) ci sia una lotta contro lo stesso obbrobrio che si vorrebbe portare qui e di come bisogna tenere alta l’attenzione per non trasformare le nostre lussureggianti campagne e la nostra terra viva in una terra di morte e distruzione. Anche culturalmente quale esempio si dà ai nostri figli? Investire nella guerra? È questo ciò che vogliamo? Chi deve fare il nostro interesse deve pensare al nostro ben-essere, non al nostro mal-essere, dove con mal si intende tutti gli aspetti negativi, culturali e effettivi, che una economia che strizzi l’occhio alla guerra e ai militari possa portare.
Ecco qui il comunicato:
“L’8 maggio 2023 è stato firmato un accordo tra esercito italiano e i sindaci dei comuni di Ganci, Nicosia e Sperlinga, per la creazione di una nuova base militare in una vasta area che interessa i tre comuni.
La notizia di questo patto era stata accolta da alcune associazioni che, da anni, si battono per chiudere il poligono di tiro di Punta Bianca (Agrigento) come l’esito positivo di anni di battaglie.
Lo stesso esercito, infatti, ha presentato il progetto della nuova base militare come alternativa a Punta Bianca. Peccato che ad oggi non esiste nessun documento che attesti, da parte del Ministero della Difesa, l’intenzione di lasciare Punta Bianca e chiudere il poligono Drasy.
Nei giorni scorsi, infatti, le associazioni Mare Amico e MareVIvo, promotori di una lunga campagna di opposizione al poligono di Punta Bianca, si sono rivolte al presidente della Regione Siciliana chiedendo di non rinnovare la concessione per l’uso militare della zona di Punta Bianca (in scadenza il 31 luglio di questo anno), e di essere ascoltate “dal Comitato paritetico per le servitù militari per poter esporre le problematiche di tipo socio-ambientali, paesaggistiche ed economiche generate dalle esercitazioni militari a Punta Bianca, per chiedere che esse vengano sospese per sempre e non venga rinnovato l’uso del poligono dell’area di Drasy, a conclusione del piano quinquennale delle servitù militari”.
Ci preme evidenziare che associazioni e cittadini siciliani continuano a contestare la presenza di poligoni e di basi militari nei territori, come ad Agrigento per il poligono di Punta Bianca, e che la mobilitazione ha dato e continua a dare i risultati attesi dalle popolazioni locali.
Come movimento No MUOS respingiamo la scelta di trasformare i territori della Sicilia in poligoni e in campi di addestramento militare per le guerre della Nato e USA nel mondo, sial nel caso che questa nuova base sostituisca una delle esistenti, sia nel caso che questa vada semplicemente ad aggiungersi alle tante altre presenti sul territorio siciliano.
Nonostante l’esercito abbia detto che il progetto è stato accolto bene dai sindaci dei tre Comuni, in realtà stanno già emergendo voci contrarie da parte delle popolazioni locali.
Condividiamo la protesta delle associazioni e dei cittadini dei territori e auspichiamo la nascita di un coordinamento di realtà che possa contrastare la scelta operata sulle teste dei cittadini dei Comuni interessati”. Movimento NO MUOS”