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A Troina lascia il lavoro, per dedicarsi al suo sogno, vivere nella natura e farla conoscere a tutti!

Lascia il lavoro, per dedicarsi al suo sogno, vivere nella natura e farla conoscere a tutti!

“A un anno di distanza dalla mia scelta, racconta Salvatore, non sono pentito, anzi, credo sempre di più nel mio progetto”.
Innamorato della natura, con la voglia di mostrare al mondo la sua bellezza. Si racchiude in questa descrizione la grande passione di Salvatore Di Vincenzo, 42 anni, nativo troinese, che ad un certo punto della vita, decide di lasciare il proprio lavoro per realizzare il sogno che coltiva fin da bambino, stare in mezzo alla natura e farla conoscere agli altri.
“Confesso che lasciare un lavoro sicuro per qualcosa di incerto, racconta Salvatore, non è stato semplice. Soprattutto all’inizio, quando le entrate erano poche. Ma non mi sono lasciato abbattere, ho creduto in me stesso e sono riuscito a realizzare il mio obiettivo”.
“Cammina con Turi”, è questo il nome del percorso turistico che Salvatore ha pensato, un invito a quanti vogliono conoscere le bellezze dell’entroterra siciliano.
“Un posto, spiega Salvatore, non è mai lo stesso. Cambia completamente se lo visiti di giorno o di notte, in estate o in inverno, sia a livello floristico che faunistico. Io propongo al visitatore un percorso con nuove prospettive. Mostro il microcosmo che vive in un piccolo stagno, le varietà di pascoli, i fiori che si trovano in una stagione anziché in un’altra, ma soprattutto spiego l’importanza della loro sopravvivenza all’interno dell’ecosistema”.
La luce che brilla negli occhi di “Turi”, l’appellativo siciliano di Salvatore, quando racconta quello che sogna di realizzare, proietta l’ascoltatore in un mondo quasi surreale.

“Non punto ai grandi numeri, spiega, ma ad un turismo di nicchia. Quando vivi la natura, devi farlo in punta di piedi, rispettando l’ecosistema. Purtroppo, il turismo di massa, soprattutto quando si ripete nel tempo, finisce per modificare il paesaggio. Il mio obiettivo è migliorare la qualità della vita e rendere la gente libera”.
Sin da piccolissimo, Turi, appena poteva correva sul monte vicino casa, e si documentava sulla flora e la fauna.
“La gente non sa quali sono le verdure spontanee commestibili che crescono sui prati, spiega Salvatore, per questo insegno come riconoscerla, e spesso a chi arriva dalla città, la faccio degustare cucinandola sul posto. Il risultato è che non vogliono più andarsene”.
Attivista di Legambiente e di altre associazioni che si occupano di tutela ambientale, Salvatore ha fatto numerose esperienze, come i campi di volontariato internazionale. Ed è proprio in uno di questi campi, in Africa, che ha capito di dover cambiare la sua vita.
“Quest’anno ho partecipato ai Pon scolastici, racconta Turi, è dai bambini che bisogna partire per realizzare un ritorno di coscienza e attivare i sensi. Perchè abbiamo paura che i bambini camminino scalzi? Perchè abbiamo paura che si sporchino sendendosi a terra? La natura è la nostra madre e noi dobbiamo farci cullare dal suo abbraccio”.
Il suo obiettivo Turi, non vuole raggiungerlo da solo, ma collaborando con le realtà presenti sul territorio.
“Vorrei realizzare una rete di competenze che lavori in sinergia, a supporto del turismo locale, spiega Salvatore. Vorrei che il turista potesse vivere un’esperienza a 360 gradi quando viene, conoscendo tradizioni e sapori del territorio, oltre alla natura e i suoi abitanti. Ma questo non sempre è possibile. Penso alla ricotta fatta nel pentolone col fuoco sotto, ad esempio, come nelle tradizioni agropastorali di un tempo, e non in uno sterile laboratorio. Vorrei che in questo la politica cambiasse rotta. Perché, una cosa è la produzione industriale e un’altra le tradizioni, che non sempre vanno d’accordo con le attuali normative”.
La realtà trascinata nel sogno, tanto da rendere fantastico ogni cammino.

“Un giorno, racconta Salvatore, ho accompagnato alle cascate del Catafurco di Galati Mamertino una famiglia con una bambina con handicap fisico, non riusciva a camminare. Io stesso mi sono chiesto se non ero incosciente a voler affrontare quel percorso impervio tra i sassi. Poi, ho semplicemente distratto la bambina mostrandole lo sterco di una mucca. Le ho spiegato il microcosmo che si cela dentro e il perchè. Miracolosamente, ci siamo ritrovati davanti alle cascate. La bambina, non si era neanche accorta del percorso, tanto si era appassionata a quella storia”.
Una scelta nata dopo la pandemia, perché dopo la chiusura c’è bisogno di libertà.
“Dopo la pandemia, racconta Salvatore, la gente è cambiata. Ha capito quanto è importante la libertà. E non c’è nulla che ti renda più libero di vivere nella natura”.
Il prossimo tour Salvatore lo ha organizzato sui Nebrodi, dove rigorosamente a piedi percorrerà la “Dorsale dei Nebrodi”, da Mistretta a Floresta, passando per il Lago Maulazzo.
“Da tempo organizzo insieme ad alcuni collaboratori questo percorso, racconta Salvatore, sarà un’esperienza nella natura, dormiremo in tenda e mangeremo quello che sta nello zaino. Ovviamente avremo con noi una macchina nelle vicinanze, per qualsiasi emergenza. Anche perché, faremo in 3 giorni, un percorso di 72 chilometri”.
Sandra La Fico

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