Come ogni anno, anche quest’anno dobbiamo consegnare l’ambito premio di personaggio ennese che si è distinto per grottesche azioni. Il pool di esperti si è riunito e all’unanimità ha eletto per acclamazione il sindaco di Nicosia Luigi Bonelli come personaggio dell’anno.
Bonelli nel 2023 è diventato un personaggio degno delle migliori tragedie di Alfieri. Diverse sono le azioni che hanno riempito il suo 2023 (una più grottesca dell’altra), ma certamente l’acme della tragedia si raggiunge all’inizio con un Consiglio Comunale in cui perde la maggioranza e che presto si trasforma in un quasi incontro di boxe che ha fatto ridere tutta la Sicilia e vergognare tutti i nicosiani. A seguito di ciò arriva il “capolavoro” che lo consacrerà in secula seculorum tra le vergogne della politica: le dimissioni ritirate. Sfruttando le naturali emozioni derivanti da un gesto estremo come le dimissioni, Bonelli ha cercato di smuovere il popolo e certe frange di popolo (che, purtroppo, cede spesso al sentimento… ben ce lo insegna la storia) è caduta nella trappola. A tutto ciò inseriamo un sondaggio ancor più grottesco delle dimissioni, facilmente manipolabile (come è stato dimostrato) che dava percentuali bulgare sul ritorno di Bonelli (un contro-sondaggio dava pressoché lo stesso risultato ma a parti invertite) e infatti le dimissioni divennero farsa quando Bonelli le ritirò in nome del “senso di responsabilità”, nota marca cinese di una colla per poltrone.
Ma non finisce qui (sennò perché l’unanimità per acclamazione?). Due mesi dopo a maggio fa un regalo a Nicosia firmando, senza che il popolo non lo sapesse (il popolo è buono solo per cavalcare le emozioni) la “triplice alleanza” con Gangi e Sperlinga per portare un hub logistico militare. Qui oltre a Bonelli un premio di consolazione di personaggi dell’anno andrebbe dato a certi consiglieri di opposizione che prima sono andati ad applaudire la firma della Triplice con euforiche reazioni in ringraziamento e ossequio ai generali, nell’arco di qualche ora, annusando l’occasione per andare contro Bonelli, iniziarono a osteggiare la scelta (badando bene di cancellare ogni prova del primo entusiasmo) e oggi pretenderebbero di essere visti come salvatori del popolo (il popolo, sentitamente, spernacchia). Bonelli, viste le vere sollevazioni popolari della società civile, ritira la firma ma stavolta niente dimissioni capendo bene che tutti i Nicosiani gli avrebbero portato una penna d’oro per firmarle.
Ma non finisce qui (il 2023 è veramente un anno ricco): in estate Bonelli matura l’idea di declassare Nicosia da città a borgo, ennesimo slogan con tanto di nomina di “esperto” (a Nicosia si nominano esperti per valutare un eventuale sviluppo economico senza però che essi abbiano almeno una laurea in economia, a breve a Nicosia si faranno curare dagli agricoltori). Ovviamente, anche questa iniziativa cade miserabilmente.
La parabola di Bonelli, giunta non tanto al capolinea ma proprio all’agonia più totale, trova comunque un simbolo nel natale Nicosiano: spoglio, desolato e triste nonostante qualche consigliera si è premurata di fare annunci autoincensanti di un finanziamento di 30.000 euro.
Ecco la fine di Bonelli: in poco tempo è passato da essere l’uomo più amato al più odiato (ormai tutti ne chiedono le dimissioni), sostenuto solamente dalla responsabilità (quella vera) di alcuni consiglieri di opposizione che votano le cose importanti del paese, mostrando in maniera inequivocabile la irresponsabilità di questa pagina politica attaccata alla poltrona e fatta anche da consiglieri di presunta maggioranza che scalpitano per un ruolo assessoriale.
Un curriculum ampio che rende Bonelli il personaggio ennese dell’anno senza se e senza ma, di una spanna sopra tutti gli altri candidati a questo ambito premio che, per quest’anno, consiste in un albero di melograno.
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