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Pino Grimaldi: Sul ‘colle’ tornano i Savoia?

Enna 11/05/06 – A sentire i “rumors gossip” di Napoli parrebbe proprio. Ma sono volgari pettegolezzi che comunque non risalgono all’oggi, ma che da alcune ore si sono padulati di un merletto in più: il colle appunto.
L’elezione del senatore a vita Giorgio Napolitano, personaggio illustre (vero) nato a Napoli il 29 Giugno del 1925, a Presidente della Repubblica già al quarto scrutinio anche se con maggioranza legata ai numeri elettorali meno due (vero anche) ha determinato in quella che fu la capitale del regno delle due Sicilie, gioia (sincera) e naturalmente vociare da vicolo a vicolo e da finestra a balconata.

Figlio di un avvocato liberale (sorte condivisa con Giorgio Amendola ed ambedue – si pensa – disgustati dai padri, migrati al polo opposto) lunedì 15 Maggio alle 17 giurerà dinanzi alle Camere riunite in seduta congiunta, fedeltà alla Repubblica ed alla Costituzione del 1946 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 2 Gennaio 1947) inviando il suo messaggio alla Nazione prima di avere al Quirinale le consegne da Ciampi che si sarà dimesso con 72 ore di anticipo sulla scadenza del suo mandato per dare spazio al nuovo inquilino.

La sua prima (e seconda) giovinezza l’ha vissuto nella bella Napoli, che allora aveva grandi pensatori come Croce che battevano la moneta della grande cultura e della umiltà nel comportamento polarmente opposto allo spumeggiante carattere dei figli del Vesuvio.

La città era anche orgogliosa perché per saldare le due parti di Regno che caddero nelle mani dei Savoia (il sardo piemontese ed il borbonico) il primogenito erede al trono veniva insignito del titolo di Principe di Napoli proprio a significare quanto i Savoia tenessero a quella città che quando Parigi faceva centomila abitanti ne faceva 500 mila e che aveva avuto una delle dinastie più antiche del Gotha regale.
Fin da giovani vi fu somiglianza straordinaria tra Umberto di Savoia (poi Re di Maggio come Umberto II) ed il giovane Giorgio figlio prediletto del noto liberale amendoliano (padre). La cosa non stranizzava più di tanto, imperando la leggenda (metropolitana) che ognuno di noi ha sette sosia più o meno sparsi nel mondo.
Quando ambedue – Umberto e Giorgio – perdettero i capelli (qualcuno dice perchè il primo portava il kepì militare ed il secondo il borsellino- mai peraltro abbandonato) la somiglianza si elevò alla ennesima potenza al punto da far chiamare Giorgio che nel frattempo era divenuto potenza (ma sempre perdente) di Botteghe Oscure “u reucciu” cosa non gradita dal serio e compunto Giorgio e perché era comunista di quelli veri e convinti e perché non amava che gli altri pensassero male di sua madre (invero santa donna) anche se Umberto proprio in quegli anni frequentava ad abundantiam la metropoli partenopea.

Certo l’aplomb del nostro è invero regale. Ed il suo muoversi dignitoso e lontano dai suoi ex (si fa per dire) compagni. Ed il suo dire stringato, logico, ma sempre sussurrato.
Si insomma un vero gentleman.

E così ieri, mi dicono,alle 12,53 quando il Senatore a vita (uno dei 7 viventi) ha toccato il quorum della maggioranza assoluta ed è stato eletto ad andare nel vecchio palazzo dei Papi sul colle Quirinale Napoli è scoppiata in una frenetica gioia gridando, pare, in molto quartieri “hanno eletto uno del nostro sangue che andrà a stare dove abitava….chi gli somigliava”.
Insomma 2 a 0, che per la Napoli di Maradona e compagni è il massimo per una apoteosi!

Pettegolezzi (ma se togli questo a Napoli oggi non resta molto) a parte, il nuovo inquilino dei palazzo voluto nel 1583 da Gregorio XIII come residenza estiva, poi abitata fino al 1860 dai Papi – ultimo il povero Pio IX – e da allora fino al 1946 dai Re d’Italia, è veramente persona di tutto rispetto per la sua grande cultura (2000 volumi solo nel suo studio privato) e di grande capacità politico-prospettica.

Fu socialdemocratico quando stando nelle stanze del suo partito si rischiava veramente la messa all’indice; ed ha sempre dimostrato ed in Italia ed all’estero (primo comunista ammesso a far “lecture” in Usa) la raffinatezza del suo pensiero (ma il doctor subtilis è rimasto Amato!) e la ferrea logica che ha fatto dire ieri alla Turco suo compagna ed estimatrice ”bravo ma… un rompi” per quella sua mania di non abbandonare mai la logica stringente cui la scuola crociana si pensa l’abbia educato.

Ne siamo contenti (veramente) e gioiamo perché sembra che con la messa in armadio (scheletro!) del fattore K si possa finalmente avere la vera seconda repubblica nella quale ciascuno possa essere ciò che è e non ciò che appare o gli altri dicano sia.

Buon lavoro Presidente Napolitano.
E non stia dietro i pettegolezzi anche perché quando si sta sul Colle se ne subiscono tanti. Non ultimo quello che lo vorrebbero di sinistra si, ma con il cuore che batte e destra!
Faccia scongiuri e – sono certo – rosarizzi le mani con i dovuti amuleti dei quali immagino abbia collezione mirabile.
Non per nulla finora le é andata bene.
Ed è per ciò che speriamo che dopo De Nicola e Leone (da Lei ben conosciuti) Lei porti più fortuna all’Italia.
Ne ha tanto bisogno!

Pino Grimaldi
grimliondr@libero.it

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