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Enna. Rifiuti: sensazionale intervista

spazzatura-spazialeSiamo con il dottor John Hatefilth, il massimo esperto della gestione compatibile dei rifiuti in Europa, egli è in Sicilia perché sta approfondendo la conoscenza delle modalità dei cicli siciliani che inserirà nella sua prossima opera.

Dottor Hatefilth, in questi giorni ha potuto approfondire la sua analisi sulle metodologie da noi applicate, che cosa ne pensa?
Bene, se devo trovare una sintesi non posso dir altro che la scelta del ciclo di trattamento dei rifiuti scelta nell’ennese non è altro che la negazione della esistenza di qualsiasi strada per la valorizzazione ed il riuso. Siamo certamente dinanzi una scelta che ha fatto dell’antieconomicità e dell’irrazionalità le basi per lo sviluppo del sistema.

Ma quindi lei sostiene che siamo i soli a fare uso di questi sistemi?
No, assolutamente no, ma di certo mentre l’idea che si debba procedere a gettar tutto è una idea che neanche nel terzo mondo si accetta, lì esistono intere fasce della società che finiscono per vivere a ridosso delle discariche e delle discariche, qui da voi si getta tutto e il cittadino, peraltro impossibilitato dalle leggi ad intervenire per recuperare frazioni che sarebbero in fondo di sua proprietà, deve pure pagare il costo più alto per lo smaltimento.

Sa che proprio ieri l’Assessore Regionale Calleri ha convocato i Sindaci di tutta la provincia per discutere della situazione?
Si, ed ho avuto maniera anche di avere alcune notizie di prima mano proprio da parte di alcuni dei funzionari regionali presenti. La questione posta era intanto legata al ritardo, inaccettabile, che gli Enti locali hanno accumulato per la apertura della nuova Società prevista dalla legge, la SRR. In tal senso l’Assessore Calleri ha immediatamente strigliato i Sindaci. Ma, di contro, gli stessi hanno levato gli scudi per chiarire che il vero, unico, insuperabile problema sta nella mancata soluzione del problema dell’organico dell’ATO.

In che senso, come potremmo immaginare, per la garanzia degli impiegati?
No, proprio nel senso contrario, l’ATO rifiuti, voluto da un Governo Regionale di tre legislature fa, presieduto da un Governatore che ebbe poi i suoi grandi guai ma che era caratterizzato dalla disinvoltura con la quale affrontava i problemi per trovare quasi sempre soluzioni capaci di aprire la strada ad un sistema di clientele incredibilmente complesso, oggi rappresenta probabilmente l’Ente più costoso in assoluto in Italia, i suoi quadri tecnici ed amministrativi, quasi a dispregio della crisi che attanaglia i cittadini comuni, guadagnano cifre inimmaginabili, non di rado ben superiori a quelle dei loro pari grado degli Enti locali. Gli stessi non hanno mai dimostrato la loro competenza né la loro preparazione curriculare in quanto entrarono tutti, categoricamente tutti per appartenenza alle quote dei diversi potentati politici del momento.

Ma questo, dottore, cosa c’entra con il sistema?
C’entra, come se c’entra, immagini di trovarsi nella condizione di dover preparare un piano industriale che affronti la gestione del sistema rifiuti e a dover fare le giuste valutazioni economiche, che farebbe dinanzi la chiara ridondanza di funzioni, la gigantesca sovrastima degli emolumenti, lo squilibratissimo rapporto tra tecnici, ammnistrativi ed operatori? Se Lei fosse un manager esterno ed indipendente taglierebbe sino a riportare tutto a numeri accettabili e funzionali, come, peraltro, dice la legge che prescrive un rapporto tra operatori e impiegati pari a 9:1, se, di contro, lei fosse, come lo sono gli estensori dei piani industriali fatti sino ad oggi dall’ATO Enna, baserebbe gli stessi sulle esigenze sue e dei suoi tanti fortunati colleghi.
Oggi l’Ato Enna chiede ai comuni di accettare piani industriali il cui costo del personale si aggira intorno a 20 milioni di Euro più IVA.

Quindi il sistema è fallace per i costi eccessivi?
Non solo, è fallace è, direi, oramai fallito, a causa della totale mancanza di pianificazione delle azioni. Proprio alla riunione i due Liquidatori, gli ultimi di una lunghissima serie, oggi non più ennesi e chiamati dall’assemblea dei Sindaci a sollevare i coperchi di bare piene di scelte errate e costosissime, hanno comunicato che il buco che sembrava attestarsi intorno ai 90/110 milioni di Euro, potrebbe raggiungere un quota incredibile di 200 milioni. Una simile eventualità sarebbe una catastrofe per gli enti che fanno parte della compagine societaria. Faccia conto che, se non sbaglio, la sola provincia detiene il 10% delle quote societarie, risponderebbe quindi per ben 20 milioni di Euro andando certamente al fallimento. Ma su questo tornerò dopo, invece la riporto sulle questioni tecniche. Questa pletora di tecnici, ingegneri, specialisti del settore rifiuti, contabili, legali, sono stati affiancati da altri tecnici chiamati per ogni possibile esigenza, dalla redazione delle documentazioni di ordinaria contabilità alle più complicate progettazioni. Costi su costi mentre sulle strade gli operatori, quelli veri, venivano tenuti a condizioni di lavoro part time ed il sistema veniva lasciato completamente privo di scelte al passo con i tempi.

Cioè?
Cioè per anni tutti i rifiuti sono stati conferiti nella grande discarica di Cozzo Vuturo, obsolete per la tecnica di coltivazione ma certamente interessante per le sue dimensioni. Se lì si fossero stoccati esclusivamente le frazioni ed i sovvalli non altrimenti trattabili la discarica sarebbe ancora in piena efficienza, adesso invece la stessa è chiusa, i comuni dovranno fare un mutuo per poter fare la messa in sicurezza dell’impianto, per coprire le ingenti spese affrontate dal comune di Enna per smaltire il percolato, e poi per realizzare una nuova vasca di abbancamento. Oggi i comuni, e quindi i cittadini, pagano quote sempre più alte per far abbancare i rifiuti in discariche poste all’esterno della provincia e tutte private, i mezzi, già al limite della loro vita utile, sono sottoposti ad un ancor più veloce depauperamento e l’impatto ambientale del sistema diviene profondissimo.

E perché sorride?
Sorrido perché a questo punto dovrebbe essere evidente il paradosso che le annunciavo all’inizio dell’intervista, è come se il mandato fosse stato: fate un piano per spendere le maggiori somme possibili giungendo al massimo impatto ambientale possibile. Quindi è come se l’obiettivo fosse quello di far del male, tanto male, all’utente, al cittadino.

Ed invece la SRR?
Ed invece cosa?, la SRR se vorrà cambiare corso, dovrà partire semplicemente da due punti fermi e cioè la rivisitazione della pianta organica, così come oramai chiedono tanti sindaci, con la revisione dei contratti, con la valutazione delle esigenze ed il rispetto delle norme, e con la messa in atto di azioni quali i contratti di solidarietà e la mobilità in deroga per tutte le unità in esubero e , dall’altro lato la immediata attivazione di tutti i sistemi di verticalizzazione delle materie prime seconde.

Cosa? Materie prime seconde?
Si, i rifiuti differenziati. La SRR che gestirà non più gli ambiti di raccolta, spazzamento e quant’altro sul luogo, deve adoperarsi per mettere in massima funzionalità gli stabilimenti che già possiede quali il centro di compostaggio di Dittaino, il CIR di Gagliano e la cosiddetta Discarica di Cozzo Vuturo, per recuperare almeno il 70% del monte conferito.

E chi si dovrà occupare della raccolta?
Con la nuova legge gli ARO, ad oggi i comuni devono presentare i loro piani ARO entro il 30 di settembre ma, dalle parole dell’Assessore Calleri, sembra che la Regione predisporrà una proroga ulteriore sino al 30 dicembre. Di certo entro quella data oltre che gli addobbi natalizi, i comuni dovranno decidere cosa fare e se farlo insieme ad altri. Qui le contraddizioni verranno al pettine, infatti già almeno 5 ARO hanno i piani pronti e sembra che tutti siano ben al di sotto delle richieste economiche della ATO pur garantendo la forza lavoro di “cantiere”, cioè gli operatori in strada e le quote di conferimento presso gli impianti che verranno gestiti dalla SRR.
I comuni stanno prevedendo azioni di raccolta differenziata spinta, azioni di comunicazione, azioni sperimentali tese all’abbattimento della produzione dei rifiuti, in alcuni casi persino le azioni di wastewatching, con il controllo e la sanzione di comportamento non ottemperanti le nuove regole di piano.

Come vede il futuro del sistema ennese?
Da straniero non posso che augurarvi di raggiungere finalmente il superamento di quel paradosso entrando nella logica assolutamente positiva della salvaguardia del proprio ambiente e quindi della propria economia. Voi dovreste vivere di turismo ed agricoltura, nessuna delle due cose la potrete mai proporre a utenze che vedendosi circondate da immondizia abbandonata, immondizia malgestita, persino dalla totale mancanza di quelle piccole cose che oramai fanno parte del paesaggio urbano di ogni città europea non potranno far altro che comunicare la propria indisponibilità a ritornare, consigliare e proporre i prodotti di questi splendidi posti. Il turismo passa oramai dalla definizione della Destination reputation e oggi questa non crescerà mai se d ogni angolo rimarranno i rifiuti.

Ringraziamo il dottor J. Hatefilth che ci saluta sorridente forse perché pronto a prendere il volo per la brumosa Londra e, giunti in redazione riceviamo le prime, frammentarie notizie della assemblea dei sindaci per ATO rifiuti di oggi pomeriggio:
Telegraficamente e quasi a confermare il fosco quadro, scopriamo che i Commissari liquidatori non solo hanno chiesto, ed ottenuto, che l’assemblea approvasse la azione di responsabilità da 600.000 Euro nei confronti dei commissari Sutera ed Interlicchia della quale parlammo, ma addirittura hanno chiesto di poterne imbastire una seconda, per una cifra che sembrerebbe aggirarsi intorno ai 15 milioni di Euro, sempre a carico dei due ex commissari, per la scelta, sembrerebbe non confortata da una autorizzazione assembleare, di far passare l’intera pianta organica della controllata Sicilia Ambiente proprio all’ATO Enna 1.
Quel che emerge sembra essere la punta di un gigantesco iceberg che da tutta l’impressione di puntar dritto alla fiancata della corazzata ATO. Ci chiediamo, i Sindaci, alcuni dei quali hanno battuto in ritirata o, proprio, non si sono presentati, riusciranno ad evitare che nel naufragio annunciato finiscano a mare i cittadini e le casse dei comuni, o siamo proprio al default totale?
Beh, eventualmente prenderemo la scala mobile e chiederemo lumi alla Kore…

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