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Q – UN UOMO CHIAMATO CAVALLO – parte III – La vendetta

Questo è l’ultimo dei sequel dell’articolo principale che annunciava una stagione elettorale elettrizzante, che sembra invece già tramontata.
L’uomo chiamato Cavallo o Camillo (lui o qualcosa di simile), su cui riponevamo qualche speranza perché serio, moderato, cattolico e di sinistra al contempo, sarà forse destinato a qualche incarico di rilievo e responsabilità ma non sarà il candidato a sindaco del PD: orami sembra più che sicuro.
Tutto sembra invece orientato verso la tempesta perfetta. Ci sono in America i famosi Storm chasers, i cacciatori di Tornado e dovremmo servirci di qualcuno di loro in questi frangenti, per capire meglio. Tutti i temporali infatti si stanno verificando in contemporanea per permettere che l’evento di grande potenza, atteso e previsto, avvenga e avvenga nella maniera più semplice e naturale.

Stiamo parlando intanto delle due prime sciocchezze del secolo.

La prima è la spaccatura dentro il cosiddetto Patto per Enna. Dopo un’intera legislatura passata all’opposizione, a mostrare solidità, convinzione, coesione e forza contro il nemico, un anti-partito-democratico da fare impallidire anche la corazzata Potemkin guidata dal comandante Schettino-Garofalo, ecco che al primo alito di vento, magari un po’ più forte del solito ma certo non una tromba d’aria, tutto si sfascia.
Conseguenza numero uno: mostrare i limiti di consistenza dei due ex alleati. Assieme sembravano tanti, erano vocianti e convinti; separati sono rispettivamente cinque e tre consiglieri. Soltanto 5 e 3 uomini, contro l’armata rossa. Ben poca cosa.
Conseguenza numero due: perdere l’attrattiva verso i reduci del centro-destra e i cespugli del centro-sinistra e più in generale perdere l’opportunità di raccogliere attorno ad un progetto unico tutti gli scontenti e gli avversari del sistema considerato dominante.
Conseguenza numero due e mezzo: disperdendo le forze su due candidati sindaco.
Il primo gruppo alla fine ha sorteggiato uno dei commensali al tavolo, uno che poteva andare bene anche per una grande coalizione, eloquente ed acuto, sufficientemente trasversale e navigato, che oggi è rimasto invece a guidare un piccolo manipolo.
Il secondo gruppo ha uscito dal cappello un coniglio bruciacchiato, bollato dalle primarie del PD di cinque anni fa. Nonostante gli uomini di grande esperienza che dovrebbero avere alle spalle (il condizionale è d’obbligo vista la strategia), nessuno ha spiegato ai Tre-tre che non si deve mai candidare il perdente contro il vincente, mai. È riuscito solo a Richard Nixon ma perché nel frattempo il suo avversario era stato ammazzato a Dallas. Persino il Berlusca dei bei tempi andati, che non aveva paura di niente, temeva solo Romano Prodi!
Non si tratta di qualità e capacità personali, si tratta di strategie, di numeri, di scaramanzia!

Per il resto c’è poco da dire.
La destra e la sinistra a Enna si sono mescolate e poi nuovamente suddivise così che non si capisce più chi sta con chi. La disillusione degli ennesi è tale da non fare nemmeno nascere un vero Five Stars Moviment (M5S) e questo alla fine è un bene. Il simbolo stellare attrarrà forse qualcuno e farà qualche vittima ma niente di eclatante. Forza Ugo cercherà nuovamente qualche alleanza da cui farsi sedurre e poi abbandonare e/o qualche faccia nuova da bruciare o da cui farsi bruciare. Il resto del centro-destra e della destra è andato ormai perduto in qualche notte di nebbia. Ma quale Salvini e Le Pen!

La tempesta perfetta.

E il PD? Al contrario di quanto era lecito aspettarsi, pare candiderà veramente e finalmente il suo leader storico. Qualcuno ancora storce il naso, qualcun altro ci mostra da Roma la retta strada (ma Renzi non era quello di Enrico stai sereno? Varrà pure il contrario?) qualcun altro spera ancora nelle primarie ma noi speriamo che non si facciano e non ci facciano perdere tempo anche questa volta.
Anche se Crisafulli problemi di voti a Enna non ne ha mai avuti, sembra adesso destinato a fare addirittura la figura di quella pubblicità: ti piace vincere facile… ma solo per quanto riguarda gli ennesi, perché per il resto è la solita solfa.
Ognuno ha detto ormai la sua: usciranno la solita storia dell’intercettazione col mafioso, del pregiudicato che pregiudicato non è, dell’indagato che indagato non è (altrimenti Montesqieu lo avrebbe reso intoccabile). Il governatore con la “g” minuscola prima ha detto la cosa più sensata che poteva (non me ne frega niente) poi ci ha ripensato e ha perso ancora una volta l’occasione della vita: starsi zitto.
Pif, paf, puf! sembra di essere a Topolinia, in un paese di cartoon, di figurine. Mirello somiglia un po’ a Gambadilegno, e a noi è più simpatico di tanti Topolino, tutti precisini, tutti smancerie con la Topolina di turno, e che rivelano spesso meno fiuto (politico) di Pluto e certamente sono meno simpatici di Pippo, solo più fortunati. I buoni e i simpatici ci insospettiscono.
A proposito di buoni, tutti gli anti crisafulliani locali, a viso aperto o sotto mentite spoglie di briganti pietrini, si sparano le solite, noiose vicende (e il mirellone, e la scala mobile, e i rifiuti, e le epurazioni dentro il partito, etc. etc.), ciascuno secondo quanto ha avuto, non ha avuto, avrebbe potuto avere, come ha detto con la sua solita schiettezza il presidente Salerno.
Non c’è altro da dire. Non vogliamo aggiungere sciocchezze più o meno serie a una vicenda sciocca. Per il resto ha detto tutto Claudio Fava, con una lucidità e una serenità invidiabili.

Lectio Magistralis di D'Alema alla Kore Enna 20 marzo 2015
Lectio Magistralis di D’Alema alla Kore
Enna 20 marzo 2015

Una sola conclusione: Crisafulli poteva tirarsi fuori, sforzarsi un poco le meningi e tirare fuori qualche faccia nuova (ma ce ne sono in giro?) o al contrario semplicemente qualcosa di vecchio e tranquillizzante e restare sornione a guardare la scena come nella foto mentre parla D’Alema.
Lucio Dalla avrebbe suggerito: hai presente una puttana ottimista e di sinistra? Quello era il candidato giusto!

P.S. Prima di fare la figuraccia di Franco Battiato ed essere cacciati, vogliamo chiarire subito che, parlando di puttane, parlavamo solo e rigorosamente di uomini. Non volevamo dunque essere dispregiativi o sessisti ma anzi simpatizzare ed essere benevoli verso persone disponibili e altruiste.
Se cercate qualcosa del genere fatevi avanti!

Q – G.L. Borghese


Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
Q è “plurale” anche in un senso più ampio.

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