Mentre New Horizons scruta Plutone sulla Terra accadono strane cose:
Il comune di Corleone approva all’unanimità una mozione per chiedere i danni delle “lezioni di mafia” tenute dal figlio di Provenzano. Il figlio di Bernardo Provenzano, Angelo, in collaborazione con un tour operator di Boston teneva lezioni “sull’essere figli di un boss” e raccontava che “il padre gli aveva insegnato a rispettare il prossimo e a essere una brava persona” il tutto dopo una breve introduzione sulla storia della mafia, in inglese ovviamente. Perché in Italia il favoreggiamento culturale alla mafia è lecito, incoraggiato e incoraggiabile e le frasi e i visi e i vezzi dei boss sono cose buone per una tazza, una cartolina o una maglietta, insieme alle icone degli ammazzati. E chi fu l’assassino e chi l’assassinato non si capisce più, al punto che uno si chiede da che parte stia lo Stato e da che parte l’antistato, in quelle trombonate antimafia o in quella trattativa sempre meno presunta degli arlecchini servitori di due padroni, al punto che l’antitesi si trasforma in binomio e anti sembra sinonimo di pro. E le parole legalità, onestà e Stato si usurano e si inflazionano diventando caricaturali e mentre il papello di Riina si fa cosa, la Costituzione diventa leggenda. E così domenica 19 luglio i figli di Paolo Borsellino non presenzieranno alle consuete cerimonie che da ventitré anni accompagnano l’anniversario della strage di via D’Amelio. Evaporerà sotto il sole siciliano, una volta e per sempre, l’antimafia delle parate, dei pennacchi e del potere? “Il 19 luglio non ci sarò, non ho tempo per commemorazioni senza senso” ha detto Manfredi, il figlio di Paolo. E perciò dopo un 23 maggio senza navi arriverà un 19 luglio senza verbosa antimafia. “Mio padre e Giovanni non usarono mai la parola ‘antimafia” disse l’anno scorso Lucia, sorella di Manfredi figlio di Paolo e già assessore di Crocetta. I siciliani normali l’hanno sempre saputo che sfilare dicendosi a favore della legalità serviva solo a farsi i selfie. Quelli che non hanno bisogno del prefisso “anti” per vivere i loro doveri quotidiani lo sanno e senza sventolare vessilli e battere le mani a eroi di grigio vestiti lavorano e vivono e lottano, concretizzando il loro impegno a favore dell’onestà. Speriamo che non comincino ora le associazioni anti-antimafia o viva-viva la legalità perché “alla fine non ci ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma i silenzi dei nostri amici”.
P.S.
Non si finisce di scrivere una pasquinata che la realtà da comica diventa grottesca. Francesco Lo Voi Procuratore capo di Palermo afferma che i Nas hanno escluso l’esistenza agli atti dell’intercettazione incriminata eppure la valanga sul Presidente Crocetta si è abbattuta e il coro non può tacere: VERGOGNA! AL VOTO! AL VOTO!
Poi si vedrà quanto di vero c’è in tutta questa storia intanto VERGOGNA! VERGOGNA!
“Oggi mi hanno ammazzato…” ha commenta il governatore dopo aver appreso del comunicato della Procura.
Presidente in Sicilia di fango si muore!
P.S. al P.S.
L’attualità di quanto scritto è passibile di continui mutamenti… che colpa ne abbiamo noi se dove si puote ciò che si vuole si è deciso così!
Gabriella Grasso
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