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Shakespeare, dai sonetti. Estate

Venere_botticelliQuell’ore che soavi modellarono
la cara forma ove ogni sguardo indugia
le faranno fra poco da tiranne,
sfigureranno la regal figura.
Il tempo non s’arresta e nell’inverno
crudo spinge l’estate e la confonde:
gelo la linfa, le foglie lucenti
distrutte, e la bellezza è neve e vuoto.
Non ci restasse, goccia a goccia, il succo
d’estate prigioniero in un cristallo
ci priverebbe la bellezza in tutto,
anche il ricordo sarebbe negato.
Ma distillato fiore al verno cede
il viso, dolce vive nell’essenza.


William Shakespeare

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