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Cari Siciliani, il 5 novembre prossimo si vota

Cari Siciliani, il 5 novembre prossimo si vota. E, cosa fondamentale, dobbiamo votare. È inutile pensare che il voto sia inutile e che tanto i giochi sono fatti. Intanto dobbiamo votare perché il voto rappresenta l’unico strumento di potere che il cittadino possiede. Noi abbiamo il potere, non la politica! E non dobbiamo neanche ignorare questo potere! Che squallore non votare per le elezioni e poi andare a votare (per giunta pagando!) nei format televisivi quali il Grande Fratello o il Festival di Sanremo. Cosa dite? Quel tipo di voto suscita in voi interesse? Bene allora mettiamola così: siamo in Sicilia e in “nomination” ci sono 5 candidati… chi vuoi come presidente della Regione? Lo trovate più accattivante? Vedete! È la stessa cosa. Più o meno: il voto del Grande Fratello o del Festival di Sanremo però è a pagamento e a voi, difatti, cosa importa se a vincere sia tizio o caio? Il voto politico invece non solo è gratuito, ma è anche una forma di “dono” della propria fiducia e, in un certo qual modo, di “se stessi” ad un altro. Voi in un voto non solo state affermando il vostro potere di cittadino, ma state confidando, a chi volete eleggere, i vostri timori, le vostre preoccupazioni, le vostre speranze e i vostri sogni. Il voto è un amico. Non sprechiamolo e non sottovalutiamolo. Qualunque sia la scelta, qualunque sia il candidato, dobbiamo votare. E bisogna votare anche per essere in pace con se stessi. Votando tizio, io sto esprimendo una preferenza per tutto ciò che tizio comporta (non posso certamente dire di essere al 100% d’accordo con il suo programma, ma almeno è colui che rispecchia meglio e più degli altri quello che io voglio). Una volta espresso il voto, tizio può o meno essere eletto. Se è eletto bene. Se non fosse eletto, e al posto suo sale caio, io che ho votato ho agito per difendere le mie idee. Anche se in questa tornata elettorale ho perso. Va bene, da cittadino mi impegnerò, al fianco di tizio e, soprattutto, al fianco di caio, per migliorare tutto ciò che mi sta intorno, evitando inutili opposizioni distruttive che, alla fine, non giovano a nessuno. Se invece non vado a votare, qualunque sia il risultato, io “subirò” la scelta di altri. Non ho votato né caio né tizio. Ma caio o tizio salirà. Poi è inutile nascondersi in favole per bambini dicendo “sono tutti uguali”, “i veri politici non esistono più”, “mandiamoli tutti a casa”.

Sono tutti uguali? Informati bene e vota il diverso!

I veri politici non esistono più? Cosa intendiamo per politica? Chi si rifà ad Andreotti, Berlinguer, Almirante, si ricordi che ai tempi di questi politici la gente diceva “i veri politici non esistono più”, e magari si rifacevano a Giolitti, Nitti e Vittorio Emanuele Orlando che, a loro volta, ai loro tempi erano “sminuiti” in favore di Minghetti, Ricasoli, Depretis e via dicendo… E poi, anche se fosse vera la frase “i veri politici non esistono più”, perché non valutare un proprio impegno politico?

Mandiamoli tutti a casa? Lo slogan che fa da padrone. Bene, ma con il non voto e con la mancanza di preferenza, non posso agevolare chi penso io possa essere onesto (perché una classe politica serve, quindi per forza qualcuno deve rappresentarci). Come vorremmo mandarli a casa altrimenti? Con una rivoluzione? Bene… si faccia la rivoluzione… morti, tanti morti e ingiustizie per poi, una volta vinta la rivoluzione, c’è il problema di instaurare una classe politica. E ricomincia il giro…

La vera rivoluzione è votare. Una rivoluzione silenziosa. Senza vittime. Ma una rivoluzione che porta risultati di gran lunga migliori che la rivoluzione stessa. Cari siciliani: andiamo a votare!

Detto ciò, per chi votare? Io ho ben chiaro il nome che scriverò e il Presidente al quale dare la mia preferenza. Ma non voglio (anche per correttezza nei vostri confronti) dirlo. Però voglio riflettere su una cosa: in questi giorni due importanti regioni italiane hanno votato per un referendum riguardante l’autonomia. Una regione spagnola sta morendo per la propria indipendenza. E noi? Sono circa 70 anni che abbiamo uno statuto speciale. Quello stesso statuto speciale che Veneto e Lombardia ora richiedono a gran voce. Lo abbiamo mai adottato? Non in pieno. Ma non importa (o meglio importa pure) se adottiamo o meno il nostro statuto. Per adottare qualcosa bisogna conoscerla. Conosciamo il nostro statuto speciale? Perché Lombardia e Veneto lo vogliono? Ci sarà un motivo! Vuol dire che essere riconosciuto regione a statuto speciale sia qualcosa per cui valga la pena spendersi. Noi Siciliani ce ne rendiamo realmente conto? Se sì, perché allora, ai nostri ragazzi non lo facciamo studiare nelle scuole? Perché non si convocano assemblee cittadine o convegni per parlare di questo Statuto? Non è che avere lo statuto speciale significhi avere il 15 maggio come giorno di vacanza. Significa di più.

Cosa voglio dire con tutto questo: il voto deve essere prima di tutto un voto “informato”. Se non conosciamo le regole, se non conosciamo a pieno i candidati, se andiamo a “fiuto” e, passivamente (magari perché così ci dice l’amico o il partito) diamo la preferenza a tizio piuttosto che a caio nonostante, in fondo, caio rispecchia più di tizio le nostre aspettative, allora il nostro voto non solo è sprecato, ma è anche dannoso. Quindi non andare a votare? No, votare consapevolmente! Per votare la canzone di Sanremo ci deve piacere il ritmo (quindi dobbiamo ascoltarla). Poi magari il tutto viene influenzato dal fatto che la canzone sia cantata o meno del nostro cantante preferito (e ci può stare). Ma se il nostro cantante preferito canta qualcosa di inascoltabile, magari anche stonando qua e là, voteremo ancora quella canzone? Penso di no! Ma prima di votare “la” canzone migliore, dobbiamo ascoltare tutte le altre canzoni. Dobbiamo in un certo senso informarci. Similmente con la politica. Dobbiamo informarci e tra i vari candidati scegliere il migliore per noi. Ma aldilà di queste elezioni, dobbiamo informarci riguardo il nostro statuto speciale. Dobbiamo informarci riguardo la nostra Sicilia. Perché solo così possiamo apprezzarla e non cadere nei luoghi comuni secondo cui siamo una terra irredimibile.

Qualcuno dice che la Sicilia abbia bisogno di Dei. No: la Sicilia ha bisogno di uomini. E di veri uomini. La Sicilia ha bisogno del contadino. Del bracciante. Ha bisogno di chi si alza alle 6 del mattino per portare a casa lo stipendio. Ha bisogno del pescatore, dell’artigiano. Ha bisogno dell’avvocato, dell’ingegnere. Ha bisogno del giornalista, dell’impiegato. Ha bisogno di tutti. Indistintamente. Ha anche bisogno dei parenti di Riina e Provenzano che aborrono Riina e Provenzano. E ne ha bisogno ancor di più di chi cita Falcone e Borsellino solo per raggiungere i “propri scopi” (anzi, di questi non ne ha proprio bisogno!). La Sicilia ha bisogno dei siciliani che lottano. Ma la lotta non deve essere intesa in senso fisico. La lotta è metaforica. I siciliani che lottano: siciliani che lavorano, che si impegnano, che decidono di restare, che amano questa Terra e che preferiscono mettere la S maiuscola davanti la parola “Siciliano”.
Buon voto a tutti.

Alain Calò

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