Donne che odiano le donne. Anche a me è successo. Il #Mee Too aggiornato è questo: anche a me è successo, di essere stata: invidiata, odiata, osteggiata, umiliata, taciuta da altre donne. Falsità e inganno, dileggio e offesa, infamia e diffamazione sono gli elementi del “curtigghiu”, che da che il mondo è mondo è il sale della chiacchiera ovunque e in ogni tempo. Donne che dicono di altre donne cose sporche, inventate, sminuenti per il solo piacere di ridere dell’altra, calpestando l’altrui ego a vantaggio del proprio e battendosi il petto quando tocca a loro. La “murmura” è trasversale, signora mia, oggi a me domani a te e “murmuria” la dottoressa e “murmuria” la casalinga; “murmuria” la parrucchiera e pure l’ingegnera; “murmuriare” è a livella.
E fra le pettegole, molte hanno assorbito la mentalità becera, ripugnante del maschio maschilista,che usa puttana come tanti usano “piuttosto che” e fare per avere è il sottotesto. Usanza diffusa e combattuta dal #Mee Too e per ciò ragionata fino all’antitesi del #Mee Too dalle donne stesse, che vessando le altre donne trovano una giustificazione alla propria inadeguatezza. E via alle frasi sessiste e via ai like sotto gli insulti o le insinuazioni, ma quanto degradante è la vita di una donna che per sentirsi meglio deve smerdare un’altra donna? Salvo indignarsi per l’ inciviltà dilagante, per la maleducazione dei figli delle altre o per l’odio che istiga all’odio. Le donne che odiano le donne perché potenziali rivali sono tante. Pensiamoci questo 8 marzo e rilassiamoci un pochino, che il da fare non manca per ottenere quello che ancora non abbiamo e che ci spetterebbe di diritto.
Gabriella Grasso
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