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Diagnosi precoce e medicina personalizzata contro il tumore al seno

Con la diagnosi precoce i tumori si curano meglio, le prospettive di guarigione aumentano e le terapie si fanno meno invasive e meno costose. Nel caso dei tumori al seno l’autopalpazione, le visite senologiche e le tecniche di diagnosi per immagini contribuiscono a identificare sempre più lesioni in fase precoce, con percentuali di sopravvivenza a cinque anni anche del 90%.

I rapidi progressi nel campo della diagnosi, però, se da un lato permettono di scoprire sempre più tumori anche molto piccoli, dall’altro possono comportare il rischio di diagnosi e terapie non necessarie (sovra-diagnosi e sovra-trattamenti), con costi sociali e economici crescenti.

Per questo motivo l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) ha elaborato lo Studio P.i.n.k., con l’intento di valutare diverse tecniche di diagnosi del tumore al seno (mammografia, ecografia e tomosintesi) per arrivare a una personalizzazione dei percorsi di prevenzione secondaria.

Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Umberto Veronesi e vede la partecipazione di un network di radiologi italiani che operano in 24 fra ospedali, università e centri privati. Si propone di coinvolgere 50.000 donne di almeno 40 anni d’età che, dopo l’esame diagnostico, metteranno a disposizione dei ricercatori i loro dati clinici.

“Dal 2003 la Fondazione Umberto Veronesi si impegna per migliorare la vita di tutti promuovendo la ricerca scientifica d’avanguardia e una corretta informazione sui temi della salute”, afferma Paolo Veronesi, Presidente di Fondazione Umberto Veronesi e Direttore Programma Senologia IEO. “Il carcinoma del seno resta per le donne il tumore più frequente, con oltre 50.000 nuove diagnosi l’anno attese. Resta inoltre la sesta causa di morte in generale e la prima di natura oncologica (oltre 12.000 vittime nel 2014). Le terapie, la diagnosi precoce e anche il grande impegno delle donne per la prevenzione hanno permesso di migliorare costantemente i tassi di sopravvivenza. C’è bisogno di nuovi passi avanti, e crediamo che un progetto di ricerca come lo Studio P.i.n.k., sostenuto dalla Fondazione, possa portare a conoscenze cruciali per trasformare il tumore al seno in una malattia superabile nella stragrande maggioranza dei casi”.

“Lo Studio P.i.n.k. nasce nel 2009 da un’intuizione del Prof. Umberto Veronesi che condusse uno studio su 1.258 donne asintomatiche cui fu diagnosticato un carcinoma della mammella ‘solo’ con l’imaging diagnostico (ecografia, mammografia, etc.)”, racconta Edgardo Montrucchio, Direttore di Senologica del Centro di diagnostica senologica integrata per la prevenzione primaria e secondaria del tumore alla mammella di La Spezia e membro del comitato scientifico del progetto. “Le donne mostrarono una sopravvivenza a 5 anni del 98,6%, di molto superiore alla media italiana ed europea del periodo. Oggi puntiamo a migliorare la diagnosi armonizzando le varie metodiche di imaging, rimodulando gli intervalli fra un esame e l’altro e soprattutto personalizzando l’iter sulle caratteristiche della donna, recuperando così anche una ’umanizzazione‘ del percorso diagnostico così cara al professor Veronesi”.

“Valuteremo nel modo più accurato possibile il contributo diagnostico delle singole metodiche e la validità del loro utilizzo integrato nella capacità di identificare un numero crescente di tumori (detection rate) e sempre più precocemente, ovvero con la maggiore anticipazione diagnostica possibile”, spiega Sabrina Molinaro, responsabile della Sezione di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche e altresì coordinatore del progetto. “Lo Studio P.i.n.k. consentirà di misurare l’efficacia delle singole tecniche e delle loro diverse combinazioni nella diagnosi di varie forme di tumore e per varie tipologie di donne. L’efficacia verrà valutata sulla base della specificità e della sensibilità delle varie tecniche, ma non solo, specifica Sabrina Molinaro: “Il numero dei centri coinvolti, il numero di donne partecipanti e il monitoraggio dei risultati nel tempo permetteranno di verificare, nel lungo periodo, se e quanto si possa ottenere una riduzione della mortalità per effetto di due fattori: una efficiente anticipazione diagnostica e campagne di prevenzione indirizzate a gruppi di donne in base al loro pattern di rischio”.

“La diagnosi precoce è universalmente riconosciuta come la migliore arma per ridurre la mortalità da carcinoma mammario” commenta Vincenzo Lattanzio, Direttore di “Senologia e Salute” del Centro di diagnostica senologica clinica integrata di Bari. “Accanto alla mammografia, che rimane tuttora il test di elezione nello screening di massa, l’incessante sviluppo della tecnologia e l’affinamento delle metodologie ha messo a disposizione dei radiologi senologi altri efficaci strumenti diagnostici come l’ecografia e la tomosintesi (o mammografia 3D) e, come secondo livello, la mammografia con mezzo di contrasto e le procedure interventistiche. La definizione ed attuazione di percorsi diagnostici integrati, attuati in tempo reale dallo specialista ’dedicato‘, consentono oggi livelli di accuratezza elevata in termini di sensibilità e specificità e diminuzione dei falsi negativi e falsi positivi. Affidabilità ed umanizzazione costituiscono i requisiti inderogabili della diagnostica senologica clinica, alla base dello Studio P.i.n.k.”.

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