A cadenza regolare arrivano in redazione accuse, minacce e ingiurie, in particolare tramite i social. Capita assai spesso che la denigrazione della figura del giornalista avvenga a opera di menti illuminate dal potere e dal delirio che lo stesso dà. Gli stessi mossi dall’imbarazzo per l’orgoglio ferito da una notizia, foto o ragionamento su una loro mancanza, sguainano un repertorio di sconcertanti puerili banalità atte a ridurre al silenzio la stampa, che nella loro visione personalissima del mondo, è libera solo se asservita. Ossimoro irrisolvibile, ma molti non comprendono la possibilità del libero pensiero e men che mai della cronaca scevra dalle opinioni specie se queste non sono a loro consone. Si può essere giornalisti senza dover diventare passacarte o portavoce di questo e quello, si può essere opinionisti senza dover riscuotere il contentino e libere persone senza dover lusingare il ducetto di turno. Sappiatelo cari detrattori, così è anche se non vi pare.
Nota del Direttore: Assessore (foto tratta dal Suo profilo Facebook) nella Sua immaginazione Lei pensa ed afferma che siamo in decadenza ed in mano a movimenti politici altrettanti decadenti. E’ un Suo problema, non il nostro (delle Sue “puerili” considerazioni/accuse non ce ne frega proprio niente!), i nostri accessi continuano mensilmente ad aumentare e ci piace e godiamo –ad ogni nostro redazionale- essere alternativamente accusati di parteggiare per qualcuno. Dopo moltissimi anni di attività la testata giornalistica è ancora presente, di politici che passano e spariscono ne abbiamo visti molti, ma proprio molti.
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