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Facebook valuta possibili modifiche per gli spot politici e stretta di Google agli spot

Facebook sta valutando potenziali modifiche alla sua politica per gli spot politici per combattere le fake news e la disinformazione. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, Menlo Park sarebbe in contatto con inserzionisti democratici e repubblicani per le potenziali modifiche, che potrebbe evitare campagne mirate solo a gruppi di persone molto piccoli.
La valutazione avviata da Facebook riflette le crescenti pressioni sul social sulla questione delle verifiche sulla veridicità delle inserzioni politiche, dopo le modifiche già attuate da Twitter e da Google. Nei giorni scorsi anche Snapchat ha preso posizione sul tema, con un team che analizza i contenuti di tutti gli spot, compresi quelli politici.

Google intende imporre delle restrizioni sull’utilizzo della pubblicità politica sulle proprie piattaforme. La nuova politica sarà applicata alle inserzioni su Google Search, YouTube e a tutte quelle che vengono pubblicate sui siti attraverso il software di acquisto pubblicità di Google. Le restrizioni verranno attuate nel Regno Unito nel giro di una settimana, anche in previsione delle elezioni del 12 dicembre, mentre entreranno in vigore entro la fine dell’anno nell’Unione Europea e il 6 gennaio nel resto del mondo.
In America Big G aveva già imposto alcune disposizioni sulla pubblicità politica negli Usa in occasione delle elezioni federali lo scorso anno e intende ora estenderle ai candidati statali, alle votazioni e alle pubblicità che nominano qualsiasi partito politico. Secondo le nuove disposizioni, la pubblicità politica potrà essere mirata esclusivamente in base all’età degli utenti, al sesso e alla loro posizione calcolata tramite codice postale. Gli inserzionisti politici potranno ancora usare un targeting contestuale, ad esempio mostrando le inserzioni agli utenti che si interessano di un particolare argomento. Sarà invece vietato a politici e candidati prendere di mira intere categorie di utenti ed elettori sulla base della loro affiliazione politica. Questo per stroncare il fenomeno delle fake news che circolano negli spot elettorali. I cambiamenti adottati da Google arrivano a seguito delle richieste di regolamentazione della pubblicità online avanzate, tra gli altri, anche dalla presidente della Federal Election Commission, Ellen Weintraub. Alcuni media come il Washington Post sottolineano però come la nuova policy non sembra in grado di poter ostacolare più di tanto il tipo di spot elettorali acquistati da Donald Trump per la campagna 2020, già visti da milioni di persone e in cui sono presenti diverse falsità sull’ex vicepresidente Joe Biden e sui suoi legami con l’Ucraina.

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