A Bari 40.000 mila persone si riuniscono, senza particolari precauzioni, in tempi di contagio incontrollato tanto da proibire le strette di mano in segno di pace durante la messa e svuotare le acquasantiere per non creare brodi di coltura batterica; intanto le gite scolastiche vengono sospese a data da destinarsi, le università e le scuole lombarde chiudono e 50.000 presone vengono isolate dal resto del Paese per limitare il diffondersi del Corona virus. Il paziente zero non si trova ancora e l’OMS per le misure di emergenze scattate tardi bacchetta l’Italia, che bloccando i voli da e per la Cina ha complicato i controlli negli aeroporti dove dalla Cina si continuava ad arrivare, passando per un qualsiasi altro paese europeo che il blocco non lo aveva fatto. Gli italiani hanno dimostrato uno scarso senso civico, non dichiarando di essere stati in Cina o di aver avuto contatti con chi in Cina c’era stato nei giorni del contagio, il Giornale e Radio Maria contribuiscono alla diffusione del panico urlando che l’Apocalisse è vicina e il colpo di tosse ha sostituito Allah Akbar. Gli esperti dicono che il contagio è alto, ma la mortalità è bassa eppure il panico è “paro-paro”. Una cosa però l’abbiamo imparata: lavarsi le mani è cosa buona. Con ogni probabilità il virus è già fra noi, ma essendo simile all’influenza non lo abbiamo riconosciuto. L’attenzione è necessaria, certo, specie se immunodepressi, altrimenti stiamo ser…tranquilli, dato che a detta degli scienziati il 95% dei pazienti guarisce senza problemi; a Wuhan, dove il focolaio è stato massimo, la mortalità è stata del 5%. Come reagirà l’ennese? Siamo pronti dicono i vertici dell’ASP e noi pure. Coraggio che passata l’allerta ci toccherà risentire Renzi e Salvini e interessarci di un Referendum che chiede se ci piace una legge già fatta.
Gabriella Grasso
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