Prendete un consigliere provinciale molto discolo, un Presidente della Provincia lasciato a marinare per un anno e mezzo, un dirigente dell’Ufficio tecnico provinciale in besciamella, una trasmissione birichina, aggiungete un pizzico del Signor No (al secolo dirigente di un ufficio regionale) ed otterrete un pasticcio sopraffino, da leccarsi i baffi. Peccato che risulti indigesto a moltissimi cittadini ennesi che non gradiscono queste pietanze così piccanti.
È inutile che io vi racconti la vicenda nei suoi aspetti di cronaca, la conoscete ormai tutti, perché chi non l’ha potuta vivere in diretta ne è stato edotto abbondantemente dalla stampa e dal passa-parola. Vi spiego soltanto come questa pietanza è stata confezionata e come adesso sia proprio difficile fare finta di niente.
Tutto è cominciato molti mesi fa dalla spirito guerriero di un Consigliere Provinciale, il dott. Malfitano, escluso dalla maggioranza o meglio aggregatosi spontaneamente alla fazione del PdL esclusa dall’Amministrazione.
Alla sua costante attività ispettiva riguardo le scuole di competenza provinciale (gli istituti medi superiori) mi pare che non abbiano quasi mai replicato gli assessori competenti ma solo il dirigente del settore tecnico della Provincia che si occupa di scuole, l’ing. Cascio.
Questa vicenda è approdata pure in una riunione tenutasi in Prefettura nel dicembre scorso alla presenza del Prefetto, del Direttore Generale della Protezione Civile Regionale e delle massime autorità tecniche e amministrative esistenti sul territorio provinciale. Chi volesse può leggerne il comunicato stampa tranquillizzante sul sito dell’Ufficio Territoriale del Governo.
Articoli e articoletti, dichiarazioni e smentite si sono susseguite per mesi come un normale tran-tran più politico che tecnico e spero che questa approssimazione non sia motivo di nuove precisazioni e smentite perché sto solo semplificando. Tutto già visto, come sempre quando la politica si fa con le contrapposizioni.
Fino alla sera del 14 febbraio quando la vicenda è approdata in Tv a “Presa Diretta”. La trasmissione di Rai 3 è notoriamente più che “birichina” ma pur tra possibili tagli e collage il dirigente della provincia ci ha fatto la figura del “pepé”. La mia impressione è che l’ing. Cascio ha reagito così perché si è visto davanti non tanto il giornalista di Rai 3 ma il consigliere Malfitano e allora non ci ha visto più!
Il giorno dopo il Presidente Monaco ha chiarito con dovizia di particolari quello che il proprio dirigente avrebbe potuto dire all’intervistatore e non ha detto.
Vi risparmio le repliche del Consigliere al Presidente perché sono solo un’altra puntata della telenovela e non meritate tanto. Quello che invece nessuno si aspettava è stato l’ingresso nella vicenda del Signor No, l’ingegnere Capo del Genio Civile, che non ha perso l’occasione per precisare. Quello che non capisco è la funzione di questo comunicato-stampa. Certamente dice la verità ma sembra piuttosto un soffiare sul fuoco e soprattutto mi viene in mente il proverbio “chi si scusa s’accusa”. In fin dei conti il dott. Monaco non aveva accusato d’inerzia il Genio Civile, non aveva nemmeno detto che per il Liceo di Enna non c’era ancora il nulla-osta, aveva solo detto che per l’ITIS di Piazza Armerina mancava solo questa autorizzazione per fare la gara d’appalto.
Forse anche in questo caso c’è un dirigente che ha agito come se avesse visto il fantasma di qualcos’altro. E questa volta deve essersi trattato dell’odore di una pietanza che sale e scende come i peperoni!
Adesso che vi ho fatto il riassunto delle puntate precedenti, mi auguro che tutti, cuochi, aiutanti, camerieri, fuochisti, ma anche lo chef, il maestro di sala, il padrone del locale, tutti quelli che hanno grandi o piccole responsabilità e un pizzico di potere nella vicenda, anziché scrivere, parlare o semplicemente tacere, si rimbocchino le maniche e si diano da fare!
Q – Giorgio L. Borghese
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Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.