Barrafranca merita una visita approfondita. Il rinvenimento di tracce di insediamenti appartenenti ad epoche diverse, documenta la presenza umana prima ancora della diffusione della civiltà ellenica nel territorio.
Le sue origini sono antichissime, pare che derivino da Hibla Heraia. In epoca normanna, l’abitato si chiamò Convicino, feudo di Ventimiglia; intorno al 1330 fu acquistato dai Barresi, i quali nel ‘500 diedero un nuovo impulso al centro e gli attribuirono l’attuale nome.
Interessante è la settecentesca Chiesa Madre, del tardo barocco siciliano, che custodisce una Santa Maria della Purificazione, attribuita al Paladino.
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Barrafranca Settimana Santa A Vasacra – U Trunu
Il territorio della cittadina barrese è stato abitato sin dai tempi più remoti, come dimostrano alcune scoperte fatte in località Quattro Finaiti, dove sono state ritrovate alcune tombe circolari contenenti ciotole, raschietti e coltelli in silice. Altri ritrovamenti sono stati fatti inoltre nell’attuale centro abitato. Parte di questi reperti sono oggi conservati nel Museo Bellomo di Siracusa. Con le tombe ritrovate in località Martorina e Rocche risulta evidente l’insediamento dei Siculi avvenuto già nel 1034 a.C .Dal 392 a.C. inizia la colonizzazione greca testimoniata dal vario materiale ellenico presente nella necropoli di Montagna di Marzo e di Monte Navone, nonché nel nostro centro abitato, precisamente nei quartieri Grazia e Serra, dove sono venuti alla luce diversi reperti archeologici. Durante l’impero romano si ripopolarono le vallate abbandonate nel precedente periodo di anarchia, che pose termine alla dominazione greca con la ricostruzione di alcune città distrutte, quali quelle di Sophiana, Calloniana, Mactorim e Villa Comiciana (città ubicata sull’Itinerarium Antonini). Quest’ultima fu un importante centro di raccolta di prodotti agricoli e di estrazione di zolfo nella miniera di Galati. In seguito essa prese il nome di Convicino perché confluivano attorno alla torre e al suo casale gli abitanti del “circumvicinato” spinti dalle esigenze di mercato e di vita politica. Sorse così in questo punto la chiesa di S.Lio, intesa come “O Priatoriu”.Tutto il territorio di Barrafranca, insieme ad altri novantasei centri abitati, nel VI sec. fu donato da Tertullo Amico a San Benedetto da Norcia.In C.da Sitica è stato trovato un edificio Basiliano identificato con la chiesa di San Niccolò. Avanzi architettonici bizantini si trovano in località Batìa e Bosco Giardini. In P.zza Fratelli Messina, inoltre, prospettano alcuni portali bizantini (medievali per la Sovrintendenza di Palermo), successivamente adattati ad una più recente costruzione adibita a botteghe e perciò detti I Putieddi. Il dominio bizantino durò tre secoli, fino all’avvento arabo sotto gli Abassidi di Tunisi, i quali introdussero in Sicilia le palme, i gelsi e il cotone. La conquista araba durò fino al 1040. Il primo documento che riporta per la prima volta il nome di Convicino risale al 1091 subito dopo la conquista normanna, ed in esso viene provata la presenza di nobili comaschi e lombardi, i quali intensificarono la cristianizzazione con la costruzione di nuove chiese, tra cui quella di San Sebastiano, trasformata nel 1628 nell’attuale Chiesa Madre. Il campanile di questa chiesa mostra infatti alcune caratteristiche medioevali, tra cui le strette feritoie. Nel 1269, dopo lunghe battaglie, gli Angioini decapitarono Galvano Lancia, signore di Convicino e la città divenne possesso demaniale del regno angioino. Con la venuta degli Aragonesi anche Convicino si ribellò ai francesi e dopo la vittoria dei primi il nostro centro diventò proprietà di Federico d’Aragona. Da questo momento Convicino sarà esposta alle contese di vari feudatari fino al 1529, quando il marchese Matteo III Barresi darà a Convicino il nome di Barrafranca. Essa ebbe un notevole aumento demografico per opera di coloni provenienti da tutte le parti, in particolar modo da Militello città anch’essa sotto la signoria dei Barresi. Ma un violento terremoto avvenuto nel 1693 distrusse gran parte del paese. Successivamente Barrafranca seppe rifiorire con degli edifici religiosi molto rappresentativi.
It is the southernmost district in the province; from Enna, Barrafranca can be reached by taking the Pergusa main road after the village of Pergusa. Its origins are very old, probably deriving from ancient Hibla, Heraia or Galatina, Roman fortifications known as Callonania. Its more recent history, however, is linked to the Barresi family, from which the town took its name in 1529. The contrast between the old town centre and the more modern areas makes the tour around the town very pleasant. The 18th century main church is of particular interest. This late Sicilian baroque structure houses a precious canvas painting of the “Santa Maria della Purificazione” attributed to Filippo Paladino. Also worth visiting is the church of Maria SS. della Stella. As you pass through the streets of the doors, you meet the so-called “Botteghe”, small rooms on the first floor which up to a few decades ago were used as artisan shops in Barrafranca.