Enna 16/5/2006 – Trentasette minuti di discorso d’insediamento: battuti tutti i record. Alla fine il commentatore tv ha detto: è commosso. Si era solo soffiato il naso ed aveva tentato quattro volte di farlo, ma per non perdere tempo aveva rinunziato forse non trovando la tasca di un abito nuovo – per l’occasione – Ha letto a velocità sostenuta incurante (ma solo una volta si) degli applausi. Sapeva cha a ritmo “presidenziale” poteva impiegare un ora: troppo anche in Italia per un napoletano verace emigrato a Roma. Non ha tralasciato nulla: un discorso politico alla Moro. Ha detto che non sarà il presidente della maggioranza (parlamentare?) che lo ha eletto: excusatio non petita accusatio manifesta (ma lo dicevano i latini ed ora i tempi sono cambiati).
Il Presidente del senato forse stava male (astinenza da pipa, mal di stomaco o…) e quello della Camera aveva la faccia tante volte vista da Bruno Vespa quando non poteva dire quello che pensava. Nessuno scandalo, sono ambedue alla prima grande esperienza e nessuno nasce ”insegnato”.
Bella cerimonia: nessun primo attore fino al Quirinale dove ha troneggiato l’uscente: logico dopo sette anni sapeva tutto e…di tutti.
Berlusconi ce la ha fatta, ha tenuto la scena anche se non mentovato dai radiocronisti (ognuno ha famiglia, logico) per tutto il tempo: lo hanno dovuto fermare, stava per andare a deporre anche lui una corona sul sacello del Milite Ignoto.
Il cerimoniale ha fatto acqua: strano lo sapevano da sette anni che sarebbe accaduto. Ma si sa la prima è diversa dalla prova generale. Montecitorio ha dimostrato di non potere accogliere tutti in seduta comune più i Delegati regionali: alcuni in piedi ed anche senza cravatta: sembrava il Bagaglino ed il povero Andreotti in prima fila aveva l’aria di Oreste Lionello: ma questi recita meglio. Non c’era Pippo Franco: non è stato eletto. Peccato forse lo spettacolo riusciva meglio.
Seriamente: abbiamo sentito che la Costituzione è rigida: lo sapevamo e dal 1946, ma fa piacere sentirselo dire dal Presidente; cosi come bello essere confermati che dal 1989 in Italia le cose sono cambiate (per lui, per noi dal 1991, ma non ha importanza).
Confermato che l’Italia è una Repubblica (i soliti maligni sono stati serviti a Napoli) fondata sul lavoro: sarà per questo che le cose vanno male. Ed è e stato bello il ricordo di De Nicola del quale invero, a parte che quello era meno loquace, sembra proprio che il nuovo Presidente abbia preso tanto.
Un caro amico ottimo civilista napoletane Domenico De Luca Tamajo (anche nobile, ma chi non lo è a Napoli?) che per tanti anni fu segretario dell’Ordine Forense mi raccontava che era stato testimone di un fatto epesegetico ed illuminante il carattere di De Nicola (che peraltro era stato anche presidente del Senato Fascista).
Era Don Enrico Presidente dell’Ordine e Vice era il grande penalista Govanni Porzio, avvocato delle corti di assise dell’epoca da essere commosse scioccate, turbate al punto da assolvere: un istrione, ma colto bravo ed umano. Un giorno giunse in ritardo ed affannato ad una seduta dell’ordine. De Nicola era ad attenderlo alla porta con “roscopo”(orologio da tasca) in mano. Appena vide lo sprovveduto Porzio avvolto nel suo mantello, sudato in disordine (De Nicola era sempre azzinnato ed elegante) gli chiese che diavolo fosse accaduto, e Porzio dispnoico gli rispose” Enri’(sta per Enrico) mi fa male il cuore!” E De Nicola di rimando” ma dove ti fa male?” E Porzio con la grande manona che aveva, indicò tutto il petto e l’addome. Al che De Nicola stizzito disse “impossibile, il cuore non sta in tanta larga zona ma è solo qui “ indicando con l’indice la sede del cuore che delimito in pochi centimetri. Porzio lo guardò e gli disse: che vuoi che ti dica, quello sarà il tuo cuore: il mio è grande, è dappertutto e mi fa male!”
Lasciando allibito, contrariato e dissenziente il suo amico.
Ascoltando il Presidente ho capito che in verità è allievo del nostro Primo Presidente anche lui di Napoli (Torre del Greco) e puntigliosamente preciso.Lo ha detto la Turco (che lo conosce e bene avendo i due redatto la famosa legge sulla immigrazione Turco-Napolitano) che lodandolo giorni fa ha ne detto tutto il bene possibile ma ha concluso”è un rompi” ovviamente in senso buono (pare).
Il settennato è cominciato ed oggi il Colle sede del vecchio Tribunale Pontificio sembrava un grande albergo con portinai vestito con il palandrano ed i valletti da operetta inglese: ma era bello.
Sara stato un caso ma il Cardinal Ruini aveva organizzato per oggi la riunione della Conferenza Episcopale Italiana nello stesso tempo della cerimonia quirinalizia. Gli ha mandato gli auguri, ma sul problema della famiglia (dice il Papa senza “vero”matrimonio non c’è famiglia -ovvio-) non ha mollato di un millimetro.
Ora Prodi attende e subito la investitura: ha ragione aspetta da più di un mese e gli è quasi passata la voglia al punto che non riesce più ad orchestrare se non dissonanze. Ora ci mancherebbe anche che avesse l’incarico di 17.
Gifuni supersuperstizioso ora è Segretario emerito della Presidenza e non può più fare scongiuri. Il caso è serio e deve essere risolto in prima persona dal Presidente che essendo napoletano si pensa sappia come fare.
Li ho visti tutti i Presidenti ed anche quelli che abitavano al Colle prima di loro.Ma oggi mi sono commosso.
Questo Signore di 81 anni che dava il cambio generazionale all’ottantaseienne mi ha ricordato la grande madre (non per me s’intende) Russia dell’ultima decade dello scorso secolo. Ho pregato che non ci finisca allo stesso modo con un Putin che ha gia scelto il suo erede. Non è che pensi di vedere tanto futuro ma non pensavo neanche che nella tomba Calvino si sarebbe potuto sfregare le mani vedendo nel palazzo di quanti lo fregarono qualcuno di una parrocchia diversa ed ai suoi tempi non immaginabile.
Ma la vita è veramente come un Grand Hotel: gente che va, gente che viene. Non è forse la filosofia dell’alternanza? Lo ha anche detto il Presidente Napoletano.
Auguri Presidente e Buon lavoro (se glielo fanno fare).
Pino Grimaldi
grimliondr@libero.it