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Enna: Lettera semiaperta al Sindaco di Pino Grimaldi

Caro Signor Sindaco, come Ella ben sa una volta si era soliti scrivere lettere aperte tutte le volte che si voleva dire qualcosa a qualcuno di rango commendevole, e contestualmente farlo conoscere a tutti. Ora a tempi cambiati e l’utilizzo di altri mezzi che non siano le poste che non funzionano, i giornali tutti governativi che non pubblicano ché altrimenti gli tagliano i viveri, la impossibilità per i mortali con carrozza di seconda classe se muoiono, costringe a servirsi dei giornali on line che offrono ed al destinatario della missiva, che ai lettori l’opportunità, dopo aver letto il titolo o di continuare a leggere (gratis) o cambiare canale: onde la lettera è semiaperta consentendo di poterla non aprire del tutto senza che nessuno se ne abbia.

Premesso tanto – per evitare domande senza risposta – Le scrivo per dirle di quanto sia io addolorato nel vedere come la sua elezione e la scelta del suo team per amministrare il borgo, abbiano fatto un roboante flop che ci ha lasciati, pur nella letizia di un caldo inusitato, orfani e sconsolati.
Mi dicono che nonostante una buona maggioranza consiliare, a somiglianza di quanto avviene nella città capitale, non lo lasciano amministrare come di certo vorrebbe. Certo è bello che l’ultima città d’Italia voglia imitare il parlamento italiano: bisogna sempre guardare in alto e dunque è comprensibile che la sua maggioranza si comporti da opposizione.

Tuttavia sarebbe giusto se Lei accusasse apertis verbis (a parole chiare) chi le impedisce di essere quell’uomo laborioso e fattivo che di certo, anche grazie alla giovane età, Ella é.

11.281 cittadini di questo borgo votarono per Ella e penso che lo fecero certi di eleggere a Sindaco di questo cocuzzolo sui Monti Erei un giovine perbene, modesto, ma onesto e laborioso, proveniente da una famiglia che lavorando, e sodo, aveva anche creato un intrapresa di un certo tono. In molti non fecero tanto caso chi fossero i suoi compagni di cordata ed altri si dissero che gli si poteva dar fiducia avendo alle spalle due carichi da novanta ben noti all’inclito pubblico di Castrogiovanni.

Insomma nessuno pensava che lo avrebbero lasciato solo e con i suoi santi sordi quasi quanto lo possono essere quelli che avendo troppi fedeli non riescono più a seguire i propri diletti: accade.

Era immaginabile che persone di alto rango con un cursus honorum politico da fare invidia, scrittori di materie esoteriche, esperti nella amministrazione della città, che fu si lasciata piena di debiti, ma che ebbe momenti dinamici, non gli dessero i giusti consigli? Ed era mai immaginabile che il boss (che sta per bravo oltre che sincero e sobrio (non l’inversione del S.O.B. -son of bich- americano che è molto offensivo ed è con una sola esse) delle nostre contrade, tutto fattosi da se, partendo da un diploma di scuola media ed arrivando ad essere dottore (sic) senza colpo ferire per Laurea Honoris Causa conferitagli dalla Costantinian University (vedi Corriere della Sera) con tante legislature regionali, esperto in bilanci (fa parte della Commissione Bilancio della Camera) non gli desse una mano?

Ed era immaginabile che sala Euno si trasformasse in una hall di grande albergo con gente che va ed altra che viene, passaggio da suite a camere singole e viceversa, per cui se un povero cittadino volesse oggi sapere la composizione politica della sua maggioranza dovrebbe rivolgersi ai servizi segreti deviati essendo stati quelli normali azzerati dalla peristroika e glasnost governativa?

Insomma, santo uomo, Le è andata proprio male e non certo per colpa sua perché Ella aveva poche idee si, ma buone e pensava che esser sindaco oltre che grande onore fosse un modo per risolvere i nostri problemi e lo stato delle nostre finanze che per consuetudine, da una nuova amministrazione vengono dette fallimentari a causa della amministrazione precedente, talché se si riesce a fare un + 0,1 % si può cantare vittoria.

E’ gente cattiva quella che si è trovata attorno e di certo non lo meritava sopratutto in momenti come questi in cui nessuno sa chi comanderà nel giro di alcuni di mesi in Italia. E Lei, mi dicono margheritino, non capisce – come tutti noi, cosa accadrà con il PD (alias partito democratico: un nome, una marca, una garanzia) dove pare che il suo Collega Veltroni che sa leggere, non scrive libri esoterici, non ha lauree costantiniane ma è un gran “s.o.b”- in senso buono – pare che manderà tutti a casa, tipo otto settembre, e si prende il partito, il governo e se si incavola aspetta che Napoletano – poveruomo, afflitto da una Napoli che lo sta facendo fuori – molli, si siede al Quirinale e buonanotte ai suonatori.
Tempi Tristi!

Ed Ella si ritrova con la spazzatura quotata in borsa, l’ICI che sostiene, penso, il Fondo Monetario Internazionale, il volto della città senza manco il make- up delle ballerine d’ultima fila e con tutti a dire che è colpa sua che tutto poteva fare tranne il sindaco.

Mentono sapendo di mentire! Ma il popolo ha sempre ascoltato i bugiardi che hanno finito ahimé con il fare la storia: onde occhio all’amico, che dai nemici lo guarda, come dice il proverbio, il buon Dio che ha molto apprezzato il sussiego compunto col quale, fascia tricolore a sciarpa, ha seguito la nostra Padrona nell’andata e ritorno da Montesalvo, profittando penso degli sconti Alitalia fatti prima della liquidazione.

Lei dirà che non le ho detto nulla che non sappia.
Ne sono convinto, ma a volte è necessario avere un piccolo Bignami con noi per ripassarci le cose che sappiamo. Il borgo aspetta che Ella dia un bel colpo di reni. Che si metta a guardare ciò che può essere fatto: ad esempio il Teatro Garibaldi che l’eroe dei due mondi, di cui ricorre il bicentenario della nascita, potrebbe volere intestato ad altri visto che è chiuso da tempo immemorabile; o il portone (privato d’accordo) di quel bel palazzo in Piazza San Francesco che Ella ha il dovere di far rimuovere, o il marciapiede per monopedi (un solo piede) che mette a repentaglio i poveri cristiani che con intelligenza anziché usare la macchina (da noi solo status symbol) vanno a piedi, e che può ammirare nel tratto di via Roma compreso tra la piazza Bovio e la chiesa di Santa Teresa; o le strisce pedonali che si sono dissolte (tout passe,tout casse,tout lasse!) e che non fanno capire se il solito cristo che attraversa la strada ove arrotato avrà funerali a carico dell’investitore o no; o la rotonda di S.Agata che forse l’ufficio tecnico non è riuscito a disegnare per mancanza di tempo e mezzi (compasso indispensabile!) e tante altre piccole, piccolissime cose che darebbero ad Ella la gioia di potere dire ho fatto qualcosa ed agli abitanti di potere ridurre il numero dei peccati da confessare (se cattolici) o le imprecazioni, se non tali: opere buone e gradite al Signore.

Nulla di personale Signor Sindaco, anzi! L’importante è che turatosi le orecchie per non sentire le sirene incantatrici di chi lo vuole distruggere (emulo di Prodi!) si renda conto che il borgo non è solo kore-kore (antica lamentazione per dolore, nostrana) ma anche posto ove vivono (mai capito il perché) pare alcune decine di migliaia di persone e forse in maggioranza, suoi elettori: meritano rispetto.

Le auguro ogni bene, ma non Le auguro buone vacanze: Ella ha da lavorare e dunque cancelli le ferie che non le si addicono, ma per doveroso rispetto al Papa regnante “ora et labora”.

Con rispettosa civica osservanza.

grimliondr@libero.it.

pubblicato il 27 luglio 2007

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