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Pino Grimaldi: Se il Cavaliere piange, il Professore non ride

Enna 20/01/06 -Sta accadedo in Italia qualcosa di inenarrabile ed incomprensibile in qualsiasi altro paese.
A meno di poco meno di due mesi dalle elezioni generali, alias politiche, per il rinnovo del Parlamento (cioè Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) i due grossi schieramenti -coalizioni di partiti- si trovano ad avere un leader che appartiene al semicentro e che tutti e da ambo le parti indicano quale il conducator capace di guidare e vincere, ma che di fatto e per motivi diversi non rappresenta l’anima della coalizione ma l’icona da appendere su mura e manifesti,ciascuno sapendo in cuor proprio che passata la festa il santo ha da essere gabbato.

Il presidente del consiglio vincitore di fatto e di forma nel 2001 si trova in fase di stallo politico ed ha dovuto(si pensa con sondaggi in ambo le mani) accettare un gioco eufemisticamente chiamato “a tre punte” che tradotto in parole comprensibili significa che lui è il leader ufficiale della coalizione ma (macchiavellismo novello!) chi tra i rappresentanti degli altri partiti (la lega non è chiaro se si appiattisca su Forza Italia o inventerà qualche giochetto au dernier moment) prende più voti (in assoluto o in percentuale ?) ove la coalizione vinca sarà indicato al Presidente della Repubblica come il primo ministro.
Modo questo dicono – ma nessuno di loro ci crede – per prendere più voti essendo ciascuno – Berlusconi, Fini e Casini impegnato al massimo ad usum di se medesimo.

Perfetto: in apparenza.
Di fatto per saggiare il terreno e vedere come lo elettorato accoglierà ciascuno a futura (ma non troppo) memoria, dando per scontato che se Berlusconi non è capace di trascinare alla vittoria finale, altro, con ben servito al cavaliere, assumerà le redini del potere. Ma anche per sapere ove questo ultimo dovesse guadagnare il Quirinale chi dei due (e la lega?) abbia a fare il capo del Governo sempre in piena, apparente armonia e per il bene del paese.
Si abbia bene in mente la faccia che Berlusconi mostra da un paio di mesi in qua (sorriso a sette e venti) e quelle degli altri due (sorriso a dieci e dieci: dell’orologio s’intende) per capire quanto ciascuno pensa al di là delle dichiarazioni di portavoci e portaborse.

Nel campo di Agramante -l’opposizione- il professore studia come nell’Aida da “ritorna vincitor”: per dimostrare la castroneria compiuta dalla estrema sinistra quando fece cadere il suo governo (perdonare si, dimenticare mai!).Assieme allo inseparabile (ma non ufficialmente)Parisi che da sardo (della Sardegna intendo) qual è quando se la appende al dito non guarda manco la madre, si inventò (lui che francamente non era che un buon cattolico praticante a quattro mani con la signora -sua moglie- con la quale ha dovuto scrivere anche un libro per dimostrare che ha una moglie presentabile ed in caso capace di fare la first lady e non come certi altri……. ) le “primarie” per potere poi dire “io pedalo, gli altri pensano” e scherzando e ridendo prese il 67% di quattro milioni e passa di voti.

Ovviamente ambisce ad essere candidato senza né se né ma, dimenticando (ah! la memoria) che di tutti quei voti, di suoi, diciamo personali, ve ne fu una percentuale ad una cifra, chè gli altri – i pensatori Fassino, Rutelli – furono coloro che lo fecero votare a malincuore sì, ma come il male minore (per ciascun l’altro e viceversa).
Ora nottate da “D day” per cercare di fare capire ai suoi che senza di lui tutti a casa, e gli altri per fargli entrare nella testa che “non è Dio sulla terra”.

Alla fine tutti d’accordo: al professore 3,5 milioni come “argent de poche” e 13 liste con il suo nome e forse faccia sui muri, più una manciata di suoi accoliti eletti (sempre con il voto degli altri, si intende) tra camera e senato.
Insomma un modo per dimostrare che il professore al di là del riconoscimento d’esser “il leader maximo” ha anche i suoi pretoriani: nel caso del bisogno.
Tale il tutto, da fare dire a Flores Arcais che si ha la “sensazione che vogliano perdere”. E che per quanto riguarda il prossimo futuribile partito democratico ora non se ne fa niente e domani…..: oggi non si fa credito domani si; torna domani e troverai così!

Chi vincerà la singolar tensone?
A conti fatti, e come sempre in Italia, tutti e nessuno.
Ma molto possibile che tra il piangente e il non ridente vi sarà (o saranno?) qualcuno che farà goal magari per avere deviato di qualche centimetro il pallone: ovviamente se ne dirà ufficialmente rammaricato, ma di fatto ben contento. In politica, in fondo, l’importante è vincere, non partecipare.
Ecco perché la specialità non è stata inscritta tra le discipline delle Olimpiadi.

Pino Grimaldi
grimliondr@libero.it

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