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Enna. Riflessioni su fenomeno immigrazione dell’urbanista Giuseppe Vitale

Il dirigente della Provincia regionale, l’urbanista Giuseppe Vitale, fa delle riflessioni sul fenomeno dell’immigrazione e sulle più appropriate politiche territoriali capaci di invertire una tendenza negativa della provincia di Enna che “con il costante calo demografico può arrivare anche a forme di autodistruzione”.
valigia cartoneSull’accoglienza di immigrati nei nostri paesi cosa propone?
“Non molto tempo fa avevo lanciato l’idea al Comune di Enna di indire un tavolo permanente di incontro tra le popolazioni euromediterranee. Purtroppo, essendo impegnati gli amministratori in tutt’altre faccende non se n’è fatto niente. Una parte di migranti che si stanno riversando nelle coste siciliane potrebbe essere la speranza di questa nostra provincia. Ci sono paesi dell’Ennese che hanno più del 40% del patrimonio edilizio inutilizzato o sottoutilizzato. Per cui, accogliere queste popolazioni nel nostro territorio potrebbe significare rinvigorire le nostre comunità. Solo con nuovi stabili residenti, attenzione, non turisti-fruitori occasionali, si può arrestare la progressiva ed implacabile chiusura degli ospedali, delle scuole, dei servizi di livello provinciale come sta accadendo nella provincia di Enna. Solo con nuovi residenti e con nuova popolazione si può arrestare il declino. Allora ben vengano i migranti nelle terre che nel recente passato furono d’emigrazione per segnarne la ripresa territoriale, economica, sociale e produttiva”.
Secondo lei, cosa ha comportato l’impoverimento demografico della nostra provincia?
“Ha comportato che anche l’originale umanità contadino-mineraria che caratterizzava i nostri luoghi ha ceduto il passo ad una indistinta omologazione dei caratteri e dei comportamenti. Cosicché, se abbiamo perso i caratteri originali che delineavano fino a pochi anni addietro il nostro territorio, agricoltura e miniere, forza e disperazione delle nostre popolazioni, sicuramente oggi non appaiono chiari e distinti gli elementi tendenziali di sviluppo che dovrebbero dare impulso ad appropriate politiche capaci di invertirne l’andamento negativo. Ecco perché, di fronte ad un territorio privo di significative occasioni di ripresa e col permanente rischio del declino demografico, va aperta una riflessione che, ai molti che non hanno l’interesse disinteressato di vedere la ripresa ennese, può apparire stravagante, mentre è preliminare rispetto a qualsiasi altro intervento”.

Giacomo Lisacchi

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