Cos’hanno in comune la città di Verona e quella di Enna?
Bellissime, ricche di storia, monumenti e bellezze naturali e, da poco, anche una splendida storia d’amore. E, per la ricorrenza di San Valentino, festa degli innamorati, oltre a ricordare la storia dei due giovani, innamorati veronesi, Giulietta e Romeo, simbolo del grande amore, immortalati dalla commedia di Shakesperare, anche ad Enna, fra le sue affascinanti leggende, che da secoli si tramandano, si riscopre la storia di due giovani innamorati che hanno anche essi un amore contrastato, ma che riescono, al contrario di Romeo e Giulietta, a coronare felicemente il loro amore.
Questi innamorati, racconta la storiella di Vittorio Spampinato, ‘carrapipano doc’, sarebbero vissuti nel medioevo, quando regnava Federico II nel castello di Lombardia di Enna.
Lei la contessina Fiorella, bellissima dai grandi occhi azzurri e dai lunghi capelli biondi, la sua bellezza specchio della sua bontà e generosità; lui il capitano di Castello Menerello, giovane di bel aspetto, nobile dagli occhi verdi e dai capelli rossi, abile spadaccino e arciere ma soprattutto romantico poeta che dedicava alla sua dolce amata le sue originali poesie accompagnate dalla musica del suo mandolino. I due giovani innamorati insieme combattevano per la difesa della loro gente dai soprusi del principe Brancaneri.
La storia è stata ripescata nel 1866, in quel periodo per effetto della legge emanata da re Vittorio Emanuele II, nel regno d’Italia venivano confiscati tutti i beni ecclesiastici. Suor Angelica del Cristo Risorto, appartenente alla congregazione delle benedettine di Castrogiovanni (oggi Enna), a causa di questa legge fu costretta ad abbandonare, insieme alle consorelle, il monastero.
Suor Angelica che si era distinta per le sue grandi virtù cristiane, aveva ricoperto per più di mezzo secolo, all’interno del monastero dedicato al suo fondatore (l’attuale santuario di San Giuseppe), le mansioni di maestra di ricamo e di cucito, aveva istruito con abilità e umiltà centinaia di ragazze di buona famiglia per diverse generazioni, instaurando con loro un rapporto di sincera amicizia e affetto, tanto da diventare l’amica più cara e fidata.
Appena le sue allieve, le ex-allieve e le loro famiglie appresero della notizia della sua partenza, andarono a salutarla calorosamente, mostrando tutta la loro gratitudine e riconoscenza. Suor Angelica salutò anche una fanciulla: Bianca, alla quale era particolarmente legata. Questa, le aveva rivelato le sue pene di cuore, a causa del suo amore per un giovane del luogo, contrastato dalla sua famiglia. In quella occasione la monaca donò alla fanciulla un romanzo che si intitolava “Fiamme d’amore”; un prezioso manoscritto appartenuto alla biblioteca del monastero ormai soppresso. Questo manoscritto, con la copertina di fine pelle arricchita con fregi in argento, fu realizzato da uno dei più bravi amanuensi benedettini l’abate Giovanni Ventimiglia.
Era un’opera assai pregiata e per la qualità delle miniature e per le immagini di stupenda e rara bellezza. Il motivo che indusse la monaca a donare quel meraviglioso libro fu quello di incoraggiare Bianca e di stimolarla ad imitare i protagonisti del romanzo, in cui si narrava la storia d’amore contrastata come il suo, e cioè quello di una nobile e bella fanciulla, vissuta nel Medioevo, nel castello di Lombardia di Castrogiovanni, che amava un giovane cavaliere, dal quale era ricambiata con sincera e fervida passione, ma che non poteva sposare perché fin dalla più tenera età era stata promessa, a un ricco nobile. Nonostante le tante traversie e ingiustizie, che colpirono lei e la sua famiglia, non si perse mai di animo, sostenuta dalla fiamma che alimentava il suo unico e vero amore e dalla grande fede cristiana che le dava forza e la speranza di superare tutti gli ostacoli che incontrava sul suo cammino, fin quando giunse il giorno in cui potè coronare felicemente la sua storia d’amore. Il romanzo “Fiamme D’amore”, pervenuto casualmente nelle mani dell’autore Vittorio Spampinato, è diviso in tre capitoli, da ognuno dei quali è stata tratta una commedia, la prima “Menerello e l’esattore del Re”. Inoltre, anche una collana di narrativa per l’infanzia dal titolo “Fiorella e il suo amato Cavaliere”, edito da ‘Terzo Millennio’ e con delle artistiche ed originali illustrazioni del pittore Luigi Previti.
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