A 80 anni, nonostante i divieti dei medici, volle completare il suo capolavoro: l’affresco della cupola della Basilica di Sant’Alfonso a Pagani (Salerno) la cui superficie supera i 130 metri quadrati. Terminata l’opera, morì a Napoli, lontano dalla sua tanto amata città natale. Era il 2 maggio 1937, quando Paolo Vetri, illustre pittore ennese, concluse la sua vita terrena all’età di 82 anni.
Nato a Enna il 2 febbraio 1855, all’età di 12 anni il Comune gli concesse una ‘pensione mensile’, per favorire la sua predisposizione al disegno. Con tale modesta borsa di studio si trasferì a Napoli, formandosi presso lo studio di Giuseppe Mancinelli. Per interessamento di Napoleone Colajanni, allora deputato al Parlamento, entrò quindi nell’atelier del noto pittore Domenico Morelli che diventò suo maestro. A Morelli si legò più tardi anche con vincoli di famiglia avendone egli sposato la giovane figlia Leonora. Nella città partenopea frequentò l’Istituto delle Belle Arti dove da allievo divenne professore per i successivi 34 anni. Alla soglia del pensionamento, il Ministro dell’Istruzione lo nominò “Professore emerito”.
Vetri fu presidente della Reale Accademia di Belle Arti di Napoli, membro dell’Accademia di Brera di Milano, della Pontaniana di Napoli e di quella di San Luca di Roma. Non ancora diciottenne vinse a Palermo, insieme allo scultore Ettore Ximenes, (autore della statua bronzea di Napoleone Colajanni), il concorso per il Pensionato Artistico della Sicilia. Partecipò a mostre ed esposizioni a Milano, Palermo, Berlino, San Pietroburgo, Venezia (alla “Biennale”) e, più volte, in quel di Londra, di Torino, di Roma e di Napoli.
I “ritorni” alla sua Castrogiovanni furono frequenti. Lo testimoniano le tante opere pittoriche conservate in collezioni pubbliche e private ad Enna ed in altre città della Sicilia. Presso il Museo Allessi si trova un dipinto ad olio d’età giovanile dal titolo Ritratto di vecchia datato 1870. Sono di qualche anno dopo, invece, l’olio raffigurante La Zingara e il Ritratto di fanciulla, entrambi nel Palazzo municipale. Quest’ultimo quadro fu donato al Comune dal Circolo di Cultura circa 30 fa.
Oltre all’amore per il disegno e la pittura (con vivace felice esperienza ritrattistica), “egli consacrò tanto del suo tempo all’affresco, divenendo un insigne affreschista ricco di personalità”. A tal proposito Salvatore Di Giacomo scrisse: “Vetri è un artista che sa dare alle sue composizioni una squisita purezza di forme, un delicato colore e, sempre, un alito di poesia”. Sempre in età giovanile, tra il 1887 e il 1890, realizzò le opere a fresco più significative, a Napoli nelle chiese del Gesù vecchio e di Santa Brigida, a Palermo nella navata centrale della Basilica di San Francesco d’Assisi e nel palazzo dell’Ospizio dei Ciechi e, sempre a Palermo, a Villa Pajno. I lavori più impegnativi sono gli affreschi eseguiti per la biblioteca “Lucchesi Palli” interna al Museo Archeologico di Napoli (1892) e l’affresco della lunetta del portale maggiore del Duomo di Amalfi raffigurante L’Assunta. In età matura, nel 1919, firmò la decorazione in fresco della volta dell’Aula Magna dell’Università di Napoli, raffigurante La scuola di Pitagora ed infine, nel 1933, l’opera già citata: la cupola della Basilica di Sant’Alfonso in Pagani, completata qualche anno prima della sua scomparsa.
Tra le tante composizioni pittoriche, si distinguono le grandi pale d’altare eseguite a Napoli e a Crotone, e per la cattedrale di Ragusa: il San Gregorio Magno e il San Giovanni Battista; altre sue opere sono nel Museo di San Martino di Capodimonte a Napoli e nella Galleria d’arte moderna a Palermo. Sono andati perduti, invece, gli unici affreschi realizzati nella sua Enna che, per un periodo, avevano ornato le stanze del palazzo Savoca-Grimaldi di via Varisano, angolo via Roma, demolito nei primi anni ’60. Il Museo Alessi conserva un bozzetto raffigurante L’incoronazione della Vergine preparato dal Vetri per l’affresco, mai eseguito, della quattrocentesca cappella del Sacramento del Duomo.
Il Comune gli ha dedicato, in ricordo, una via cittadina e in un piazzale della villa Torre di Federico, su piedistallo, vi è un busto bronzeo del Maestro. Un altro busto in bronzo, opera dello scultore ennese Giuseppe Murgano, si trova nel Museo Alessi. Nel 1964, Vito Cardaci, allora Assessore ai Beni Culturali, in omaggio al Nostro, organizzò una mostra collettiva di pittura. Nel 1987 Maria Concetta Di Natale, professore ordinario di storia dell’arte dell’Università di Palermo, tenne nella nostra città una conferenza sul Vetri su iniziativa del Kiwanis Club. Una mostra retrospettiva venne allestita nel 1989 nei locali della scuola media “Pascoli” dove vennero esposte oltre 30 sue tele provenienti da collezioni pubbliche e private. È del 1990 la pregevole monografia sull’Artista (Ed. Lussografica, CL, con foto di Enzo Brai) pubblicata per iniziativa del “Centro studi Nino Savarese” diretto dal preside Carmelo Banarrigo, curata dalla stessa Maria Concetta Di Natale.
Salvatore Presti
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