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Rugby. È nata l’Accademia Zonale F.I.R. Under 18 di Catania

rugby siciliaArcadipane, Arrigo, Autelitano, Barbuscia, Bucalo, Cappa, De Caro, Di Prima, Digrandi, Failla, Falcone, Florio, Giallongo, Giunta, Hliwa, Licata, Maricchiolo, Martelli, Mazzoleni, Modica, Morabito, Parasiliti, Perdichizzi, Pettineo, Pezzano, Rizzo, Russo, Sapuppo, Stagno, Tirone.

Sono questi i nomi che, con ogni probabilità, nei prossimi anni risalteranno nelle cronache rugbystiche d’alto livello. Sono i nomi dei 30 giovani atleti Under 18 che faranno parte, per la stagione sportiva 2013/14, della neonata Accademia Zonale Under 18 con sede a Catania. Le accademie zonali Under 18 sono una novità che punta allo sviluppo e alla crescita dei migliori e più promettenti giovani in sedi più vicine a quelle loro di residenza: e per gli atleti siciliani è stata scelta Catania, da sempre epicentro del movimento pallovalistico isolano e dell’estremo meridione continentale: le altre accademie hanno infatti sede a Torino, Milano, Remedello (Bs), Mogliano Veneto (Tv), Prato, Roma e Benevento. Per quella etnea, la sede sportiva sarà presso gli impianti del CUS Catania, mentre quella amministrativa (compresa l’ospitalità) è allocata presso l’Istituto “Leonardo da Vinci”. Dove il Responsabile dell’Alto Livello, Carlo Checchinato, ha presentato alle famiglie, agli atleti ed alle società il progetto Accademie. Erano presenti il Consigliere Federale Andrea Nicotra, il Presidente del CUS Catania Luca Di Mauro, il Presidente del Comitato Regionale Siciliano F.I.R. Orazio Arancio ed il Vice Presidente Salvo Pezzano.

«La decisione della F.I.R. di scegliere la Sicilia come sede di una delle 9 Accademie che nasceranno su tutto il territorio nazionale – ha dichiarato Pezzano a nome del Comitato Siciliano F.I.R. – ci riempie di orgoglio ma ci carica di grande responsabilità. Il lavoro fatto dalle società siciliane e dai tecnici regionali è stato premiato, siamo certi che i nostri giovani atleti sapranno competere con i loro coetanei che vivono realtà sportive più dotate in termini di diffusione della cultura rugbistica e soprattutto in termini di impiantistica, che continua ad essere la palla al piede dello sviluppo del rugby isolano».

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