Dalla festa che celebra l’amore tra le coppie di ogni tipologia conosciuta e nei giorni del flash mob che ha coinvolto milioni di donne in un ballo collettivo e ubiquitario, dopo la kermesse sanremese che ha più volte ripreso la tematica della donna e delle vessazioni del quale spesso è vittima, dopo l’ennesimo omicidio passionale (non ultimo il caso Pistorius), ho ritenuto opportuno parlare di femminile e maschile.
Spesso si parla di parità di genere, del fatto che le donne meritano pari diritti e opportunità degli uomini, si parla di NOI come sesso debole, da proteggere come i panda in estinzione, da difendere come una specie rara del quale si comprende poco.
Ho spesso ritenuto utile apporre le dovute precisazioni in tema di parità.
Infatti “parità” non equivale a essere donne con gli attributi. Come ben precisava la Litizzetto nel suo monologo sulle donne di qualche settimana fa, non abbiamo che farcene di quegli attributi che vengono tirati fuori quale sinonimo di forza e tenacia, ambizione e arrivismo.
Le qualità maschili le apprezziamo, ma stanno bene ai maschi. Da donna non intendo prendere a prestito attributi non miei, intendo invece sottolineare che la mia differenza in quanto donna è proprio il motivo per la quale il contributo delle donne nella società civile è fortemente voluto, è il motivo per la quale il nostro parere è un valore aggiunto al fine di raggiungere una società civile, etica e morale. E’ proprio la presenza del femminile che diviene garanzia per i più deboli e non la legislazione sulle quote rosa.
Le quote rosa sono state l’ennesima dimostrazione che non veniamo considerate un valore imprescindibile di una società civile, bensì deboli e bisognose di garanzia in una cultura misogina che sovrasta con i suoi attributi le voci di coloro che sono portatrici di riflessione pragmatica, di sensibilità e volontà creativa, di coloro che completano le qualità insite nel maschile.
Pertanto è nella differenza in sè che sta la forza di una civiltà che valorizza tanto il maschile quanto il femminile.
Anthony Hegarty (voce sublime degli Antony and The Johnsons ) sostiene: “Le donne hanno la chiave per la sopravvivenza della specie. Nel mio sogno l’uomo troverà una nuova umiltà, farà un passo indietro, dentro se stesso. Le donne invece forgeranno una nuova strada per la nostra specie”
E la coppia?
Se quanto sopra detto diviene un concetto condiviso e condivisibile, se gli uomini che condividono con noi famiglia, lavoro, amicizia, parentela, diventano fonte di costruttiva differenza e consapevolezza gli uni degli altri, anche il ruolo che ognuno di noi ha nelle coppie che forma diviene consapevole e arricchito.
Le crisi anche nelle coppie sono spesso derivate da difetti di comunicazione insiti proprio nella differenza di genere, le donne chiedono “perchè?” , gli uomini “come?”