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31 ottobre: San Volfango di Ratisbona

Dove comincia la diffidenza – là cessa l’amicizia

San Volfango di Ratisbona nacque a Pfulligen, in Svevia, intorno al 925. Figlio di una famiglia benestante ebbe un chierico come precettore dei primi anni; fu quindi allievo della famosa scuola dell’abbazia di Raichenau dove si distinse per talento e modestia sotto la guida di Stefano da Novara, illustre maestro dell’epoca. Strinse, in questi anni, una duratura amicizia con Enrico, che successivamente divenne Vescovo di Treviri (Renania) e che fu decisivo nelle successive decisioni della sua vita. Durante gli studi, proseguiti poi a Würzburg, Volfango maturò una chiara vocazione monastica cui però non diede immediato seguito per le pressioni dell’amico Enrico che lo volle con sé a Treviri come decano del Capitolo. Anche come insegnante Volfango si distinse, attirando molti giovani chierici alle sue lezioni. Per tutta la durata del suo episcopato Enrico cercò di convincere Volfango ad assumere cariche pubbliche ed onorifiche ottenendo però sempre un rifiuto. Alla morte dell’amico Volfango si fece finalmente monaco scegliendo il monastero di Einsiedeln, noto per la rigidità con cui veniva applicata la regola benedettina; era il 964 e Volfango aveva circa quarant’anni. Intorno al 970 il Vescovo Ulrico di Augusta lo ordinò sacerdote durante una visita al monastero. Dopo questo avvenimento, e a seguito di una visione, Volfango sentì un forte impulso a lasciare il convento e a dedicarsi all’evangelizzazione di quei grandi territori dell’Europa centrale che stavano, in quegli anni, entrando in contatto con il Cristianesimo, come la Boemia e la Pannonia (attuale Ungheria). Come monaco errante ebbe scarso successo presso i Magiari e la sua missione portò pochissimi frutti. Non passò però inosservata al Vescovo Pellegrino, di Passavia, che, convocatolo, ne conobbe le grandi qualità e lo propose ad Ottone I per la nomina a Vescovo di Ratisbona. Con qualche resistenza nel 972 Volfango accettò di essere nominato Vescovo con un’autorità che copriva tutta la Boemia. In qualità di Vescovo si distinse per una condotta di vita santa, frugale e saggia. Contro le abitudini del tempo, tese ad accumulare poteri temporali, prese due coraggiose decisioni che consentirono lo sviluppo del Cristianesimo nelle terre a lui affidate: rinunciò alla Boemia per erigerla come diocesi autonoma con sede a Praga e rinunciò al priorato di Raichenau. In entrambi i casi volle infatti che nuovi giovani pastori (il vescovo e il priore) fossero a più stretto contatto con il popolo loro affidato per meglio sostenerne la fede. Quando nel 976 esplose una dura lotta tra Enrico il Litigioso e Ottone II, cui Volfango era fedele come legittimo Imperatore, si ritirò presso l’abbazia di Mondsee per poi rientrare a Ratisbona una volta terminato il conflitto. Questo breve ritiro è all’origine di una leggenda che lo vuole, in quel periodo, eremita tra i boschi, cosa che in seguito lo farà ritenere patrono dei boscaioli. Nel 994, durante un viaggio pastorale lungo il Danubio, fu colto da una grave malattia. Sentendosi prossimo alla morte si fece trasportare nella vicina chiesa di Pupping dove si confessò, si comunicò e spirò ai piedi dell’altare la notte del 31 ottobre 994. Le sue spoglie furono trasferite solennemente nel monastero si S. Emmerman per la sepoltura. Attualmente le sue reliquie riposano nella cattedrale di Ratisbona. Moltissimi i miracoli a lui attribuiti sulla sua tomba. Venne canonizzato il 7 ottobre 1052 da S. Leone IX (Brunone dei Conti di Egisheim-Dagsburg, 1049-1054) durante una visita a Ratisbona (Regensburg) della quale Volfango era stato Vescovo. Benché dotto e letterato e per lungo tempo insegnante non si conoscono scritti di S. Volfango; le parole che di lui si conoscono sono solo quelle tramandate dai suoi biografi. Decisiva e storicamente rilevabile è invece l’impronta che lasciò su quanti seguirono i suoi insegnamenti. L’imperatore Enrico II, che divenne a sua volta santo, fu educato in gioventù proprio da S. Volfango. Il suo discepolo prediletto, Tagino, divenne vescovo di Magdeburgo, mentre altri suoi tre condiscepoli lo divennero di Treviri, Liegi e Merseburgo. Un’altra sua discepola, Gisella, divenne moglie di Stefano I re di Ungheria anch’egli santo. Significato del nome Volfango: «che va, cammina come il lupo» (tedesco).

Il Rosario è quella dolce catena che ci lega a Dio tramite Maria (Johannes Paulus II )

Oggi si celebrano anche:
S. ALFONSO Rodriguez, Religioso S.J.
B. ANGELO d’Acri, Sacerdote O.F.M. Cap.
S. Epimachio Pelusiota, Martire ad Alessandria d’Egitto († cc 250)
S. Quintino di Vermand, Martire († sec. III)
B. Cristoforo di Romagna, Sacerdote O.F.M. († Cahors, Francia, 1272)
B. Tommaso Bellaci da Firenze (1370-1447), Religioso O.F.M.
B. Domenico Collins (cc 1566-1602), Religioso S.J. e martire in Irlanda
B. Leone (Leon) Nowakowski (1913-1939), Sacerdote e martire
B. Maria Purissima della Croce (Maria Isabel Salvat Romero, 1926-1998), Vergine

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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!^^^
1992, Galileo viene definitivamente riabilitato dalla Chiesa Cattolica – Davanti ai membri dell’Accademia pontificia delle Science a Roma il papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla, 1920-) riconosce, in maniera formale e definitiva, che la Chiesa Cattolica commise un errore 376 anni prima a condannare come eretica la teoria eliocentrica di Copernico (v.) espressa da Galileo (v.) e che gli valse l’accusa di eresia
compleanni
1929 Bud Spencer
1964 Amanda Sandrelli
1969 Kim Rossi Stuart
proverbio
Bruma oscura tre dì non dura, se viene di trotto dura più di otto
accadde oggi
1866 il Teatro la Fenice di Venezia viene riaperto dopo l’occupazione austriaca del 1859

 

frase celebre
“Chi non ricorda il bene passato è vecchio già oggi”
Epicuro, Dallo Gnomologio Vaticano
consiglio
Per pulire la lavatrice
Di tanto in tanto fate funzionare la lavatrice con un ciclo a vuoto, senza nessun indumento e senza detersivo, riempiendo il cestello con un bicchiere di aceto: ciò rimuove eventuali depositi di detersivo.
cosa vuol dire
Fare d’ogni erba un fascio
Ragionare senza riflettere facendo confusione
Preso dalla vita campestre e precisamente dal modo di fare la fienagione: i contadini infatti tagliano con la falce tutte le erbe del prato e le raccolgono per darle alle bestie senza far distinzione tra erba e erba

 

consiglio per terrazzo orto e giardino
La semente
I fiori da trarre la semente vanno recisi quando sono completamente secchi, mentre le bacche si raccolgono alla piena maturazione. Inutile dire che si devono in precedenza contrassegnare i fiori e i frutti più belli delle piante migliori per robustezza, sanità e produttività. Il materiale raccoltosi farlo asciugare in luogo ombroso e ventilato, quindi si liberano i semi dagli involucri e si ripongono, entro sacchettini di tela o di carta etichettati, in ambienti freschi e asciutti, a una temperatura intorno ai 5°C.

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