Quanto vale sul mercato del lavoro il fastidio, o il dispiacere, del dover comunicare ai propri colleghi novità sgradite oppure respingere le loro istanze? La Regione Liguria è riuscita ad assegnare un valore a questo spiacevole ruolo attraverso l’introduzione di un parametro definito indennità di “emotività individuale e impegnative relazioni interpersonali”. Tradotto in soldoni: 13,02 euro al giorno.
Poca roba, anche se alla fine dell’anno una tredicesima in più non guasta. Ma al ministero dell’Economia e delle Finanze la politica di indennità a pioggia per gli impiegati e di promozioni e progressioni di carriera per troppi funzionari e dirigenti non è piaciuta. E lo ha scritto nero su bianco in un voluminoso dossier che il mese scorso ha trasmesso alla procura della Corte dei Conti. E i magistrati che combattono gli sprechi di denaro pubblico hanno subito aperto un fascicolo che ipotizza un danno erariale, ancora da quantificare.
Dalla relazione degli ispettori del Mef emerge una pesante critica alla miriade di voci che consentono di rimpolpare gli stipendi. Ma il dossier Liguria è solo il primo di una serie che si inserisce nella linea di tagli alla spesa pubblica e ha nel mirino i “benefit”, grandi o piccoli, degli statali e dei pubblici dipendenti.
«Complessivamente sono 17 i rilievi formulati dal Mef – conferma l’assessore al personale della Regione Liguria Matteo Rossi, di Sel – ma devo dire che mi sembra inusuale che due ispettori del ministero contestino politiche del personale decise con legge regionale approvata da Roma, con parere favorevole di Aran, l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni.
Mi sembra che così facendo si riducano gli spazi di autonomia degli enti locali. Ciò detto, stiamo mettendo mano a questo settore. Tra le prime, dovranno scendere sotto i 30 euro mensili alcune indennità, ad esempio quella dei portagonfalone (oggi 46 euro al giorno che diventano 154 nei festivi, ndr) e il 27 porteremo in giunta la rivisitazione delle posizioni organizzative di funzionari e dirigenti».
Le voci che hanno generato le contestazioni del Mef sono contenute tutte in una delibera di giunta del gennaio 2013 che regola indennità e compensi per impiegati e funzionari. Quello che non si può leggere nell’intestazione è che la parcellizzazione di bonus e riconoscimenti è lo strumento per poter rimpolpare stipendi e motivare il personale.
«Bisogna differenziare – spiega l’assessore Rossi -. Il taglio delle indennità degli impiegati andrà a colpire famiglie con basso reddito, dipendenti che con i bonus arrivano a 1.200/1.250 euro e ora torneranno attorno ai 1.100».
Certo anche negli uffici della Regione c’era chi malignava su alcuni di questi benefit come quello definito alla lettera “i” per «attività presso la struttura addetta alla gestione del personale o presso la struttura competente per i servizi di Giunta che comporti… relazioni con l’utenza connotate da problematiche procedurali, emotività individuale e impegnative
relazioni interpersonali, per un numero massimo di 25 dipendenti, individuati formalmente dal Segretario generale. A tali addetti è corrisposta la somma lorda di euro 13,02 per ogni giorno di effettivo servizio».
Quanto ai funzionari l’assessore Rossi ha un’altra impostazione: «Credo sia giusto a questo punto tornare a rivedere le posizioni organizzative (incarichi che garantiscono un extra, ndr) non come un diritto vita natural durante ma con l’ottica della vera
premialità e della produttività».
Molti di quei 17 rilievi contenuti nel dossier del Mef riguardano il numero eccessivo di “fattispecie di responsabilità”, le cui differenze minime possono sfuggire a chi non è addentro alla sintassi della burocrazia: “responsabilità di processo erogativo, coordinamento di un gruppo di lavoro, di attività istruttoria, di formazione, di avvio nuove attività, di ispezione”.
La Regione Liguria conta 1.130 dipendenti, 450 dei quali sono funzionari e un centinaio i dirigenti. Il rapporto troppo elevato tra il numero dei “capi” e quello degli impiegati è stato in passato oggetto di ripetuti rilievi provenienti della sezione di controllo della Corte dei Conti.
Aldilà dei tagli imposti dalla spending review il clima non è favorevole neppure alle indennità minori, quelle che non fanno arricchire ma consentono la pizza il fine settimana. Certo non sarà facile alla politica imporre queste rinunce. Tra l’altro proprio negli
enti regionali che in tutta Italia sono investiti dalle inchieste sulle spese pazze.
In Liguria Idv, Pdl e Udc hanno diversi consiglieri indagati per peculato per spese incongrue nei ristoranti, alle terme, nei negozi di antiquariato, bottiglierie senza parlare delle immancabili mutandine comprate con soldi dei cittadini. Indennità assai più sostanziose di quelle incassate in questi anni dai portagonfalone e dai “signornò” dell’ufficio personale.
Marco Preve per “la Repubblica”